Se l' ok di Cdm e Corte conti arriverà in tempi rapidi, arretrati in busta paga a febbraio
Ccnl statali, i conti tornano
Ok della Rgs sulle funzioni centrali. Stallo su sanità ed enti
Disco verde sul contratto degli statali. La
Ragioneria generale dello stato ha dato parere
positivo all' accordo per il nuovo Ccnl del
comparto delle funzioni centrali (ministeri,
agenzie fiscali ed enti pubblici non economici)
firmato lo scorso 23 dicembre. Ora servirà l' ok
del governo (che potrebbe arrivare già nel
prossimo Consiglio dei ministri previsto per
venerdì) e la registrazione da parte della Corte
dei conti e poi il nuovo contratto dei 240 mila
lavoratori pubblici potrà dirsi a tutti gli effetti in
vigore, aprendo la strada agli aumenti medi
mensili di 85 euro e agli arretrati che verranno
corrisposti con un' una tantum di importo
variabile (dai 370 euro della classe retributiva
più bassa ai 712 di quella più alta, per una
media di 492 euro). L' esecutivo punta a far
arrivare gli aumenti in busta paga già a
febbraio. Obiettivo possibile se il via libera di
governo e Corte conti arriverà in tempi rapidi.
Più complesse, si stanno invece rivelando le
trattative per chiudere i contratti degli altri
comparti (scuola, sanità ed enti locali). Per gli
ultimi due, in particolare, lo stallo è legato alla
mancanza di risorse, lamentata da regioni e
comuni chiamati a finanziare gli aumenti
contrattuali con i propri bilanci.
Per i sindaci (si veda ItaliaOggi di ieri)
servirebbero 360 milioni per neutralizzare l' impatto economico del nuovo contratto sui comuni più in
difficoltà. Per le regioni, invece, il conto è molto più salato. «Mancano 800 milioni», osserva Massimo
Garavaglia, assessore al bilancio della regione Lombardia e presidente del comitato di settore regionisanità.
«Il fondo sanitario per il 2018 è incapiente, questo è evidente e lo sa anche il Mef». «La parte
normativa del nuovo contratto è ormai definita», prosegue Garavaglia, «ma non possiamo sederci
attorno a un tavolo con Aran e sindacati per definire la parte economica se non siamo certi delle risorse
a disposizione. Questa situazione di incertezza sta sfiancando noi e i lavoratori che da 8 anni attendono
un nuovo contratto». Gli infermieri in particolare sono sul piede di guerra. Lamentano di non essere
sufficientemente valorizzati (soprattutto dal punto di vista economico) nel nuovo contratto e giudicano
inaccettabile la richiesta di derogare alla normativa europea sull' orario di lavoro.
Per questo oggi i due sindacati infermieristici presenti al tavolo nazionale (Nursind e Nursing Up)
invieranno al comitato di settore una lettera congiunta in cui si preannuncia lo stato di mobilitazione
della categoria che potrà anche sfociare in uno sciopero nazionale. «Il testo del nuovo contratto non
deve essere peggiorativo rispetto a quello esistente», lamenta il segretario nazionale Nursind Andrea
Bottega che boccia come «inammissibili» le deroghe sugli orari di lavoro e si augura che vi sia «la
possibilità di introdurre aspetti migliorativi sul fronte economico, delle indennità e degli incarichi». Molti
sono infatti gli aspetti non ancora affrontati nei tavoli tecnici (l' ultimo si è tenuto ieri), a cominciare dalle
relazioni sindacali, fino all' erogazione del servizio mensa e alla disciplina della mobilità.
FRANCESCO CERISANO
17 gennaio 2018
Pagina 36 Italia Oggi