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Ecce: ego mitto vos sicut oves in medio luporum; estote ergo prudentes sicut serpentes et simplices sicut columbae. 
Cavete autem ab hominibus; tradent enim vos in conciliis… MATTHAEUM, 10,16-17.

IN RAGIONE DELLA ESTREMA IMPORTANZA DELLA QUESTIONE, SEGNALIAMO QUI IL LINK AL SITO ANPCI DA CUI SI PUO’ SCARICARE IL TESTO DELLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI GESTIONI ASSOCIATE OBBLIGATORIE: LINK AL SITO ANPCI 

Passo gran parte del mio tempo, non a difendere la Legge, come vorrebbe la vulgata corrente, che mi qualifica enfaticamente “sentinella della legittimità”, ma piuttosto a difendere me (e quelli che a me si affidano) dalle angherie di una legge sempre più incomprensibile ed ottusa… Ossia vivo una realtà che è l’opposto rispetto a quella che ipocritamente si rappresenta.


"Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare"
(M. Foucault)
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  Ferie non godute stop alla monetizzazione indiscriminata

Ferie non godute la Cassazione: la monetizzazione non è automatica Una brutta notizia per gli stacanovisti della pubblica amministrazione: chi ha accumulato centinaia di giorni di ferie arretrate non potrà chiedere facilmente un' indennità sostitutiva. Tutti quei compleanni persi, le cene di famiglia saltate o le settimane di vacanza annullate sperando di poter passare in futuro all' incasso, non sono serviti a nulla. Lo stabilisce la sentenza di ieri della Cassazione: i dirigenti pubblici che hanno sommato giorni e giorni di ferie non godute sperando poi di monetizzarli una volta andati in pensione o nel caso di trasferimento in un altro ramo del pubblico impiego, dovranno dimostrare che la rinuncia alle vacanze era indispensabile. E non basterà solo la parola: serviranno documenti con tutti i particolari del caso per provare le «cause eccezionali o di forza maggiore» che hanno impedito di godersi le ferie. Tradotto: meglio andare in vacanza. Il caso La Corte ha respinto il ricorso dell' ex primario Carlo Alberto C. che aveva accumulato 246 giorni e mezzo di ferie nei suoi dieci anni di servizio presso la Ausl di Reggio Emilia dal 1993 al 2003. Più o meno un mese di ferie all' anno non godute. L' ex primario era andato a dirigere un altro reparto di ortopedia nel Mantovano. Non volendo perdere quei giorni da stacanovista aveva chiesto un indennizzo alla sua vecchia azienda sanitaria. La corte di Appello di Bologna aveva negato l' indennizzo, concesso in primo grado, perché il signor C. non aveva provato a sufficienza che la sua rinuncia alle vacanze fosse dovuta a esigenze non rimandabili o per ragioni indipendenti dalla sua volontà. L' ex primario aveva presentato un ricorso alla Cassazione, sostenendo che «la carenza dell' organico al 50%» aveva reso difficile programmare un piano ferie compatibile con le esigenze del reparto. Troppo poco per la Corte. L' altra sentenza Lo scorso 14 giugno la Sezione Lavoro della Cassazione aveva stabilito che i dipendenti pubblici possono chiedere e ottenere il pagamento delle ferie arretrate oltre i diciotto mesi nel caso in cui la rinuncia al periodo di riposo non dipenda dalla loro volontà. E l' indennizzo deve essere garantito anche se il dipendente non ha fatto prima una richiesta formale al suo datore di lavoro. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI. ANDREA FIORAVANTI 31 luglio 2018 Pagina 17 La Stampa

 
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