IL FORUM DEI SEGRETARI COMUNALI E PROVINCIALI
SPAZIO APERTO ALLA RIFLESSIONE SUI TEMI PROFESSIONALI E NON SOLO
 
 
Ecce: ego mitto vos sicut oves in medio luporum; estote ergo prudentes sicut serpentes et simplices sicut columbae. 
Cavete autem ab hominibus; tradent enim vos in conciliis… MATTHAEUM, 10,16-17.

IN RAGIONE DELLA ESTREMA IMPORTANZA DELLA QUESTIONE, SEGNALIAMO QUI IL LINK AL SITO ANPCI DA CUI SI PUO’ SCARICARE IL TESTO DELLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI GESTIONI ASSOCIATE OBBLIGATORIE: LINK AL SITO ANPCI 

Passo gran parte del mio tempo, non a difendere la Legge, come vorrebbe la vulgata corrente, che mi qualifica enfaticamente “sentinella della legittimità”, ma piuttosto a difendere me (e quelli che a me si affidano) dalle angherie di una legge sempre più incomprensibile ed ottusa… Ossia vivo una realtà che è l’opposto rispetto a quella che ipocritamente si rappresenta.


"Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare"
(M. Foucault)
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Discussione libera proposta da: il 22/01/2018 alle ore 10:25
Madia si sbilancia......

il contratto la ministra madia

«Statali, dopo 8 anni rinnovo dovuto E una

partecipata su tre chiuderà»

ROMA Ministra Madia, dopo 8 anni di blocco

avete rinnovato il contratto degli statali.

Gli arretrati verranno pagati a febbraio, avete

promesso.

«Una mancia preelettorale», secondo le

opposizioni «Non è una mancia preelettorale risponde

Marianna Madia, ministra della

Pubblica amministrazione ma

il frutto di un

lavoro complesso di 4 anni. Dal primo giorno il

governo Renzi si è proposto di rimuovere il

blocco dei contratti che per noi era un'

ingiustizia. Su questo rivendico coerenza

perché lo dicevo anche quando stavo all'

opposizione.

Ovviamente, non si poteva fare in un giorno.

Prima abbiamo ridotto i comparti da 11 a 4 e

p o i a b b i a m o d o v u t o c a m b i a r e l a l e g g e

Brunetta, che avrebbe reso impossibile i

rinnovo dei contratti».

Il contratto degli statali riguarda 245 mila

lavoratori mentre restano in attesa più di 3

milioni di dipendenti di scuola, sanità, enti

pubblici e sicurezza. Ce la farete prima delle

elezioni? Sindacati, Regioni ed enti locali

dicono che non ci sono le risorse per dare 85

euro a tutti, come fatto per gli statali.

«Si lavora senza soste per rinnovare i contratti.

Ci vorrà il tempo necessario ma vogliamo fare

p r e s t o . L e u l t i m e t r e l e g g i d i B i l a n c i o

contengono gli stanziamenti che, secondo la Ragioneria, sono sufficienti a garantire l' impegno preso

con i sindacati sugli 85 euro per tutti. Regioni ed enti locali sanno che devono provvedere coi loro

bilanci, ma le risorse ci sono».

Veniamo alla riforma della pubblica amministrazione. Secondo l' indagine del Forum Pa, per il

29% dei dipendenti pubblici non è cambiato nulla e un altro 50% dice che gli effetti della

riforma non sono apprezzabili. I cittadini, secondo lei, si sono accorti di qualcosa?

«La riforma ha messo in campo un potenziale il cui buon esito dipende da tutti coloro che

quotidianamente lavorano per applicarla: dai sindaci ai dirigenti, dagli assessori ai funzionari . Il

ministero sta monitorando i risultati. Per le riforme profonde occorre tempo, ma i primi riscontri sono

ottimi. Ho girato l' Italia per incontrare sindaci e amministrazioni e vedere come procede. Ho riscontrato

buone pratiche al Nord e al Sud. Penso alle soluzioni sul lavoro agile per conciliare impiego e vita

familiare a Milano e Bergamo, ma anche alla nuova conferenza dei servizi sperimentata a Reggio

Calabria e allo sforzo fatto a Palermo sulla anagrafe unica della popolazione residente».

