Piccoli comuni serve chiarezza
In vista delle elezioni, i mini enti vogliono capire su chi poter contare. Adesioni entro il 21/2
Piccoli comuni, serve chiarezza
I partiti sono chiamati a sottoscrivere il manifesto Anpci
È ora di passare dalle parole ai fatti. Le
elezioni del 4 marzo si avvicinano e l' Anpci
vuole che le forze politiche facciano chiarezza.
Perché i piccoli comuni devono sapere con
certezza su chi contare e chi no. Devono
c o n o s c e r e i n o m i d i c h i , u n a v o l t a i n
parlamento, si farà carico dei loro problemi e
chi invece continuerà ad avallare politiche
mortificanti nei confronti delle realtà rurali e
montane disagiate, sempre più considerate
meri centri di costo da eliminare o, peggio,
s o f f o c a r e l e n t a m e n t e s o t t o i l p e s o d i
adempimenti burocratici inutili e tagli ai
trasferimenti. Per questo l' Anpci, come
annunciato all' indomani dall' Assemblea
nazionale di Sirolo (si veda ItaliaOggi del 29
settembre 2017), ha deciso di sottoporre a tutti
i partiti in corsa alle prossime elezioni un
manifesto programmatico (riassunto in tabella)
a cui l' associazione chiederà di aderire.
«Invitiamo tutti i comuni, non solo quelli
associati, a convocare conferenze stampa alla
presenza dei parlamentari locali candidati alle
e l e z i o n i p e r v e r i f i c a r e c h i c o n d i v i d e e
s o t t o s c r i v e l a n o s t r a p i a t t a f o r m a
rivendicativa», ha dichiarato la presidente
nazionale Franca Biglio. «I cittadini dei piccoli
comuni hanno il diritto di capire su chi fare
affidamento, al fine di maturare decisioni di voto consapevoli prima del 4 marzo». L' adesione al
manifesto programmatico Anpci potrà essere formalizzata scrivendo all' indirizzo di posta elettronica
segreteria@anpci.eu entro il prossimo 21 febbraio. ItaliaOggi seguirà da vicino l' iniziativa e sulla
pagina Anpci in edicola il 23 febbraio darà conto di chi ha aderito. Il manifesto mette nero su bianco i
temi irrinunciabili su cui si chiede un impegno alla politica nella prossima legislatura. A cominciare dalla
semplificazione amministrativa e burocratica. L' Anpci chiede che i mini enti vengano sgravati dalle
incombenze burocratiche inutili che bloccano l' attività amministrativa: dal pareggio di bilancio ai piani
anticorruzione, trasparenza e delle performance. L' Associazione ribadisce poi il proprio fermo no all'
associazionismo obbligatorio. Sulle fusioni l' Anpci non esprime una chiusura pregiudiziale, ma
vorrebbe che esse fossero il risultato di un processo dal basso e non un' imposizione del governo
centrale che in modo subdolo continua a tagliare fondi ai piccoli comuni restii a fondersi, incentivando
invece quelli disposti a unirsi.
Non solo. L' Anpci chiede che nei processi aggregativi tra comuni venga sempre rispettata la volontà
dei cittadini, che devono sempre essere consultati col referendum e il cui voto non può essere messo i
discussione dagli enti sovraordinati. Chiaro il riferimento a quanto accaduto in Toscana (Abetone), nelle
Marche (Serrungarina, Saltara e Montemaggiore al Metauro) e in Piemonte (Gavazzana e Cassano
Spinola). E ancora.
L' Anpci chiede una maggiore perequazione delle risorse perché gli attuali meccanismi continuano a
penalizzare in modo incomprensibile i piccoli comuni. Sul punto si propone di istituire un nuovo
parametro per i trasferimenti erariali, sia nazionali che regionali, prendendo in considerazione, oltre che
i servizi essenziali gestiti dai piccoli comuni, anche il disagio legato a spopolamento, anzianità della
popolazione, estensione del territorio, distanza dal capoluogo, rapporto abitanti/superficie,
chilometraggio delle strade comunali, vincoli ambientali e paesaggistici, inclusione in parchi naturali.
L' Associazione ritiene inoltre indispensabile che venga garantita la sopravvivenza delle farmacie rurali,
essenziali per le comunità, fatte soprattutto di anziani, che vivono nei mini enti. Mentre sui migranti, l'
Anpci ribadisce che l' accoglienza da parte dei comuni dovrà avvenire solo su base volontaria, senza
imposizioni dall' alto. Sarebbe inoltre auspicabile una semplificazione per i piccoli comuni della
normativa sugli appalti così come prevedere per i mini enti la possibilità che i dipendenti possano
svolgere mansioni multiple. Completa il quadro delle proposte l' eliminazione del limite del secondo
mandato per i comuni fino a 15 mila abitanti o, in subordine, fino a 5 mila abitanti. E per finire l' Anpci
chiede di essere riconosciuta con pari dignità rispetto alle altre associazioni rappresentative degli enti
locali, potendo così partecipare a pieno titolo alla Conferenza unificata.
26 gennaio 2018
Pagina 39 Italia Oggi
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