IL FORUM DEI SEGRETARI COMUNALI E PROVINCIALI
SPAZIO APERTO ALLA RIFLESSIONE SUI TEMI PROFESSIONALI E NON SOLO
 
 
Ecce: ego mitto vos sicut oves in medio luporum; estote ergo prudentes sicut serpentes et simplices sicut columbae. 
Cavete autem ab hominibus; tradent enim vos in conciliis… MATTHAEUM, 10,16-17.

IN RAGIONE DELLA ESTREMA IMPORTANZA DELLA QUESTIONE, SEGNALIAMO QUI IL LINK AL SITO ANPCI DA CUI SI PUO’ SCARICARE IL TESTO DELLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI GESTIONI ASSOCIATE OBBLIGATORIE: LINK AL SITO ANPCI 

Passo gran parte del mio tempo, non a difendere la Legge, come vorrebbe la vulgata corrente, che mi qualifica enfaticamente “sentinella della legittimità”, ma piuttosto a difendere me (e quelli che a me si affidano) dalle angherie di una legge sempre più incomprensibile ed ottusa… Ossia vivo una realtà che è l’opposto rispetto a quella che ipocritamente si rappresenta.


"Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare"
(M. Foucault)
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Discussione libera proposta da: il 15/01/2018 alle ore 10:30
Garanti fantasma

Pensavamo che la vita dei garanti fosse invivibile, paragonata ai nostri standard lavorativi, di cumuli di adempimenti e responsabilità, ma non sempre è così.......

Nel meraviglioso mondo della P.A. dovr puoi morire sotto cumuli si lavoro, comuni e responsabilità, ci sono garanti che possono limitarsi ad esaminare una pratica al giorno con stipendiequivalenti a molti di noi.....

 

Quei Garanti ancora dimenticati

Nel 2016 raggiunte circa 7mila istanze ma nel 30% dei casi si ottiene l' autotutela

Ai Garanti dei contribuenti presenti in ogni

Regione sono arrivate nel 2016 poco meno di

7mila istanze; una media di 350 a garante, con

punte di oltre 1.400 in Puglia e, al contrario,

appena 200 in Veneto e in Emilia Romagna.

Numeri in significativo aumento, visto che nel

2015 le pratiche esaminate da questi "paladini

dei contribuenti" si erano fermate a 4.718. Ma

d e c i s a m e n t e i n s u f f i c i e n t i a s c a l f i r e l a

montagna del contenzioso fiscale: nello stesso

anno, infatti, sono stati depositati oltre 232mila

ricorsi davanti ai giudici tributari di primo e

secondo grado, per un valore di 31,8 miliardi,

a cui si aggiungono i 50mila pendenti in

Cassazione.

A oltre 17 anni dalla sua istituzione, prevista

nel 2000 dallo Statuto del contribuente, questa

figura di tutela dei cittadini verso il Fisco stenta

ancora a decollare.

Il legislatore, però, sembrerebbe continuare a

crederci, visto che nel decreto legge fiscale

abbinato alla manovra di bilancio (il Dl

148/2017) ha rivisto la retribuzione dei Garanti.

Nel 2013, dopo aver accontonato l' idea della

soppressione, si era deciso di ridurre della

metà lo stipendio (portandolo a 1.400 euro

circa) e di trasformare l' organo da collegiale (tre componenti per ufficio) a monocratico. Decurtazione

mantenuta negli anni successivi. Ora si fa marcia indietro e si stabilisce che il Garante percepisca per,

professa la nuova norma, assicurarne l' autonomia una

retribuzione mensile lorda di 2.788,87 euro,

tornando ai livelli pretaglio.

Viene, inoltre, riconosciuto il rimborso di eventuali spese di trasferta e di

accesso agli uffici finanziari che si trovino in un Comune diverso da quello di residenza del Garante. L'

aumento dello stipendio si traduce in un maggiore esborso per lo Stato, che deve mettere a bilancio

474mila euro.