Sul taglio delle società partecipate siete indietro.

«No, stiamo andando avanti. C' è una struttura al hoc al ministero dell' Economia, che ha ricevuto finora

8.771 piani di razionalizzazione delle partecipate. La risposto l' 83%, delle amministrazioni, mancano i

piccoli comuni che spesso neppure hanno società. Dai piani emerge che una partecipata su tre

chiuderà o subirà un processo di fusione o razionalizzazione. Ciò avverrà entro il 2018, come dice la

legge, altrimenti scatteranno le sanzioni che, ricordo, nonostante il consiglio di Stato avesse giudicato

sproporzionate, noi abbiamo mantenuto, proprio per dare più efficacia alla riforma».

Uno dei punti dolenti della nostra Pa è l' età media dei dipendenti, superiore a 50 anni. Nel 2018

dovrebbe cominciare il ricambio, è così?

«Sì, abbiamo finalmente sbloccato il turn over negli enti locali. Avevamo ereditato un sistema di

reclutamento irrazionale, che coniugava il blocco del turn over con un utilizzo improprio dei precari.

Abbiamo varato un sistema ordinato di reclutamento sulla base della programmazione delle

professionalità che servono. Prima delle elezioni, nella conferenza unificata StatoRegioniEnti

locali,

definiremo le linee guida per fabbisogni e concorsi. E in tre anni avremo assunto i precari storici».

Che bilancio fa dei suoi 4 anni da ministra?

«Il bilancio è positivo. Ho messo in pratica l' 80% di ciò che mi proponevo. Credo che trasparenza degli

atti con il Foia, semplificazioni, modulistica unificata,processi digitali, taglio delle partecipate, fine del

precariato, rinnovo dei contratti e nuovo sistema di reclutamento siano un patrimonio che ora va attuato

in tutto il suo potenziale».

Ha lavorato meglio con Renzi o con Gentiloni?

«Molto bene con entrambi.

Sono persone diverse ma di grande livello».

Ma lei si sente oggi più vicina all' uno o all' altro?

«È una domanda senza senso, l' importante è fare squadra» Perché Renzi è in declino?

«Aspetterei il 4 marzo, prima di parlare di declino. Se penso all' Italia com' era e com' è, oggi sta

certamente meglio. Dobbiamo fare una campagna elettorale che unisca l' orgoglio con l' umiltà. L'

orgoglio di spiegare le cose fatte con l' umiltà di ascoltare le cose che ancora non vanno».

Gentiloni si candiderà nel collegio di Roma centro. Fa bene?

«Molto bene. Al Pd e a Roma, che è anche la mia città».

Il Pd, per il candidato premier, farebbe meglio a puntare su Renzi o su Gentiloni?

«Noi all' elettorato diciamo la verità, cioè che il segretario del Pd è Matteo Renzi e che il premier lo

sceglierà il presidente della Repubblica».

Lei dove sarà candidata?

«Spero a Roma».

Magari a Roma 2 (FlaminioMontesacro)

dove vive?

«Perché no».

Come andranno le elezioni? Difficilmente il Pd sarà il primo partito.

«Non mi dò asticelle, ma credo che il Pd possa arrivare primo».

Il caso Boschi farà perdere voti al Pd?

«Non credo proprio. C' è stato un tale accanimento contro di lei che mi pare sia evidente anche agli

elettori».

È possibile un governo PdForza

Italia?

«Per quanto mi riguarda no. Il Pd vuole governare con un' alleanza di centrosinistra».

E dei 5 stelle cosa pensa?

Molti che in passato hanno votato per il Pd potrebbero passare con loro.

«Sconsiglio di votarli. Essendo romana, intanto suggerirei di farsi un giro per la mia città. Basterebbe

questo a convincere chiunque di quanto sia dannosa l' ipotesi di un loro governo».

di Enrico Marro

22 gennaio 2018

 



Madia il FOIA ha funzionato (08/02/2018 09:34)

http://luigioliveri.blogspot.it/2018/02/breve-la-strada-dal-foia-alla-denuncia.html#more

devoti a prescindere (06/02/2018 11:41)

dalla gazzetta di lucca

La frase più controversa della relazione di Resis, 51 pagine, è questa: “il settore disciplinare all’interno del quale la tesi si situa tollera comportamenti che altrove sarebbero definiti inaccettabili”. E sostanzialmente spiega che non citare la fonte è “uno standard diffuso nel settore”.

