IL FORUM DEI SEGRETARI COMUNALI E PROVINCIALI
SPAZIO APERTO ALLA RIFLESSIONE SUI TEMI PROFESSIONALI E NON SOLO
 
 
Ecce: ego mitto vos sicut oves in medio luporum; estote ergo prudentes sicut serpentes et simplices sicut columbae. 
Cavete autem ab hominibus; tradent enim vos in conciliis… MATTHAEUM, 10,16-17.

IN RAGIONE DELLA ESTREMA IMPORTANZA DELLA QUESTIONE, SEGNALIAMO QUI IL LINK AL SITO ANPCI DA CUI SI PUO’ SCARICARE IL TESTO DELLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI GESTIONI ASSOCIATE OBBLIGATORIE: LINK AL SITO ANPCI 

Passo gran parte del mio tempo, non a difendere la Legge, come vorrebbe la vulgata corrente, che mi qualifica enfaticamente “sentinella della legittimità”, ma piuttosto a difendere me (e quelli che a me si affidano) dalle angherie di una legge sempre più incomprensibile ed ottusa… Ossia vivo una realtà che è l’opposto rispetto a quella che ipocritamente si rappresenta.


"Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare"
(M. Foucault)
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Discussione libera proposta da: il 04/04/2018 alle ore 10:37
Burocrazia di cosa parliamo.....

quando parliamo di burocrazia?

Non di singoli impiegati che rendono la vita di cittadini impossibile, ma di una congerie inestricabile di procedure, adempimenti complessi contorti, in contrasto tra loro di difficile, impossibile comprensione e applicazione.

Prima emergenza da risolvere a costo zero?

Semplificazione legislativa.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/04/04/burocrazia-il-mostro-necessario-e-molto-ingombrante/4268503/



(23/04/2018 11:55)

Ma da che pulpito!!!

La burocrazia e le colpe altrui...... (23/04/2018 09:33)

Tutti i nodi della burocrazia (e le altrui colpe)

D a d o v e p r o v e n g o n o l e s t r o z z a t u r e

burocratiche?

Può sembrare paradossale, ma una buona

parte di esse va imputata a fattori esterni: non

è la burocrazia che blocca lo sviluppo, ma è la

burocrazia stessa che è bloccata da forze che

non controlla.

La prima è il Parlamento, che legifera troppo e

m a l e , n e l d e s i d e r i o d i a d o t t a r e n o r m e

«autoesecutive», proprio per evitare di

metterle nelle mani della burocrazia. Esempio:

opera da anni l' Autorità per le garanzie nelle

comunicazioni, che ben avrebbe potuto

provvedere all' assegnazione delle frequenze

per la tecnologia 5G. Invece, il Parlamento, sul

finire del 2017, ha riempito una decina di

pagine della Gazzetta Ufficiale per dettare

minuziose disposizioni in materia, di cui

avrebbe potuto fare a meno, limitandosi a

dettare pochi principi.

Vengono, poi, i molti controllori interni dell'

amministrazione, che ne rallentano l' opera

senza migliorarla, specialmente la Corte dei

conti con i suoi controlli interni e l' Autorità

nazionale anticorruzione, un nuovo «grande

fratello», che fa e disfa «linee guida», detta

regole arbitrarie, crea incertezza e produce

timore.

La terza forza esterna è costituita dalle

magistrature, che vogliono interferire anche in materie sulle quali non hanno la necessaria competenza

tecnica. Un esempio è il giacimento Tempa Rossa, in Basilicata, scoperto nel 1989.

Dopo aver avuto tutti i timbri possibili, da parte della Conferenza StatoRegioni,

dei ministeri delle

Infrastrutture e dei trasporti, dell' Ambiente, dello Sviluppo economico, della Regione, del Comune, del

Comitato interministeriale della programmazione economica, dell' Agenzia per la protezione dell'

ambiente, della Azienda sanitaria locale, la coltivazione del giacimento è stata due volte bloccata, dalla

locale procura e dal Tribunale amministrativo regionale.

Detto delle forze esterne che bloccano la burocrazia, con l' effetto indiretto di fermare attività produttive

importanti per lo sviluppo economico, veniamo alle regioni per le quali la stessa burocrazia esercita una

forza frenante.

Le lentezze della burocrazia dipendono, in primo luogo, dall' assenza di tecnici. Da almeno un secolo si

lamenta il fatto che contesti e retribuzioni non agevolano l' assunzione dei migliori tecnici da parte dell'

amministrazione pubblica, con la conseguenza che Stato, regioni ed enti locali debbono rivolgersi all'

esterno ogni volta che debbono fare un progetto.

