IL FORUM DEI SEGRETARI COMUNALI E PROVINCIALI
SPAZIO APERTO ALLA RIFLESSIONE SUI TEMI PROFESSIONALI E NON SOLO
 
 
Ecce: ego mitto vos sicut oves in medio luporum; estote ergo prudentes sicut serpentes et simplices sicut columbae. 
Cavete autem ab hominibus; tradent enim vos in conciliis… MATTHAEUM, 10,16-17.

IN RAGIONE DELLA ESTREMA IMPORTANZA DELLA QUESTIONE, SEGNALIAMO QUI IL LINK AL SITO ANPCI DA CUI SI PUO’ SCARICARE IL TESTO DELLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI GESTIONI ASSOCIATE OBBLIGATORIE: LINK AL SITO ANPCI 

Passo gran parte del mio tempo, non a difendere la Legge, come vorrebbe la vulgata corrente, che mi qualifica enfaticamente “sentinella della legittimità”, ma piuttosto a difendere me (e quelli che a me si affidano) dalle angherie di una legge sempre più incomprensibile ed ottusa… Ossia vivo una realtà che è l’opposto rispetto a quella che ipocritamente si rappresenta.


"Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare"
(M. Foucault)
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Discussione libera proposta da: il 13/11/2017 alle ore 10:11
Le enormi disparitą dei fondi decentrati

Nei Comuni 2 miliardi di indennità
La girandola degli integrativi: a Salerno più di 10mila euro a dipendente, a Ferrara 3.181
Per trovare il paradiso dei dipendenti comunali
bisogna andare a Salerno, e imboccare la
strada che alle spalle della città porta ai Monti
Picentini.
Appena si comincia a salire, alle pendici del
parco regionale, si incontra Giffoni Sei Casali,
che già dal nome denuncia l' origine dall'
unione di diversi centri rurali. Con poco più di
5mila abitanti sparsi in 35 chilometri quadrati,
Giffoni vanta un primato che può far felici la
sua manciata di dipendenti: ognuno di loro ha
a disposizione 14.319 euro all' anno di fondo
accessorio, la voce che finanzia tutte le
indennità aggiuntive rispetto allo stipendio
fisso («tabellare»). Chissà che cosa ne
p e n s a n o a G r a z z a n i s e , u n c e n t i n a i o d i
chilometri a Nord in provincia di Caserta, dove
nella stessa casella ci sono solo 426,4 euro all'
anno.
I casi limite rappresentati dai due piccoli enti
campani, e individuati dal Rapporto Comuni di
ErmesPa, che sarà presentato domani a
Roma, offrono un riassunto efficace di uno dei
problemi più intricati nella gestione del
personale pubblico in tutta Italia.
Sotto esame, sulla base dei dati contenuti nell'
ultimo conto annuale del personale prodotto dalla Ragioneria generale dello Stato, è finita la situazione
dei 2.298 Comuni delle Regioni ordinarie con più di 10 dipendenti e 5mila abitanti, e i numeri ballano
molto anche nelle grandi città: a Salerno, primatista fra i capoluoghi, c' è a disposizione di ogni
dipendente una media di 10.067 euro all' anno, mentre a Ferrara ci si ferma a 3.181 euro. Reggo Emilia
e Parma completano la triade emiliana delle città più "austere" a livello nazionale, mentre all' altro capo
della graduatoria dietro a Salerno, ma distanziati, si incontrano Bari (7.161 euro all' anno) e Messina
(7.041): un Comune, quest' ultimo, alle prese con un difficile piano di riequilibrio per evitare il dissesto.
Alla base di queste cifre c' è uno dei "misteri" più gelosamente custoditi nei meccanismi del pubblico
impiego, quello sul funzionamento dei fondi decentrati che finanziano le indennità regolate dai contratti
integrativi. Si tratta di due miliardi di euro all' anno, e nel tempo sono attorcigliati in un gomitolo di
parametri che nemmeno i più esperti riescono più a dipanare.
Solo un dato è certo: quando gli ispettori della Ragioneria generale si mettono a controllare le carte,
vanno quasi a colpo sicuro a caccia delle irregolarità: è successo in questi anni a Roma, Firenze,
Vicenza, Reggio Calabria e in tanti altri centri grandi e piccoli, al punto da spingere il governo Renzi a
intervenire per evitare i recuperi individuali degli stipendi illegittimi che avrebbero imposto di tagliare
per anni le buste paga dei diretti interessati.
Nemmeno questo rimedio, che chiede di compensare gli stipendi troppo "generosi" del passato
alleggerendo il fondo accessorio degli anni successivi, brilla per chiarezza; nelle amministrazioni le sue
applicazioni sono le più disparate.
Il punto, insomma, è spinoso, e uno dei compiti fondamentali dei rinnovi contrattuali su cui sono appena
ripartite le trattative è quello di semplificare le regole, per renderle più lineari e soprattutto controllabili.
Ma a che cosa servono questi fondi? In teoria dovrebbero andare soprattutto a premiare la produttività
degli uffici e dei loro dipendenti, ma il censimento prodotto dalla Ragioneria generale disegna una
situazione diversa.
Nel loro complesso, i fondi di regioni ordinarie ed enti locali hanno raccolto nel 2015, ultimo anno finora
fotografato dalla Ragioneria, 1,95 miliardi, ma ai premi legati alle performance sono andati solo 340
milioni, cioè poco più di 17 euro su 100, divisi più o meno a metà fra la «performance collettiva», cioè i
risultati ottenuti dagli uffici nel loro complesso, e «performance individuale», il parametro che dovrebbe
misurare il contributo di ogni dipendente alla causa.
Il resto è stato assorbito dalle voci fisse, a partire dalle vecchie promozioni cristallizzate (679 milioni) e
dalle indennità (227 milioni) che compensano i turni o il «disagio» (per esempio dei vigili urbani che
lavorano in strada). Altri 211 milioni sono serviti per le indennità di «posizione», destinate ai dipendenti
ai quali vengono affidate responsabilità particolari anche senza essere dirigenti. I nuovi contratti,
secondo la riforma del pubblico impiego, dovrebbero dirottare alla produttività la «quota prevalente» di
questi fondi: una sfida titanica, numeri alla mano.
gianni.trovati@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA.
Gianni Trovati
13 novembre 2017
Pagina 6 Il Sole 24 Ore



sperequazioni diffuse (13/11/2017 10:24)

ci sono disparità eclatanti come titolari di p.o. in comuni di 15000 abitanti che prendono il minimo e titolari di p.o. in comuni di 1000 che prendono il massimo come posizione 

mi auguro che il nuovo contratto colleghi le indennità alle dimensioni degli enti e ad altri dati oggettivi e non alla dicrezionalità di chi,sindaco o dirigente ,decide le indennità