Apriti cielo. Scienziati e intellettuali sono sobbalzati: dire “così fan tutti” non è un buon motivo per avallare certe procedure. Marianna Madia, ancora una volta, annuncia querele: “Nonostante Imt di Lucca e Cambridge Journal of Economics abbiano accertato la totale regolarità formale e sostanziale della tesi e degli articoli scientifici, il Fatto Quotidiano insiste. A questo punto in settimana inizia l’azione legale di risarcimento danni”.

L’Imt, da parte sua, ha cercato in tutti i modi di arrivare al dunque. Ad aprile 2016 nominò una Commissione istruttoria interna. Dopo Pasqua istituì un Comitato di saggi, formato da vari docenti con il compito di proseguire gli accertamenti. Poi a settembre si è affidata a una società esterna, la Resis appunto, con competenze in materia di plagio, integrità della ricerca e condotta scientifica, che ha consegnato la propria relazione – quella ora esaminata da Il Fatto – a ottobre 2017. In tutti questi vari passaggi la tesi della Madia è sempre stata riconosciuta inappuntabile. Se non fosse per quelle frasi di Resis ora divenute pubbliche.

La stessa scelta di Resis, secondo Il Fatto, sarebbe contestabile, in quanto proprio questa società ha ottenuto il 29 settembre da Imt un appalto da 39.900 euro per occuparsi di frodi scientifiche e controlli antiplagio. Ma questo, francamente, è normale: la perizia sulla tesi della Madia non poteva certo essere chiesta gratis.

Insomma, ancora una volta un gran polverone, mentre i lucchesi sembrano assolutamente indifferenti alle questioni della loro scuola di eccellenza e alla stessa Madia, la quale, va ricordato, è candidata, oltre che a Roma, anche come capolista al plurinominale nel collegio Toscana 1, che comprende Lucca. Forse più che alla sua tesi, i cittadini sono interessati alle conseguenze della riforma della pubblica amministrazione da lei varata, che, fra le altre misure, ha soppresso il Corpo forestale, provocando molte polemiche e problemi. E forse nemmeno a questo. Perché ormai la politica è fatta dai “devoti”: persone che sono pro o contro a prescindere. Chi sostiene Renzi e il Pd, figuriamoci se verrà incrinato da una tesi. Esattamente come accade negli altri partiti, dove il leader può pure dire “l’asino vola” e nessuno lo mette in dubbio. Sarebbe bello però che i lucchesi difendessero il loro istituto di eccellenza e, Madia o non Madia, ne fossero orgogliosi.

 


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(05/02/2018 22:53)

La Madia copiò, ma (ri)annuncia querele

Di nuovo - La ministra dice che farà causa perché abbiamo rivelato come ha scritto la sua tesi di dottorato

di | 5 febbraio 2018

Il ministro della Funzione pubblica Marianna Madia (Pd) annuncia, per la seconda volta in un anno, una “azione legale di risarcimento danni” perché Il Fatto “insiste” nonostante “Imt di Lucca e Cambridge Journal of Economics abbiamo accertato la totale regolarità formale e sostanziale della tesi e degli articoli scientifici”.

Sì, Il Fatto insiste: a marzo 2017 Laura Margottini ha rivelato che, dall’analisi condotta con software anti-plagio e validata da esperti internazionali, oltre 4000 parole della tesi di dottorato del 2008 sulla flexicurity dell’allora deputata Pd Marianna Madia risultavano prese da lavori di altri senza adeguate citazioni. Poi abbiamo scoperto che dell’esperimento di economia comportamentale al centro della ricerca non esiste traccia: l’università olandese di Tilburg dove la Madia dice di averlo condotto non l’ha mai vista.

