Agdp : la P.A. rischia la paralisi
I dirigenti pubblici: "La Pa rischia la paralisi"
AGDP, ASSOCIAZIONE DI CATEGORIA,
ALLA VIGILIA DELLE ELEZIONI CHIEDE DI
MODERNIZZARE L' APPARATO: "SIAMO
A D E M P I M E N T I F I C I O D I F O R M A L I T À ,
PERDIAMO DI VISTA I SERVIZI AI CITTADINI
PER CAMBIARE BASTEREBBE APPLICARE
LE LEGGI VIGENTI" Marco Frojo Milano A
meno di due mesi dalle elezioni, si sono tenuti
a Roma (2526
gennaio) gli Stati generali della
Pa, un evento organizzato dall' Associazione
dei dirigenti delle pubbliche amministrazioni
(Agdp) che vanta circa 500 aderenti tra i più
alti burocrati dello Stato e degli enti territoriali.
L' Agdp, si legge in una nota, ha scelto per
questa iniziativa "un anno decisivo, quello in
cui da un lato viene rinnovato il Parlamento e
dall' altro anche numerose figure chiave di
ministeri e altre istituzioni passeranno la mano
per raggiunti limiti d' età. La sfida è proiettare
la Pa tricolore in un' era nuova, più moderna,
ma sempre rispettosa dello spirito da civil
servant che caratterizza da sempre le donne e
g l i u o m i n i c h e g u i d a n o u f f i c i c e n t r a l i e
delicatissimi della complessa macchina
statale".
L' obiettivo della due giorni era da un lato un
confronto su proposte tecniche da offrire
trasversalmente ai candidati alle elezioni, dall' altro, promuovere, attraverso l' istituzione di due tavoli di
lavoro relativo al funzionamento della Pa e dei servizi di welfare, un confronto approfondito tra i più
competenti e decisivi esponenti della dirigenza pubblica.
«La macchina pubblica rischia la paralisi, ormai siamo diventati un adempimentificio: contano solo le
procedure e si perdono di vista i servizi, i risultati spiega
Pompeo Savarino, presidente dell'
associazione che è nata quasi diciotto anni fa Non
servono altre riforme, altre leggi. La nostra proposta
è quella di rendere vincolanti alcune pronunce della Corte dei Conti o del Consiglio di Stato.
Una sorta di softlaw,
che crei il precedente, dando qualche certezza in più alla dirigenza». Per
Savarino «non si può andare avanti così: il 60% del nostro tempo se ne va nella stesura di rapporti,
relazioni e altri adempimenti solo formali».
Di certo, aggiunge, «alla Pa farebbero anche bene l' ingresso di giovani con alte competenze e una più
ampia mobilità della dirigenza ».
Secondo il presidente dell' Agdp, inoltre, la lotta alla corruzione nella Pa andrebbe condotta su un piano
sostanziale, non formale: «Il groviglio di regole e procedimenti amministrativi costringe oggi le
pubbliche amministrazioni a inondare l' Anac di richieste di pareri, creando lungaggini e forti disagi per
aziende e cittadini.
Piuttosto che inseguire degli adempimenti solo formali, si affronti il problema concretamente, ad
esempio riconoscendo alla magistratura poteri effettivi per la lotta alla corruzione con l' istituzione di un
distretto di magistrati anticorruzione a livello nazionale, come avviene con la lotta alla mafia ».
Dal convegno è emersa la necessità di riorganizzare e ridefinire le funzioni degli apparati pubblici, visto
che dall' ultimo vasto intervento la
legge Bassanini sono
passati vent' anni: i principi su cui si basava
quella normativa (il decentramento amministrativo, il sistema delle competenze fra enti, le relazioni fra
livelli di governo, i rapporti fra enti e attori istituzionali) sono tutt' ora validi ma vanno adattati alla
situazione attuale. Per far fronte alle sfide che li attendono, gli alti burocrati chiedono l' ampliamento
della loro autonomia gestionale, il reclutamento di nuovo personale, "la valutazione semplificata" e "il
disegno di nuovi profili professionali a supporto della dirigenza".
Agdp chiede un intervento nel governo dei processi: "Interpretare le scelte pubbliche è possibile se i
processi di funzionamento, i meccanismi operativi delle amministrazioni, sono attuati secondo i criteri
dell' efficienza, dell' efficacia e dell' economicità. Se riorganizzazione e ridefinizione delle funzioni degli
apparati pubblici sono elementi di progettazione istituzionale dai quali partire, essi devono
necessariamente essere interpretati dai dirigenti, camera di trasmissione fra decisori politici e istituzioni
pubbliche", si legge in un documento dell' associazione.
Questo obiettivo non potrà essere raggiunto se non verranno coinvolti nel processo due fattori di
crescente importanza, la semplificazione procedurale e organizzativa e l' utilizzo intelligente delle
tecnologie. Il primo è stato oggetto di numerose riforme "ma non ha mai ottenuto una reale politica di
supporto ambientale interna", mentre il secondo ha visto il susseguirsi di disegni istituzionali autonomi
con la configurazione di agenzie con funzione dedicata di investimento sull' introduzione dell' Ict.
"Tuttavia conclude
l' Agdp forse
perché allineata a funzioni di vertice delle politiche pubbliche, l' Ict
pubblica ha vissuto in simbiosi con la componente politica la frammentazione dei ritmi istituzionali e dei
ritmi politici".
© RIPRODUZIONE RISERVATA Il grafico qui accanto evidenzia il calo del numero di dipendenti della
Pa in Italia. Ma i dirigenti lamentano l' eccesso di burocrazia.
5 febbraio 2018
Pagina 70 Affari & Finanza
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