Sul finire dello scorso secolo, a questo male se ne è aggiunto un altro, che si chiama «spoils system».

Ai vertici, non si accede per merito, ma per nomina politica. E i più alti vertici scadono con gli esecutivi

politici, per cui debbono essere confermati (o sconfermati) in ogni cambio di governo o giunta.

Si aggiunga a questo che, per fare risparmi di spesa, negli ultimi anni, i concorsi sono stati bloccati. La

conseguenza è che la burocrazia è dovunque invecchiata, per mancato rinnovamento del personale.

Tutto questo provoca, nei dipendenti pubblici, attenzione principalmente per la carriera, piuttosto che

per la funzione; inerzia («surtout pas trop de zèle», secondo il detto di Talleyrand); crisi dei processi di

decisione.

L' ultimo paradosso di questa situazione, che appare senza sbocco, è che, se il Paese è scontento dei

dipendenti pubblici, questi ultimi sono, a loro volta, scontenti: basta vedere i flussi elettorali degli

impiegati pubblici nelle ultime elezioni politiche, stimati di recente dalla Ipsos.

Si può uscire a questa situazione? Certamente si, ma anche l' opera riformatrice incontra difficoltà. L'

amministrazione non ha incentivi ad autocorreggersi, anche perché stretta da troppe leggi. I governi

hanno incentivi negativi a correggere il modo di funzionamento delle burocrazie, perché ciò richiede un'

azione almeno decennale. I governi italiani non durano oltre un massimo di tre anni.

Quindi, un governo veramente innovatore finirebbe per pagare tutti i costi dell' azione riformatrice per

consentire ai governi successivi, di altro colore, di trarne i benefici. Chi lavora a vantaggio dei propri

avversari? Quindi, è meglio fare quel che hanno fatto i governi finora: o l' inerzia, o l' annuncio di riforme

grandiose, ma inefficaci perché non attuate (con la conseguenza che la disillusione, nel pubblico,

incentiva un ulteriore allontanamento del «Paese reale» dal «Paese legale»).

Con questa avvertenze, concludo, però, che di una salda, efficiente e competente burocrazia l' Italia ha

più bisogno di altri Paesi, per le carenze del corpo politico, che non riesce a darsi governi duraturi. Una

buona burocrazia potrebbe supplire almeno a una parte delle carenze di governi transeunti.

SABINO CASSESE

23 aprile 2018

Pagina 10 L'Economia del Corriere

 

P.A. proposte con visioni diverse (18/04/2018 09:40)

Pubblica amministrazione proposte con visioni

diverse

S o n o m o l t e l e q u e s t i o n i , a l c u n e

particolarmente urgenti e delicate, che

dividono i tre principali schieramenti politici

oggi in campo. Poca attenzione, però, è stata

finora prestata a quelle che riguardano la

pubblica amministrazione, nonostante essa sia

comunemente ritenuta un ostacolo allo

sviluppo economico e sempre più spesso

appaia incapace di garantire servizi adeguati e

di qualità ai cittadini. Non rimane allora che

volgere lo sguardo ai programmi elettorali. E

subito si scopre che ciascuno delinea una

diversa concezione dell' amministrazione. Il

programma del centrodestra muove dalla

tradizionale contrapposizione ottocentesca tra

autorità e libertà. Promette in via generale uno

«Stato meno invadente» e «più società»,

secondo una formula che ricorda la big society

auspicata dai conservatori di David Cameron.

Coerentemente (ma un po' genericamente) si

evoca una riorganizzazione dello Stato

secondo il principio della «pari dignità» fra

amministrazione e cittadino. Si annuncia un

«taglio visibile» agli sprechi mediante l'

e f f e t t i v a i n t r o d u z i o n e d e l p r i n c i p i o d e i

fabbisogni e dei costi standard. Ci si impegna

a u n a s i g n i f i c a t i v a e s t e n s i o n e d e l l e

autocertificazioni per favorire l' iniziativa

p r i v a t a . A l l o s t e s s o t e m p o , p e r ò , i n

contraddizione con la promessa generale di uno «Stato meno invadente» e di «più società», si

annunciano un Piano per il Sud, che garantisca lo sviluppo infrastrutturale e industriale del

Mezzogiorno, e un Piano straordinario per le zone terremotate. Inoltre, si garantiscono «più aiuti a chi ha

bisogno», «più sicurezza per tutti», «più qualità» nella scuola e nella sanità, espressamente definita

«pubblica». La convivenza di liberismo e statalismo all' interno dello stesso programma e la mancanza

di indicazioni più specifiche si spiegano anche con il fatto che questo è l' unico programma di

coalizione, che unisce forze politiche diverse.