Dopo gli articoli del Fatto, l’Imt di Lucca dove la Madia ha conseguito il dottorato ha avviato un’indagine interna. Poiché nessun professore era in grado di valutare la tesi (bizzarro per una scuola di “alti studi”), l’Imt si è affidato a una società esterna, Resis. La società aveva appena avuto un appalto da 40.000 euro senza gara dall’Imt per corsi e attività sul tema dell’etica scientifica, ma pure la perizia indulgente firmata da Enrico Bucci (un biologo digiuno di economia) rivelata ieri dal Fatto riconosce che la Madia riporta lavori di altri senza citare e omette che un terzo della tesi lo ha scritto con una sua collega. Resis glissa completamente sull’esperimento fantasma – il punto più imbarazzante – e assolve la Madia con una motivazione che dovrebbe far indignare i veri economisti che finora sono stati, con rare eccezioni, pavidi e omertosi sul caso: “Sebbene questo risulti sorprendente anche per chi scrive, a valle della presente analisi è evidente che il settore disciplinare all’interno del quale la tesi si situa tollera comportamenti che altrove sarebbero inaccettabili senza che questo costituisca un particolare problema”. Questi i fatti.

Se al Cambridge Journal, dove è apparso il capitolo 2 della tesi (con la firma della co-autrice prima rimossa) va bene pubblicare articoli scientifici di questo livello è affar suo, ognuno fa ciò che crede della propria credibilità. E se l’Imt di Lucca protegge la sua allieva più illustre con argomenti che dovrebbero far scappare qualunque studente con un minimo di amor proprio è scelta discutibile ma legittima. Ma è bene che gli elettori cui la Madia chiede la rielezione, nel collegio di Roma2 e nelle liste del Pd al proporzionale, abbiano chiaro il quadro. Un ministro ha ottenuto un dottorato che le permette di avere una carriera accademica in questo modo. E quando un giornale lo scopre, anche grazie alla “legge Madia” sull’accesso agli atti, invece che dimettersi come fanno i ministri nei Paesi in cui ai politici è richiesta un’integrità almeno analoga a quella del cittadino medio, minaccia azioni legali per intimidire.

E voi economisti, se tacete perché davvero “così fan tutti”, non osate mai più farci prediche dalle colonne dei grandi giornali sulla meritocrazia e la competenza che i politici devono dimostrare per essere degni del loro incarico.

Ecco perché (05/02/2018 15:47)

Non chiarisce perché lei è una furbetta speciale e non deve rendere conto a nessuno. Capito?

(05/02/2018 09:53)

La ministra tuttavia farebbe bene a chiarire anche perché proprio Lei ha firmato una legge di riforma dove usa il pugno duro contro gli assenteisti ed altri furbetti della pubblica amministrazione.

 

commento del sito

(05/02/2018 09:31)

scandalo, tesi di laurea copiata

La ministra tuttavia farebbe bene a chiarire anche perché proprio Lei ha firmato una legge di riforma dove usa il pugno duro contro gli assenteisti ed altri furbetti della pubblica amministrazione.

 

 

da informazionescuola.it

FRODE SCIENTIFICA (04/02/2018 23:37)

da Il fatto Quotidiano

domenica 04/02/2018

Marianna Madia ha copiato la tesi del dottorato: lo dice la perizia ufficiale. Che però la assolve: “In economia fanno tutti così”

L’analisi dell’Imt di Lucca certifica le pratiche scorrette con il rapporto firmato dalla società Resis di Enrico Bucci. In cui, tra le altre cose, si legge: "Sebbene questo risulti in qualche modo sorprendente anche per chi scrive, a valle della presente analisi è evidente con chiarezza che il settore disciplinare all’interno del quale la tesi si situa tollera comportamenti che altrove sarebbero definiti inaccettabili senza che questo costituisca un particolare problema"

di | 4 febbraio 2018

“Sebbene questo risulti in qualche modo sorprendente anche per chi scrive, a valle della presente analisi è evidente con chiarezza che il settore disciplinare all’interno del quale la tesi si situa tollera comportamenti che altrove sarebbero definiti inaccettabili senza che questo costituisca un particolare problema”. È questa la conclusione a cui arriva la perizia commissionata dall’Imt di Lucca, la scuola di alti studi che, dopo gli articoli del Fatto Quotidiano, ha dovuto avviare una inchiesta interna per verificare quanto ci fosse di davvero originale nella tesi del 2008 sulla flessibilità del lavoro con cui l’allora deputata del Pd e oggi ministro Marianna Madia ha conseguito il dottorato in economia. La Madia non viene sanzionata ma tutti i comportamenti scorretti denunciati dal Fatto risultano confermati. Il rapporto interno però concede un’attenuante singolare: in economia copiano tutti.

