Nella Pa aumenti da 59 a 103 euro
Verso la chiusura il contratto di polizia e forze armate Da
domani i tavoli su scuola,
sanità ed enti locali
L' accordo sui nuovi contratti degli statali
firmato l' antivigilia di Natale sta provando la
corsa al ministero dell' Economia e in Corte
dei conti per ottenere il via libera definitivo e
portare i soldi in busta paga a fine febbraio.
Giusto in tempo per le elezioni.
A guardare i numeri, però, sul piano nazionale
il traguardo è poco più che simbolico: tra
ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici
nazionali, quel contratto interessa 270mila
dipendenti. Sono 2,8 milioni, invece, le
persone che lavorano negli altri settori del
p u b b l i c o i m p i e g o : e l e t r a t t a t i v e c h e l i
riguardano entrano nel vivo da domani. I più
vicini all' intesa appaiono forze dell' ordine,
polizia e vigili del fuoco, i cui tavoli tecnici
hanno lavorato a pieno ritmo nei giorni scorsi e
potrebbero arrivare all' accordo in settimana.
Ma il calendario è serrato anche per gli altri.
Domani torna a riunirsi all' Aran, l' agenzia che
rappresenta la Pa come datore di lavoro, il
tavolo delle trattative sulla scuola, che con i
suoi 1,2 milioni di dipendenti è il settore più
ampio e ha anche i problemi più pesanti per
completare il mosaico dei fondi. Martedì è la
volta della sanità, mentre mercoledì è il turno
di Regioni ed enti locali: in tutti questi casi, l' obiettivo è tagliare i tempi, e arrivare in fretta all' accordo.
Quello siglato il 23 dicembre su ministeriali e affini facilita la pratica, perché ha risolto una serie di
interrogativi sulla parte normativa (codice disciplinare, permessi, concertazione e ruolo dei sindacati)
che saranno replicate negli altri comparti. Da risolvere, però, restano problemi non banali. E il primo
riguarda i soldi.
In ballo c' è un aumento medio di base che è lineare, uguale per tutti, e porta a far crescere la
retribuzione complessiva del 3,48 per cento. La sua traduzione in euro, quindi, dipende dalla base di
partenza: quella più bassa è rappresentata dal personale tecnico delle scuole, che con uno stipendio
medio effettivo calcolato dall' Aran a 22.186 euro prospetta un aumento lordo da 59 euro lordi al mese.
Per gli insegnanti il livello di riferimento si colloca invece a 75 euro, cifra analoga a quella attesa dal
personale di Regioni ed enti locali. Per polizia e forze armate la questione è diversa, e non solo perché
il personale non è stato interessato dalla "privatizzazione" dei rapporti di lavoro avviata nel 1992 e
quindi le trattative si svolgono direttamente alla Funzione pubblica. La «specificità» dei compiti che
caratterizza il comparto produce sempre un quadro di finanziamenti su misura: in gioco questa volta c' è
un aumento medio da 103 euro lordi, accompagnato da uno stanziamento aggiuntivo da 150 milioni per
incentivare le «attività operative» di controllo sul territorio (si veda anche Il Sole 24 Ore del 2 gennaio).
Sulle forze armate e di sicurezza l' architettura dei fondi per i contratti è definita, mentre quella per la
scuola è ancora in costruzione, e sta producendo qualche tensione nel confronto con i sindacati. Numeri
e tabelle non sono ancora arrivati sul tavolo, anche perché l' Aran attende le decisioni ministeriali sulla
possibilità di destinare al contratto almeno una parte delle risorse messe in campo dalla legge sulla
«buona scuola» per il «merito» (200 milioni) e la «formazione». La partita, tutta politica, resta aperta,
mentre con la legge di bilancio si è chiusa quella con Regioni ed enti locali: che dovranno pescare nei
loro bilanci i soldi necessari al rinnovo contrattuale del loro personale.
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Pagina a cura diGianni Trovati
14 gennaio 2018
Pagina 4 Il Sole 24 Ore