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Ecce: ego mitto vos sicut oves in medio luporum; estote ergo prudentes sicut serpentes et simplices sicut columbae. 
Cavete autem ab hominibus; tradent enim vos in conciliis… MATTHAEUM, 10,16-17.

IN RAGIONE DELLA ESTREMA IMPORTANZA DELLA QUESTIONE, SEGNALIAMO QUI IL LINK AL SITO ANPCI DA CUI SI PUO’ SCARICARE IL TESTO DELLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI GESTIONI ASSOCIATE OBBLIGATORIE: LINK AL SITO ANPCI 

Passo gran parte del mio tempo, non a difendere la Legge, come vorrebbe la vulgata corrente, che mi qualifica enfaticamente “sentinella della legittimità”, ma piuttosto a difendere me (e quelli che a me si affidano) dalle angherie di una legge sempre più incomprensibile ed ottusa… Ossia vivo una realtà che è l’opposto rispetto a quella che ipocritamente si rappresenta.


"Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare"
(M. Foucault)
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Discussione libera proposta da: il 17/01/2018 alle ore 12:43
La finta semplificazione dei fondi decentrati

La finta semplificazione dei fondi decentrati

Uno degli obiettivi che il Dlgs 75/2017 ha

imposto alla contrattazione nazionale è quello

di semplificare le procedure di quantificazione

e costituzione del fondo del salario accessorio.

Quanto previsto dall' articolo 40, comma 4ter,

del Dlgs 165/2001 è stato accolto con grande

favore da tutti gli operatori che ormai da quasi

vent' anni sono alle prese con calcoli ed

esposizioni di voci e valori non proprio

immediati. Basti pensare alla tabella 15 del

conto annuale che per essere compilata

necessita di almeno dieci pagine di istruzioni.

Per gli addetti ai lavori la soluzione sarebbe

p e r a l t r o n a t u r a l e o v v e r o c o l l e g a r e l a

quantificazione delle somme a disposizione

della contrattazione integrativa decentrata ad

un banale calcolo: una percentuale sul monte

salari di un determinato anno. La soluzione di

Aran e sindacati Eppure, dall' ipotesi di

contratto del comparto delle funzioni centrali,

ci accorgiamo che questo sogno non verrà

realizzato. La soluzione che Aran e sindacati

hanno escogitato per raggiungere l' obiettivo

della semplificazione sa di deja vu. Nel

documento, infatti, viene previsto che a

decorrere dall' anno 2018, nel Fondo risorse

decentrate confluiscono, in un unico importo

c o n s o l i d a t o , t u t t e l e r i s o r s e a v e n t i

caratteristiche di certezza, stabilità e continuità negli importi determinati per l' anno 2017, come

certificati dagli organi di controllo interno di cui all' articolo 40bis,

comma 1 del Dlgs 165/2001. La

memoria corre subito al contratto collettivo dell' anno 2004, dove la scelta di suddividere il fondo tra

risorse stabili e risorse variabile era già stata effettuata, senza andando peraltro a rendere più facile la

strada della quantificazione di queste risorse. Se anche per gli enti locali, quindi, l' obiettivo della

Riforma Madia si ribaltasse in un semplice «consolidiamo le risorse stabili in un' unica voce», si

rischierebbe comunque di inciampare in soluzioni operative che necessitano almeno di due

considerazioni. Analisi delle voci Sotto un primo punto di vista, bisognerà chiedersi quali voci rientrano

tra le risorse aventi caratteristica di «certezza, stabilità e continuità». Non vi è dubbio che tutto ciò che

gli enti locali già facevano transitare dal fondo del salario accessorio come parte stabile del fondo

confluirà in questo aggregato, ma quel termine "continuità" potrebbe voler dire qualcosa in più? Viene in

mente, infatti, che l' articolo 23, comma 3, del Dlgs 75/2017 ha dato la possibilità alle amministrazioni di

aumentare il fondo, sempre nel rispetto dei limiti di cui al comma 2, per nuovi servizi o riorganizzazione

di quelli esistenti, ma anche al loro mantenimento. La vicinanza di significato tra continuitàmantenimento

sembra quasi servita su un piatto d' argento. Sarà davvero così? Speriamo, a questo

punto, che il Contratto nazionale spieghi un po' meglio, magari voce per voce come ha fatto quello del

2004, quali incrementi confluiranno in queste risorse di certezza e stabilità. Le criticità di un' unica voce

consolidata Secondo aspetto. Che senso ha far confluire tutte le voci del fondo di parte stabile in un'

unica voce consolidata se poi, quando un ente viene ispezionato dalla Ragioneria Generale dello Stato

o quando l' organo di revisione o la Corte dei conti chiedono chiarimenti, bisogna fornire una precisa

descrizione di quali risorse vi sono finite dentro? Si tratta veramente dell' auspicata semplificazione?

Costituire il fondo con dieci righe valorizzate o con un solo aggregato, ma di cui bisognerà rendere

conto nel dettaglio, non appare una soluzione definitiva. Se le cose stanno così, si è persa l' ennesima

occasione per mettere seriamente mano a regole ormai davvero troppo complicate e ancorate a

meccanismi del passato. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

GIANLUCA BERTAGNA

17 gennaio 2018 Quotidiano Enti Locali e

 



rag (17/01/2018 15:03)

sindacati e legislatori sempre sul pezzo..."fondo unico consolidato" un po come mettere la polvere sotto il tappeto per far sembrare pulito (cosi non ci capisce niente nessuno, non che prima ci si capisse qualcosa)..geniali d'altronde vengono pagati  appositamente..