Ci sono alcuni dettagli da chiarire di questa perizia così indulgente. Come emerge dai documenti ottenuti dal Fatto tramite il Freedom of information act italiano, la società Resis di Enrico Bucci, scelta dal direttore di Imt Pietro Pietrini per la perizia sulla tesi della Madia, non è “ente terzo” rispetto all’Imt, come invece aveva dichiarato la scuola il 30 ottobre 2017. Il 29 settembre Resis ha infatti ottenuto da Imt un appalto da 39.900 euro per un corso su frodi scientifiche e controlli antiplagio “su tesi e pubblicazioni”. Ottenuto l’appalto, l’11 ottobre, Enrico Bucci, direttore di Resis, produce la perizia che ammette le copiature della Madia ma la salva, tra le motivazioni la presenza di un contributo originale nella tesi: l’esperimento di economia comportamentale del terzo capitolo, condotto, dichiara la Madia, all’università di Tilburg in Olanda.

Contattata per la quarta volta dal Fatto il 1 febbraio 2018, Tilburg continua a escludere la presenza della Madia e che l’esperimento sia mai stato condotto. Esperimenti del genere devono essere autorizzati da un comitato interno all’università, dopo molte pratiche burocratiche. A Tilburg non risulta alcun documento. Nelle carte di Imt consegnate al Fatto sono indicate diverse missioni all’estero della Madia nel corso del suo dottorato, ma nessuna a Tilburg. Da regolamento Imt, la trasferta doveva essere autorizzata dalla scuola. Non ne parla neanche Fabio Pammolli, ex direttore di Imt e tutor della Madia, nella sua relazione finale di dottorato. Presentare come “contributo originale” un esperimento non avvenuto rientra tra i casi di frode scientifica. Ma la perizia non si occupa del punto. Imt aveva annunciato di aver scelto la Resis di Bucci dopo “una ricerca volta ad individuare esperti terzi di comprovata esperienza in materia di plagio, integrità della ricerca e condotta scientifica”. Ma né dai documenti di Imt (né da ulteriori verifiche), risulta che siano stati contattati altri esperti, né che Resis abbia mai effettuato controlli antiplagio su testi accademici prima del caso Madia. Secondo gli esperti sentiti dal Fatto, non esiste un mercato di aziende che si sostituisca all’Accademia per casi come questo.

Enrico Bucci è un collaboratore della Senatrice Elena Cattaneo, laureato in Biologia alla Federico II di Napoli, con un dottorato in Germania, e ha varie pubblicazioni scientifiche in quell’ambito. Dal 2013 a oggi risultano alcuni lavori (atti di convegni e libri) sulla frode scientifica e articoli scientifici su un metodo per riconoscere l’autenticità di immagini in biologia molecolare. Ma nessuna pubblicazione peer reviewed (certificata da altri esperti) in materia di antiplagio, diversamente dagli esperti consultati dal Fatto sul caso Madia. Nel suo CV, Bucci si presenta come “adjunct professor” (professore a contratto) alla Temple University di Philadelphia (Usa) e direttore del programma di Sistemi biologici all’Istituto no profit di ricerca Sbarro della Temple. Bucci stesso, in alcuni passaggi nella sua perizia sulla Madia, riconosce i suoi limiti e lascia “al giudizio degli esperti” le valutazioni sulla qualità del lavoro di ricerca della Madia. Eppure la Resis era stata scelta proprio perché la commissione di professori ordinari interni a Imt nominata da Pietrini riteneva di non avere competenze per giudicare un caso di potenziale plagio in Economia. Anche se l’Imt in Economia conferisce dottorati.

E` ufficiale (04/02/2018 19:01)

https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/tesi-la-madia-ha-copiato-lo-dice-la-perizia-ufficiale/