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Ecce: ego mitto vos sicut oves in medio luporum; estote ergo prudentes sicut serpentes et simplices sicut columbae. 
Cavete autem ab hominibus; tradent enim vos in conciliis… MATTHAEUM, 10,16-17.

IN RAGIONE DELLA ESTREMA IMPORTANZA DELLA QUESTIONE, SEGNALIAMO QUI IL LINK AL SITO ANPCI DA CUI SI PUO’ SCARICARE IL TESTO DELLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI GESTIONI ASSOCIATE OBBLIGATORIE: LINK AL SITO ANPCI 

Passo gran parte del mio tempo, non a difendere la Legge, come vorrebbe la vulgata corrente, che mi qualifica enfaticamente “sentinella della legittimità”, ma piuttosto a difendere me (e quelli che a me si affidano) dalle angherie di una legge sempre più incomprensibile ed ottusa… Ossia vivo una realtà che è l’opposto rispetto a quella che ipocritamente si rappresenta.


"Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare"
(M. Foucault)
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  More Europe

La vicenda EMA è esemplare. Ema sta per European Medicines Agency, grazie al solito inglese cosmopolita. EMA ha sede a Londra ma dopo la Brexit e l’uscita della perfida Albione dalla UE non ha più ragion d’essere la sua permanenza nella capitale dell’UK.

A dire il vero, dopo Brexit molte cose non avrebbero gran senso; a partire dal fatto che si continua ad usare l’inglese come lingua dell’UE nel momento in cui lo United Kingdom ha deciso di uscire dall’Unione.

Quindi EMA, a maggior diritto, dovrebbe diventare per noi AEF (Agenzia Europea dei farmaci o del farmaco). Ma tant’è: continueremo ad usare tutti EMA.

Come tutti sanno, la nuova sede di EMA è stata contesa tra Amsterdam e Milano, secondo un canonico procedimento “concorsuale”, a colpi di dossier patinati e marketing, tra la Venezia del nord e la città del Naviglio.

Sappiamo anche come è andata a finire la “rigorosa” procedura concorsuale made in Europe: con una trovata estemporanea che “manco a Napoli”. La scelta finale fu operata con il classico lancio della monetina, alla faccia di tutta la nota retorica con cui i burocrati/tecnocrati/legislatori di Bruxelles inondano quotidianamente un intero un continente con le parole d’ordine: trasparenza, concorrenza leale, rigore dei procedimenti selettivi.

Si è, poi, scoperto negli ultimi giorni, del tutto inopinatamente, che Amsterdam, come fosse una Napoli qualsiasi, non sarà in grado di avere una sede idonea prima della fine del 2019 (ma come i nordici non sono meticolosi, puntuali, programmatori accaniti e tutto quanto fa “precisione inappuntabile”?), mentre la sede dovrà essere trasferita dalle rive del Tamigi non oltre il 30 marzo 2019.

Ma chi ha valutato il dossier della capitale dei Paesi bassi? Come non si sono accorti di una situazione di così macroscopica inadeguatezza delle strutture e del conseguente ed inevitabile ritardo?

Hanno barato gli olandesi o i commissari che dovevano scegliere, con scrupolo e rigore?

O, invece, stanno “barando” le autorità italiane che ora cercano, a tempo scaduto, una rivincita impossibile? In questo senso sembrerebbero andare le dichiarazioni del ministro della sanità olandese, tale Bruno Bruins, che ci tiene a ribadire che la scelta a favore di Amsterdam è avvenuta "secondo le regole". Ma, sembrano tanto l’espressione di una doverosa difesa d’ufficio dei propri interessi nazionali. Già! Gli interessi nazionali, quelli che tutti tutelano (in un modo o nell’altro) tranne gli italiani.

Fatto sta che oggi le autorità italiane hanno annunciato di aver proposto un ricorso alla Corte UE, contro la decisione che aveva preferito Amsterdam a Milano.

Questa è l’Europa: una entità pervasa da queste endemiche “rivalità” ma che alcuni esaltano ancora come il nostro approdo necessitato e quasi paradisiaco. C’è una lista, quella della “pasionaria” Emma Bonino, che addirittura invoca, sin dalla sua denominazione, Più Europa. Quale Europa?

L’Europa è questa: quella della contesa sulla sede EMA, ma anche  sui cantieri di Saint Nazaire (in cui il governo francese – con l’europeista Macron in testa - alla faccia della libera concorrenza, ha bloccato la libera iniziativa della nostra Fincantieri. Mentre noi abbiamo consentito ai nostri cugini transalpini di fare shopping, a loro piacimento, dei nostri gioielli di famiglia); è quella dei tedeschi che altererebbero i dati sul proprio surplus commerciale per “fregare” i propri partner europei (in primis noi), oltre che le proprie classi lavoratrici https://vocidallestero.it/2018/01/30/flassbeck-e-spiecker-il-surplus-delle-partite-correnti-tedesche-molto-piu-grande-di-quanto-riportato-dai-dati-ufficiali/ .

A proposito della Bonino, per chi se la fosse persa, vale segnalare stamattina l’intervista che l’ex Commissaria europea rilascia al Sole 24 Ore. http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-01-31/bonino-bloccare-spesa-5-anni-cosi-debito-scendera-sotto-110percento--212456.shtml?uuid=AEyct6rD . Il titolo è lo specchio fedele del contenuto delle dichiarazioni della Bonino: “bisogna bloccare la spesa pubblica primaria nominale per 5 anni. Sul fisco: necessario tagliare le tasse sul lavoro, ma con coperture da Iva e, in misura minore, casa”. Ha buon gioco il prof. Luca Antonini a liquidare tutto con un tweet: “Geniale! Così avremo debito e più crisi, perché senza spesa pubblica economia non riparte! Fa il gioco dei tedeschi!”.

E la signora Bonino riscuote un discreto credito dalle classi colte e produttive di questo Paese, quelle di cui il Sole 24 ore continua a farsi interprete. 



 
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