Dal canto loro i Garanti hanno assicurato in questi anni ai quei pochi cittadini che hanno bussato alla

loro porta risposte in tempi contenuti e spesso in senso favorevole. Nel 2016, nel 30% dei casi il

contribuente ha ottenuto l' annullamento dell' atto in autotutela (con vittoria totale nel 19,7% dei casi o

parziale nel 10,1%). Senza contare che chi vi si è rivolto ha quantomeno ottenuto chiarezza

rapidamente: il 33% delle istanze è stato definito nel merito dal Garante, dando al cittadino un responso

univoco.

La geografia dell' utilizzo di questi sportelli è variabile e spesso legata a situazioni locali. Così è ad

esempio per il «fenomeno Puglia», Regione che si piazza al primo posto per domande ricevute, con

oltre 1.400 istanze a fronte del migliaio del Lazio e delle sole 400 in Lombardia. Un' impennata si

legge

nella relazione del Garante locale, Salvatore Paracampo dovuta

soprattutto a controversie tra i

contribuenti e i consorzi di bonifica locali (quasi 300 istanze) e a un' errata applicazione da parte delle

Entrate di un' imposta di registro su una sentenza che ha coinvolto diverse centinaia di medici (errore

poi rettificato in autotutela).

In buona parte i cittadini si rivolgono a questa figura per chiedere di annullare avvisi, accertamenti, o

sanzioni che ritengono illegittimi. Lo strumento più utilizzato è l' autotutela: in Toscana, ad esempio,

sulle 192 istanze del 2016, 57 riguardano annullamenti in autotutela. Così anche in Abruzzo: 202

istanze, con 180 richieste di autotutela. Stesso discorso nel 2017, in Sicilia: delle 72 richieste, 47

riguardavano l' autotutela.Ma non sempre va a buon fine: spesso anche quando il Garante invita all'

annullamento in autotutela, gli uffici rimangono saldi sulle proprie posizioni. In Umbria ad esempio a

fonte del 61% di adesioni all' autotutela, resta uno zoccolo duro del 39% di amministrazioni che

confermano i provvedimenti. Anzi a volte aggiunge

Paracampo «

le richieste di autotutela da parte del

Garante vengono viste dagli uffici come una censura... e quasi mai vengono accolte». «Alcuni enti locali

si ostinano a considerare indebita l' attività del Garante nei loro confronti aggiunge

Gianni Di

Giandomenico, garante in Molise in

quanto ritengono che questi abbia competenza solamente per i

tributi statali».

L' obiettivo dei Garanti per la nuova legislatura è quello di ridefinire la figura e il ruolo di questa

istituzione. «Si arriverà a un' autonomia ancora più compiuta quando si eviterà che l' agenzia delle

Entrate debba fornire i mezzi e il personale spiega

il Garante del Lazio e presidente dell' associazione

nazionale dei garanti, Angelo Gargani .

L' espressione della norma di riferimento, ossia l' articolo 13

dello Statuto del contribuente, è stata interpretata con la presenza del Garante presso i locali messi a

disposizione dalla Direzione regionale delle Entrate competente».

Ecco perché, continua ancora Gargani, «in sinergia con l' Anti (Associazione nazionale, tributaristi

italiani, ndr) si sta studiando una riforma che possa essere esaminata dal prossimo Parlamento per una

maggiore autonomia e per creare una figura di coordinamento a livello nazionale di tutti i garanti in

modo da istituire un riferimento unico in grado di interloquire con potere politico e amministrativo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA.

Antonello CherchiGiovanni ParenteValeria Uva

15 gennaio 2018

Pagina 10 Il Sole 24 Ore

 



Autoritą non fa rima con incompatibilitą (16/04/2018 10:00)

CASO CONSOB

Insediamento. Domani dovrà dichiarare l' assenza di situazioni inconciliabili, ma Nava è in

distacco e non in aspettativa dall' Ue

Consob, il neopresidente rischia l' incompatibilità

Il neo presidente della Consob Mario Nava

farà finta di nulla o ammetterà che è in

distacco dalla Ue e non in aspettativa, come

prevede la legge?

