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Leggi? No, codici segreti.
Qual e’ l’obiettivo di un codice segreto? Quello di consentire la conoscenza di qualcosa solo a una ristretta schiera di iniziati, per assicurare un potere su un qualche oggetto d’interesse e sulle scelte che lo riguardano. Questa modalità dovrebbe essere bandita in uno Stato di diritto a valere sulla comprensione delle leggi. Invece, una ristretta schiera di gran sacerdoti, annidati negli uffici di Gabinetto dei Ministeri e nei piani alti delle Corporazioni a vario titolo interessate ad una certa regolamentazione legislativa riesce con grande raffinatezza a rendere incomprensibile il contenuto di alcune leggi, pur rispettando tutti i vincoli formali previsti per un’idonea pubblicazione e diffusione dei testi. Come si fa? Semplice: si ricorre ad una tecnica chiamata “novellazione”, in base alla quale non si scrive mai in chiaro una disposizione legislativa, ma lo si fa aggiungendo pezzi di proposizioni a testi legislativi precedenti di cui si dispone la modifica. Come nella favola del “Re nudo” nessuno nelle commissioni parlamentari si azzarda mai a dire che non ci si capisce il bel niente, cosi’ le leggi vengono approvate e promulgate con tutti i trucchi e trucchetti predisposti dagli oscuri estensori. Il testo firmato dal Capo dello Stato e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale risulta incomprensibile alla lettura diretta, tanto da scoraggiare i tentativi di chi non può permettersi il lusso di perdere tempo e impazzire nel “rammendo” dei vari pezzi di una regola di legge sancita in quattro o cinque modifiche successive. Il decreto legislativo n. 75 del 25 maggio 2017, di modifica dello Statuto degli impiegati civili delle pubbliche amministrazioni, costituisce un fulgido esempio di questa tecnica da magliari. Sfidiamo chiunque a comprenderne il testo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale
http://www.eticapa.it/eticapa/wp-content/uploads/2018/04/DECRETO-LEGISLATIVO.pdf
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