IL FORUM DEI SEGRETARI COMUNALI E PROVINCIALI
SPAZIO APERTO ALLA RIFLESSIONE SUI TEMI PROFESSIONALI E NON SOLO
 
 
Ecce: ego mitto vos sicut oves in medio luporum; estote ergo prudentes sicut serpentes et simplices sicut columbae. 
Cavete autem ab hominibus; tradent enim vos in conciliis… MATTHAEUM, 10,16-17.

IN RAGIONE DELLA ESTREMA IMPORTANZA DELLA QUESTIONE, SEGNALIAMO QUI IL LINK AL SITO ANPCI DA CUI SI PUO’ SCARICARE IL TESTO DELLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI GESTIONI ASSOCIATE OBBLIGATORIE: LINK AL SITO ANPCI 

Passo gran parte del mio tempo, non a difendere la Legge, come vorrebbe la vulgata corrente, che mi qualifica enfaticamente “sentinella della legittimità”, ma piuttosto a difendere me (e quelli che a me si affidano) dalle angherie di una legge sempre più incomprensibile ed ottusa… Ossia vivo una realtà che è l’opposto rispetto a quella che ipocritamente si rappresenta.


"Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare"
(M. Foucault)
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Discussione libera proposta da: il 19/03/2018 alle ore 11:41
Povertą e ambiente

Problemi inseparabili

 

Le comunità del cibo ispirate all' enciclica di

Francesco

La sfida del vescovo e di Slow Food

ROMA «Partiamo da una terra ferita che può

e s s e r e r i g e n e r a t a : q u e l l a d i A m a t r i c e .

Mettiamo tutto in connessione: ciò che è

interiore con l' ambiente, la pienezza della

natura e i limiti che lei ci pone. E proponiamo

un modo pratico, concreto, ecosostenibile di

vivere. In un luogo che sarà centro studi, ma

anche posto dove fare cose buone». È un

progetto senza precedenti quello lanciato ieri

da monsignor Domenico Pompili, vescovo di

Rieti, assieme a Carlo Petrini, gaudente

fondatore di Slow Food.

« I l d i a v o l o e l ' a c q u a s a n t a » , s i

autodefiniscono, sorridendo. Ma l' idea è già

p i ù c h e s e r i a . F a r n a s c e r e u n a r e t e d i

comunità che sperimentino, spiega monsignor

Pompili, «il piacere di prendersi cura della

casa comune, fondando la propria vita su

principi etici ed estetici di rispetto dell'

ambiente. Che poi è il ramo su cui siamo tutti

appollaiati».

Papa Francesco, nell' enciclica Laudato si' ,

aveva esortato il mondo a farlo dicendo che

«non c' è ecologia senza giustizia e non ci può

essere equità in un ambiente degradato». Di

fronte all' allarme degli esperti mondiali che

non danno più di 30 anni di vita al nostro

pianeta se non faremo una rapida inversione a

«U». Ma finora non è stato molto ascoltato,

dice il vescovo di Rieti. «La nostra idea invece assicura

è

quella di lasciarsi ispirare da quel testo che

ha un forte impatto sui temi dell' ambiente».

«È ora di farla finita con questa separazione tra credenti e non credenti. Siamo in un momento storico in

cui dobbiamo essere uniti per costruire un nuovo umanesimo, una nuova casa comune che rispetti l'

ambiente e le persone» spiega Petrini, che ha trasfuso il suo attivismo di sinistra in un impegno per un

agroalimentare sostenibile.

«Laudato si' è un documento politico straordinario: pone in relazione i disastri ambientali con la

distruzione della vita per i più poveri. Prima gli ambientalisti pensavano ai panda, ma non ai poveri»,

dice.

Il vescovo annuisce. E racconta dell' incontro con il fondatore del Gambero Rosso, della «convergenza

di obiettivi» e della prima sfida. Far rinascere, dalle macerie dell' Opera don Minozzi, un centro di

educazione ambientale teoricopratica,

con fattoria annessa che dia autosufficienza: si chiamerà «Casa

Futuro». E Petrini aggiunge: «I luoghi hanno un' anima.

Quando Domenico mi ha detto che le 200 chiese della sua piccola diocesi erano tutte a terra abbiamo

cominciato a ragionare su come rimetterla in vita». «I partiti politici sono ormai superati. Una volta erano

loro a sollecitare comportamenti virtuosi, ora lo fa il Papa», ecco perché pensare alle comunità che dal

basso, e con «sicurezza affettiva», possano affrontare le grandi questioni del nostro tempo.

Unendosi in una rete virtuosa che si prenda cura dei borghi, prima che la socialità muoia nei centri

commerciali. E magari lanci una campagna contro le microplastiche «che ormai troviamo nei pesci e

nell' acqua», dice Petrini.

«Prima chi si occupava di Africa guardava chi si occupava di ambiente con uno sguardo snob. Ora,

grazie al testo profetico del Papa, si è capito che povertà e ambiente sono la stessa cosa», spiega

Luigino Bruni, economista che farà parte del comitato scientifico di Casa Futuro.

Chi vuole fondare una comunità deve condividere il principio dell' ecologia integrale e sostenere il

progetto di Amatrice per tre anni (con un minimo di 500 euro). Sperando che nel frattempo la

ricostruzione riesca a partire.

Virginia Piccolillo

17 marzo 2018

Pagina 23 Corriere della Sera

 



Le cittą del futuro (21/03/2018 09:46)

Le "urban farm" prenderanno il posto delle distese di cemento caotiche inquinate ed invivibili che sono le nostre città attualmente?

Qualcuno ci sta pensando e creando un "nuovo corso" urbanistico, più sensibile ai temi ambientali che consentirà, speriamo, una vita a contatto con l'elemento naturale anche nei grandi centri, che potranno diventare "autonomi" per le loro necessità alimentari.

http://antropocene.it/2018/03/07/urban-farms-le-citta-del-futuro/