Domani, giorno dell' insediamento che sta

creando subbuglio ai piani alti e bassi dell'

Authority, è il suo primo banco di prova

davanti ai commissari. Il Collegio deve

chiedergli, per regolamento, i titoli e, quindi, le

eventuali incompatibilità.

Avendo ottenuto un distacco da Bruxelles con

il via libera del governo Gentiloni, fatto senza

precedenti, rischia che i commissari, come

sembra imporre il regolamento, sottopongano

a Palazzo Chigi l' incompatibilità.

N a v a è s t a t o d e s i g n a t o i n C o n s o b d a l l '

esecutivo prima di Natale, ma solo mercoledì

scorso, ben quattro mesi dopo, il Quirinale ha

firmato il decreto di nomina. A rallentare la

procedura è stata la scelta di non mettersi in

aspettativa dal suo incarico a Bruxelles, dove

guida la direzione per il monitoraggio del

sistema finanziario, ma in "distacco". In questo

modo mantiene il sostanziale rapporto di

dipendenza con la Commissione senza

perdere gli scatti di carriera e stipendio dei

f u n z i o n a r i e u r o p e i e l a l o r o t a s s a z i o n e

agevolata. La Commissione, peraltro, anche in

base alle richieste di Nava, gli ha concesso

solo tre anni di distacco mentre l' incarico in Consob è di 7 anni, come indicato anche nel decreto del

Quirinale. Una situazione mai vista negli oltre 40 anni della Consob e vietata dalla legge che nel 1974

ha istituito l' Authority: a tutela dell' indipendenza, infatti, commissari e presidente non possono "essere

dipendenti di enti pubblici o privati, né ricoprire altri uffici pubblici di qualsiasi natura", e per questo "per

tutta la durata del mandato i dipendenti statali sono collocati fuori ruolo e i dipendenti di enti pubblici

sono collocati d' ufficio in aspettativa" (articolo 1, comma 5).

L' impuntatura di Nava rischia di creare un cortocircuito. Il neo presidente lunedì farà il suo esordio negli

uffici della Consob, dove ha già fatto sentire la sua voce. Il regolamento di organizzazione dell' autorità

(capo I articolo 3) gli impone una dichiarazione formale, di cui si assumerà la responsabilità, di non

versare in una delle "situazioni di incompatibilità" di cui sopra. Poi la parola passerà ai commissari. E

qui la via sembra tracciata. Il regolamento prevede che "ove un componente incorra in una delle cause

di incompatibilità, la Commissione, esperiti gli opportuni accertamenti e sentito l' interessato, stabilisce

un termine entro il quale il componente è tenuto ad esercitare l' opzione.

Trascorso il termine, ove non sia cessata la causa di incompatibilità ovvero il componente non abbia

presentato le proprie dimissioni, il Presidente (in questo caso la reggente Anna Genovese, ndr) riferisce

al presidente del Consiglio dei ministri sulle cause di decadenza dall' ufficio sussistenti nei confronti del

componente medesimo", che nel frattempo sarebbe sospeso dalle funzioni. Difficile che la cosa passi

inosservata in un collegio dove siedono esperti giuristi, anche perché in questo modo Nava espone tutti

i suoi atti a una pioggia di ricorsi.

Intanto monta la polemica. I 5Stelle, per bocca di Vito Crimi, presidente della commissione speciale di

Palazzo Madama, hanno già protestato sollevando "l' ombra di una possibile incompatibilità di Nava" e

stanno valutando, così come i leghisti, la presentazione di un' interrogazione parlamentare.

Carlo Di Foggia e Antonella Mascali

15 aprile 2018

Pagina 18 Il Fatto Quotidiano