Il Flop del Jobs Act
Il lavoro è solo precario: il boom è dei senzafiducia
Drastico calo delle assunzioni stabili nel primo anno senza incentivi. A dicembre 66 mila
occupati in meno: neanche gli stagionali a Natale risollevano le statistiche
Era iniziato male ed è finito peggio: il 2017 per
il lavoro è stato un anno nero. Aumentano solo
i precari e gli sfiduciati: i primi sono quelli che
hanno un posto di lavoro dipendente ma a
termine, i secondi sono i disoccupati che
hanno smesso di cercare un impiego perché
pensano che non riusciranno a trovarlo.
Calano invece quelli con un posto stabile e
crollano le persone che mettono su un' attività
autonoma.
I dati Istat di dicembre 2017, che segnano
addirittura un numero di occupati inferiore a
q u e l l o d i n o v e m b r e , c i c a t a p u l t a n o
definitivamente in una realtà dominata dai
contratti a scadenza: sono stati ben 300 mila in
più rispetto a dodici mesi prima. Nel primo
anno senza incentivi, invece, le assunzioni
stabili sono uscite di scena, con un calo su
base sia mensile sia annuale.
L' ultimo mese dell' anno appena trascorso è
stato molto negativo per il mercato del lavoro.
A dicembre, come detto, abbiamo avuto 66
mila occupati in meno rispetto a novembre.
Nemmeno i lavoretti stagionali natalizi hanno
risollevato le statistiche. Ricordiamo infatti che
basta un' ora settimanale in servizio per
e s s e r e d e f i n i t o o c c u p a t o . I l t a s s o d i
o c c u p a z i o n e h a r i s e n t i t o d e l l a c a t t i v a
performance e si è fermato al 58%, ancora
lontano dal massimo raggiunto prima della crisi, ovvero il 58,9% di aprile 2008. Contemporaneamente è
sceso anche il tasso di disoccupazione, cioè la percentuale che include non tutte le persone senza
impiego, ma solo quelle che fanno ricerca attiva di un lavoro: chi invia il curriculum alle aziende o si è
iscritto alle liste di disoccupazione, per esempio. Il dato di dicembre 2017 indica il 10,8%, ovvero 2,791
milioni (a novembre erano 47 mila in più). Ma non c' è da festeggiare, perché la discesa della
disoccupazione è bilanciata dalla salita del tasso di inattività: a non cercare più lavoro, perché
scoraggiati, sono 13,44 milioni di persone, con un aumento di 112 mila unità tra novembre e dicembre.
Ecco perché sono calati sia gli occupati sia i disoccupati: una fetta di questi ultimi ha smesso di cercare
un posto, passando così nell' insieme degli inattivi.
Le statistiche non buone di dicembre pesano anche sul risultato complessivo annuale.
Tra dicembre 2016 e dicembre 2017, gli occupati sono aumentati solo di 173 mila unità.
Si tratta di una somma algebrica: 365 mila in più tra gli over 50 spesso
trattenuti dalla legge Fornero
e 204 mila in meno nella fascia tra 35 e 49 anni.
Discorso simile sulla qualità del lavoro: i dipendenti precari sono aumentati di 303 mila; i lavoratori
stabili e gli autonomi sono calati rispettivamente di 25 mila e 105 mila. La discesa degli indipendenti è in
parte spiegata con il fatto che molti di loro hanno trovato un lavoro dipendente. È anche vero che, dopo
l' approvazione dello statuto dei lavoratori autonomi (a maggio), ci si aspettava una maggiore spinta a
"mettersi in proprio": così non è stato. Tra poco più di un mese, il Jobs Act con
il nuovo contratto a
tutele crescenti senza articolo 18 spegnerà
tre candeline. Da quando è stata approvata quella riforma
(marzo 2015), abbiamo 714 mila occupati in più. Anche qui bisogna scomodare l' algebra: quel numero
contiene 187 mila autonomi in meno e 901 mila dipendenti in più. Tra questi ultimi, però, ben 516 mila
sono precari (il 57,3%) e solo 385 mila a tempo indeterminato, nonostante due anni di incentivi alle
assunzioni stabili. Le ultime tabelle Istat costringono Matteo Renzi e il Partito democratico a volare più
basso. Finora hanno sempre sostenuto di aver creato un milione di posti di lavoro, riportando fantasiose
percentuali di contratti stabili. A prescindere dalla qualità dei nuovi impieghi, i dati Istat di ieri mostrano
come dall' insediamento del governo Renzi (febbraio 2014) l' aumento si ferma a 903 mila occupati, con
ben 593 mila precari.
Roberto Rotunno
1 febbraio 2018
Pagina 12 Il Fatto Quotidiano