bergamo provincia la discussione continua
I motivi della scelta(estratto)
Serve perciò una direzione interna all’altezza della sfida. Una prospettiva entusiasmante, per la quale mi sarei sinceramente aspettato molte più candidature rispetto alle venticinque protocollate. Non trattandosi di un concorso pubblico, ma di una nomina di fiducia del Presidente, ho valutato attentamente i curriculum, ho scambiato una serie di valutazioni con i miei collaboratori, mi sono confrontato con alcuni Sindaci del territorio. La mia scelta, le cui motivazioni ho qui riassunto e che trovate riportate in tutta trasparenza nei relativi decreti, è ricaduta sulla dr.ssa Gravallese, una figura che ha svolto l’intera carriera di segretario comunale in Comuni della Provincia di Bergamo, sia piccole realtà di montagna come Piazzatorre, Piazzolo, Mezzoldo, Carona, Foppolo, Olmo al Brembo, sia in in centri importati come Albino e Treviglio, sia in altri Comuni come Capriate S. Gervasio, Osio Sopra, Boltiere, Brignano, esperienze professionali che, insieme ai titoli acquisiti, mi hanno portato a ritenerla la candidata più rispondente alle esigenze del nostro Ente. In ultimo, se consideriamo il principio costituzionale delle pari opportunità che suggerisce di avvicendare soggetti di preparazione equivalente ora dell’uno ora dell’altro genere, voglio ricordare che in un Ente importante come la Provincia non era mai stato conferito a una donna l’incarico in oggetto. Credo che gli argomenti proposti possano essere sufficienti a confermare, nell’immagine oltre che nella sostanza, le modalità di una scelta discrezionale, trasparente e non arbitraria, utile a contribuire all’efficacia del lavoro dell’amministrazione provinciale. Un ultima osservazione. Non sono uno sprovveduto, ed è evidente che, una volta assunta la mia decisione, ho riflettuto sull’impressione che all’esterno avrebbe potuto dare un avvicendamento tra due persone legate da una relazione affettiva, soprattutto in un contesto in cui, è la mia convinzione, una donna che sostituisce un uomo sconta ancora un latente pregiudizio maschilista. Sarò sincero, se dopo tutte le valutazioni fatte, quello fosse stato il criterio per tornare sui miei passi, allora si sarei venuto meno ai valori della Costituzione sulla quale ho giurato all’inizio del mio mandato, che m’impongono di valutare capacità e merito e di non promuovere discriminazione alcuna, con particolare attenzione alla parità di genere che in questo nostro Paese è ancora un tema aperto e un obiettivo tutt’altro che raggiunto. La ringrazio per l’attenzione e prendo l’occasione per augurare a lei e ai lettori del Corriere, oltre che ai suoi collaboratori e alle vostre famiglie, una serena Pasqua.
* Presidente della Provincia
Egregio presidente Rossi,
no, non mi ha proprio convinto e, come me, penso anche molti lettori. La sua burocratica risposta, oltre ad essere fuorviante, innalza falsi obiettivi di contenzioso, come la questione di genere, che – lo dico per l’ennesima volta – qui non c’entra nulla. Fumo negli occhi. Lei non risponde alle questioni principali sollevate, prima fra tutte la seguente: il nome del selezionato era noto prima ancora che la selezione prendesse avvio. Non spiega se ha fatto (e quando) dei colloqui, né come è arrivato al decreto di nomina. Dalle sue parole poi sembra quasi che il vero presidente della Provincia debba essere il segretario generale. Afferma che i candidati bergamaschi erano solo due, quando invece risulta fossero di più. Ribadisce che la conoscenza del territorio è stato il criterio dirimente per questo concorso vinto dalla dottoressa Immacolata Gravallese, moglie dell’ex segretario della Provincia, Antonio Purcaro, passato a Milano. Evidentemente nella Città Metropolitana non ha prevalso il principio di territorialità, visto che Purcaro è bergamasco. Già sarebbe spericolato ritenere la conoscenza del territorio provinciale un criterio al pari degli altri, figuriamoci dargli un peso così determinante. E poi come si fa a stabilire il grado di conoscenza del territorio? Valorizzando la residenza? Potrebbe persino apparire discriminatorio. Evidentemente gli altri candidati non sapevano dell’architrave di questo concorso, altrimenti si sarebbero serenamente risparmiati l’invio del curriculum, nonostante la legge preveda (già: perché lo prevede?) che le selezioni per un incarico così delicato e importante avvengano su base nazionale. Sinceramente, non so quale Tar terrebbe in piedi le sue motivazioni.
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