Nel programma del Movimento 5 Stelle, invece, l' amministrazione è concepita principalmente come

uno spazio di partecipazione democratica. I punti più importanti sono l' estensione del dibattito pubblico

su grandi opere e interventi territoriali, il rafforzamento della trasparenza, la semplificazione dei

procedimenti. Il momento partecipativo assume rilevanza anche in ambiti più specifici, come la

valutazione della performance dei dirigenti e dei dipendenti pubblici, per la quale dovrebbero contare

anche i giudizi di singoli e imprese, e persino le nomine nelle autorità indipendenti, con candidature

pubbliche e il coinvolgimento nella scelta dei cittadini (ma non è chiaro come). Ogni punto del

programma è esposto attraverso una breve ricostruzione dell' evoluzione normativa della materia.

Diversamente da quanto accade in altri campi, qui le proposte sono presentate come un naturale

sviluppo di istituti già in vigore, la correzione parziale di precedenti scelte normative, o l' effettiva

applicazione di regole giuste ma finora non adeguatamente implementate. A volte, però, si tralascia di

dire che alcune riforme auspicate in realtà sono già state approvate o di indicare le misure di dettaglio

da adottare. Talora, vi sono riferimenti a esperienze straniere di successo, ma la loro imitazione non è

fedele (ad esempio, si richiama la codificazione delle leggi fatta in Francia, ma la si vorrebbe affidare a

commissioni governative invece che incardinare presso il Consiglio di Stato).

Il Partito democratico, infine, si preoccupa soprattutto del funzionamento della «macchina pubblica» e

guarda all' amministrazione come motore di sviluppo economico e tecnologico («da zavorra a

locomotiva»). Le priorità sono lo sviluppo dell' amministrazione digitale, l' investimento sulla qualità del

personale, la riduzione dei controlli preventivi sulle amministrazioni e lo snellimento della disciplina dei

contratti pubblici (anche se molti vincoli derivano dalle misure anticorruzione varate nella legislatura

appena conclusa), l' efficienza energetica negli immobili pubblici, la revisione della spesa. Si dedica

attenzione anche alla giustizia amministrativa e alla soluzione semplificata delle controversie. Il

riferimento a quanto fatto dagli ultimi governi (la riduzione delle società pubbliche, il rinnovo dei contratti

del pubblico impiego e il contrasto all' assenteismo, la trasparenza amministrativa) non manca, ma è

piuttosto limitato rispetto alla mole di leggi e provvedimenti varati, come se vi fossero dubbi e

perplessità sulla loro reale efficacia. Sembrano sparire le misure che non si è riusciti ad adottare nella

passata legislatura (ad esempio, la riorganizzazione dei ministeri). Si richiama l' importanza di curare l'

attuazione concreta delle riforme e di svolgere analisi di impatto prima di adottare nuove norme.

Dall' analisi emergono dunque tre diverse concezioni della pubblica amministrazione, che riflettono

differenze di visione politica e culturale. Si tratta di concezioni del tutto confliggenti oppure esse sono in

qualche misura complementari e dunque, almeno in parte, conciliabili? Per iniziare a capirlo,

bisognerebbe provare a condividere dati e analisi, passare dalle enunciazioni astratte alle indicazioni

concrete, predisporre una lista di misure, verificare su quali sono possibili intese minime e stabilire un

cronoprogramma. Allo stesso tempo, però, servirebbe una più matura e diffusa consapevolezza che

ogni serio intervento sulla pubblica amministrazione richiede un lavoro di lunga lena, una leale volontà

di cooperare per un periodo non breve, la disponibilità ad ascoltare le «voci di dentro», di chi prova,

cioè, a far funzionare le amministrazioni ogni giorno in condizioni sempre più difficili.

GIULIO NAPOLITANO

18 aprile 2018

Pagina 32 Corriere della Sera

 

sburocrazia (06/04/2018 11:18)

come è possibile che in certe parti d'italia ci sono comuni con 1 dipendente ogni 30 abitanti e altre parti d'italia  con un dipendente ogni 300

Eliminare scartoffie inutili..... (06/04/2018 10:05)

La priorità è cambiare la burocrazia

L' unico modo per ridare dignità alla pubblica amministrazione è renderla efficiente ed

eliminare regole e scartoffie inutili. Il contrario di ciò che ha fatto la Madia

SALVATORE SFRECOLAIntervistato da

Giorgio Gandola il 27 marzo sulla Verità a

proposito di economia e finanza in vista delle

consultazioni sul nuovo governo, Giulio

Sapelli, docente di economia politica e storia

economia alla Statale di Milano, affronta in

c h i u s u r a i l t e m a d e l l a p u b b l i c a

amministrazione e invita a lavorare sui temi. E

aggiunge: «Ma ha visto all' opera Marianna

Madia o Franco Bassanini?

