IL FORUM DEI SEGRETARI COMUNALI E PROVINCIALI
SPAZIO APERTO ALLA RIFLESSIONE SUI TEMI PROFESSIONALI E NON SOLO
 
 
Ecce: ego mitto vos sicut oves in medio luporum; estote ergo prudentes sicut serpentes et simplices sicut columbae. 
Cavete autem ab hominibus; tradent enim vos in conciliis… MATTHAEUM, 10,16-17.

IN RAGIONE DELLA ESTREMA IMPORTANZA DELLA QUESTIONE, SEGNALIAMO QUI IL LINK AL SITO ANPCI DA CUI SI PUO’ SCARICARE IL TESTO DELLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI GESTIONI ASSOCIATE OBBLIGATORIE: LINK AL SITO ANPCI 

Passo gran parte del mio tempo, non a difendere la Legge, come vorrebbe la vulgata corrente, che mi qualifica enfaticamente “sentinella della legittimità”, ma piuttosto a difendere me (e quelli che a me si affidano) dalle angherie di una legge sempre più incomprensibile ed ottusa… Ossia vivo una realtà che è l’opposto rispetto a quella che ipocritamente si rappresenta.


"Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare"
(M. Foucault)
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  Comunque vada sarą un successo

Il dopo voto

Renzi: " Resto pure se perdo" Ma se il Pd va sotto il

20% il passo indietro è già deciso

Il leader non vuole ripetere gli annunci prereferendum,

che mobilitarono soprattutto i suoi

avversari. "Siamo ancora in corsa come primo

partito" roma « Resto anche se sconfitto » ,

promette Matteo Renzi. E non potrebbe

sostenere altrimenti, a un soffio dalla resa dei

conti elettorale. Ma è soltanto una parte della

verità, quella resa pubblica dal leader.

Perché esiste già un' asticella oltre la quale il

segretario non resterebbe al suo posto: il 20%.

È il numero a cui è appeso ogni ragionamento,

al Nazareno. Fermarsi sotto questa soglia

spingerebbe Renzi a farsi da parte, per

anticipare quello che gli chiederebbero

comunque tutti i big del Pd: un passo indietro,

a p p u n t o . U f f i c i a l m e n t e d e v e n e g a r e ,

ovviamente, memore anche del suo errore più

g r a v e , q u e l l a p e r s o n a l i z z a z i o n e d e l

r e f e r e n d u m c o s t i t u z i o n a l e c h e f i n ì p e r

compattare i suoi nemici.

«Non ci sarà nessun passo indietro e trovo

sconcertante che tutto il tema della campagna

elettorale sia quel che faccio io sostiene

a

Sky Tg24 Se

pensate che passiamo l' ultima

settimana a parlare del dopo, avete sbagliato

destinatario » . Ma ai fedelissimi che lo

tallonano in giro per l' Italia non nega la verità:

«Possiamo farcela il

senso di quanto sostiene si

decide tutto in questa settimana. Ma se va male sarò

coerente con la mia storia». Il tema del suo futuro è insomma sul tavolo da qualche settimana. E il

leader è convinto di poter sfuggire alla sconfitta. « Non posso dire in quale, ma il Pd è primo in un ramo

del Parlamento». C' è una sola cosa, però, che l' amareggia per davvero: « Molti sembrano dimenticare

quanto accaduto ai socialisti in Europa. In gioco non c' è Renzi, ma la sopravvivenza della sinistra».

I sondaggi non sono più d' aiuto, anche perché da qualche giorno sono " oscurati" per legge. Ma gli

ultimi pubblicabili indicavano il rischio che la coalizione di centrosinistra si piazzasse addirittura terza.

Le variabili restano mille, naturalmente. Ma al netto delle percentuali, pesano i fatti: un conto è un

eventuale stallo tra gli schieramenti, altro un governo del Presidente, altro ancora un rapido ritorno alle

urne. Due sole circostanze sembrano invece insostenibili, agli occhi del capo dem. La prima è appunto

scendere quella soglia psicologica del 20%, che secondo il board renziano renderebbe impossibile

reggere l' onda d' urto interna. L' altra sarebbe quella di assistere alla nascita di un duraturo governo di

centrodestra. In questo caso, Renzi sceglierebbe una " pausa" chissà

quanto lunga dalla

prima linea.

E nel Pd, intanto, come si muovono gli altri? Diversi big si agitano ai nastri di partenza, vogliono

prendere posizione per il 5 marzo.

Non è solo l' ambizione del governatore del Lazio Nicola Zingaretti, oppure l' insistenza con cui gira il

nome di Dario Franceschini per ogni incarico possibile, anche quello di traghettatore del Pd: « Il

segretario? L' ho già fatto risponde

Ma

ora mi preoccuperei del fatto che se andasse male per il Pd, l'

Italia finirebbe in mano a Salvini o ai grillini ». Non è neanche il gelo tra Renzi e Graziano Delrio, oppure

l' attivismo del governatore dell' Emilia Romagna Stefano Bonaccini, che preoccupa qualche vedetta

renziana. È un intero gruppo dirigente che si prepara all' impatto con il 4 marzo. Con spirito poco

renziano.

Il tema, però, non è neanche solo di congiure e ribaltoni. Il vento può cambiare direzione in un baleno,

ma sulla carta i tre quarti dei gruppi parlamentari dem rispondono direttamente al leader, dopo l'

epurazione nelle liste. La verità è che è Renzi in persona a valutare ogni scenario, in caso di sconfitta.

Senza escludere nulla. «Mi assumo sempre le mie responsabilità » . A meno che non intervenga prima

qualcosa, a cambiare radicalmente lo scenario. Glielo ha suggerito nelle ultime ore uno dei padri nobili

dem: « Matteo, annuncia che il premier sarà Gentiloni. Fallo venerdì, prima del voto. Riapriresti la

partita». Difficile, ma non si sa mai.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

tommaso ciriaco,



 
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