IL FORUM DEI SEGRETARI COMUNALI E PROVINCIALI
SPAZIO APERTO ALLA RIFLESSIONE SUI TEMI PROFESSIONALI E NON SOLO
 
 
Ecce: ego mitto vos sicut oves in medio luporum; estote ergo prudentes sicut serpentes et simplices sicut columbae. 
Cavete autem ab hominibus; tradent enim vos in conciliis… MATTHAEUM, 10,16-17.

IN RAGIONE DELLA ESTREMA IMPORTANZA DELLA QUESTIONE, SEGNALIAMO QUI IL LINK AL SITO ANPCI DA CUI SI PUO’ SCARICARE IL TESTO DELLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI GESTIONI ASSOCIATE OBBLIGATORIE: LINK AL SITO ANPCI 

Passo gran parte del mio tempo, non a difendere la Legge, come vorrebbe la vulgata corrente, che mi qualifica enfaticamente “sentinella della legittimità”, ma piuttosto a difendere me (e quelli che a me si affidano) dalle angherie di una legge sempre più incomprensibile ed ottusa… Ossia vivo una realtà che è l’opposto rispetto a quella che ipocritamente si rappresenta.


"Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare"
(M. Foucault)
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che il Paese si trovi sull’orlo di un precipizio non è una novità, quello che però sconcerta è che a ricordarcelo siano i partiti della Seconda Repubblica, PD e Forza Italia, e gli euroburocrati, tutti omologati alle visioni economiche della destra liberale e liberista e che ci hanno portato a questa situazione.

Per non parlare poi dell’accusa di scarsa esperienza al duo Di Maio – Salvini fatte da chi, come Carfagna e Gelmini oppure Boschi e Madia per esempio, prima di entrare in politica non mi sembra abbia fatto mirabilie.

Questi signori, nonostante le loro politiche suicide, non fanno altro che dire che l’esperienza giusta per guidare l’Italia è la loro.

Prima che la memoria degli italiani svanisca del tutto provo però a ricordare cosa ci hanno lasciato in eredità gli ultimi cinque governi: Berlusconi, Monti, Letta, Renzi e Gentiloni.

Diamo quindi una rapida occhiata all’ultimo rapporto annuale Istat.

Il PIL dal 2010 a oggi è cresciuto dello zero virgola qualcosa, nello stesso periodo in Germania è cresciuto quasi del 20%.

I timidi incrementi di PIL degli ultimi tempi ci vedono fanalino di coda nell’area euro.

Il divario nord – sud è aumentato.

L’occupazione in agricoltura, manifattura e costruzioni è diminuita, nei servizi è stabile.

Il reddito medio pro-capite nel 2018 è lo stesso del 2008.

L’indice di disuguaglianza sociale è aumentato e l’indice di povertà assoluta è raddoppiato.

L’indice di criminalità è amentato del 40% e l’indice di abusivismo edilizio è quasi raddoppiato.

Alla relazione ISTAT aggiungiamo che Il debito pubblico era nel 2010 1.843 miliardi di euro e oggi supera i 2.330 miliardi, in sintesi il rapporto debito/PIL è peggiorato di quasi il 25% dal 2010 ad oggi, diminuendo la nostra capacità di rimborsare il debito.

Quasi il 51% dei dipendenti pubblici ha più di 55 anni, contro il 20% della Germania, e gli occupati sono circa il 58% contro una media OCSE del 70% e il 75% della Germania.

In altri termini tutti gli indicatori mostrano che il Paese è messo peggio di come era messo nel 2010, alla vigilia del governo Monti e dello spread alle stelle. Quello che maschera la triste realtà è il quantitative easing di Draghi, ma a breve la ricreazione sarà finita.

Nel corso delle sue innumerevoli puntate ha mai posto qualche domanda a Monti, Cottarelli o uno dei 

tanti alfieri del pensiero unico europeo in economia come mai nonostante le loro cure l’economia e la coesione sociale peggiorino allontanandoci sempre più dai parametri europei che invece, stando a quanto dicono loro, dovremmo raggiungere seguendo le loro ricette?

In compenso si è fatta una macelleria sociale senza precedenti oscurando e negando i diritti delle giovani generazioni, job act, e allungando in modo fraudolento e immotivato l’età pensionabile.

Sì, fraudolento! Perché sulle pensioni si è costantemente mentito agli italiani.

In primo luogo non è vero che le pensioni drenino risorse pubbliche. Al contrario, considerando che i pensionati pagano le tasse, come spiega molto bene Alberto Brambilla sul Corriere della Sera del 14 dicembre 2017, il sistema pensionistico italiano (contributi pensionistici – pensioni pagate al netto delle tasse) è uncontributore netto per le casse dello Stato per circa 30 miliardi di euro l’anno.

Ci raccontano che l’incidenza della spesa pensionistica sul PIL in Italia (Sole 24 Ore del 26 giugno 2015) è del 16% contro il 12% della Germania. Si dimenticano però di dire che le tasse sulle pensioni in Germania sono praticamente nulle. Se ripetiamo il confronto utilizzando le pensioni pagate al netto delle tasse il rapporto delle pensioni pagate sul PIL in Italia dal 16% passa al 12%. Ossia, in termini omogenei, la stessa incidenza della Germania e sotto la media UE.

Chiaro? Le è chiaro il punto? Le è chiaro perché in Europa ci dicono che spendiamo troppo in pensioni? Qualche domanda a Cazzola o Fornero sulla omogeneità della tassazione sulle pensioni e del trattamento dei dati in Europa la può fare per cortesia?

 



 
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