Peggio degli ultimi governi di centrosinistra

non si può fare». La pubblica amministrazione,

dunque, al centro del programma di governo,

giusto riconoscimento di un ruolo da parte di

un economista. La riforma della Pa come

metodo e come merito. Come metodo perché

è bene che la classe politica cominci a

r i f l e t t e r e s u l f a t t o c h e , i n o g n i c a s o , l '

amministrazione è lo strumento dell' azione di

g o v e r n o . C o m e m e r i t o p e r c h é l '

amministrazione con il suo ordinamento, con

le leggi che individuano le competenze, le sue

procedure, i suoi uomini non corrisponde alle

aspettative di governanti e governati.

Dovrebbe essere la prima preoccupazione di

ogni governo. Non è così da tempo, da troppo

tempo, come emerge dalle parole di Sapelli

ampiamente condivise da studiosi e operatori

dell' amministrazione. Perché la tanto decantata riforma Madia è stata un inutile parto di leggi e

regolamenti praticamente inapplicabili e inapplicati che hanno azzoppato anche le amministrazioni

tradizionalmente efficienti.

Curare gli strumenti attraverso i quali si realizza il programma di governo, l' indirizzo politico approvato

dal corpo elettorale, dovrebbe essere la prima esigenza di chi siede a Palazzo Chigi e negli altri Palazzi

sedi dei ministeri. Invece abbiamo sentito Matteo Renzi, in occasione della presentazione del

programma del governo, in Senato, promettere una riforma al mese. Evidentemente non sapeva di cosa

parlava e soprattutto ha mostrato di non conoscere le condizioni dell' apparato pubblico e delle leggi

che ne disciplinano competenze e azione. Infatti a onta di slogan di facile presa sulla gente, con cui il

presidente del Consiglio ha inondato giornali e televisioni, molti programmati obiettivi non sono stati

raggiunti. Con le conseguenze che il Partito democratico ha potuto riscontrare la sera del 4 marzo.

Riforma seria, quella che l' Italia attende da anni, significa revisione delle competenze ministeriali, con

eliminazione delle interferenze che frenano i procedimenti, revisione delle leggi che stabiliscono il da

farsi e delle procedure che definiscono come si fanno le cose e i tempi in cui si fanno. Troppo spesso,

infatti, abbiamo visto leggi inapplicabili, perché prevedevano procedure inapplicabili, in tempi

assolutamente incompatibili con le esigenze delle persone e delle imprese. Regole e procedure fatte

spesso a misura di realtà lontane nel tempo, quando le copie dei provvedimenti si facevano usando la

carta carbone, le amministrazioni non usavano il computer e la posta elettronica, che oggi consentono

di tagliare i tempi dell' azione amministrativa, tempi che sono un costo per i singoli e per le aziende.

Contestualmente vanno eliminati gli adempimenti non necessari, che duplicano atti rappresentativi di

situazioni giuridiche soggettive ben conosciute dalle amministrazioni.

Si porrà questi obiettivi il nuovo governo? Perché è lì che si misurerà l' apprezzamento dell' elettorato,

quello che ha votato Movimento 5 stelle e Lega proprio perché Luigi Di Maio e Matteo Salvini, spesso

con linguaggio diverso ma comunque apprezzato, hanno promesso uno Stato più semplice e più giusto,

per favorire le imprese e frenare quello spaventoso buco nel bilancio rappresentato dall' evasione

fiscale, inconcepibile in un Paese moderno nella misura che denuncia l' Agenzia delle entrate.

I partiti alla ricerca della «quadra» per formare un governo che governi non trascurino, nel definire la

piattaforma programmatica del nuovo esecutivo, che è essenziale assicurare efficienza all' apparato. È

come se un generale andasse a combattere senza preoccuparsi se i suoi soldati sono adeguatamente

inquadrati, hanno comandanti di compagnia all' altezza del ruolo, le armi necessarie e spirito

combattivo. Eppure presumesse di prevalere sul campo di battaglia.

Ecco, anche i dipendenti pubblici hanno bisogno di un riconoscimento del loro ruolo che passa

esclusivamente attraverso il recupero di efficienza dell' apparato nel quale operano. In modo che la

gente li consideri come una risorsa preziosa dello Stato e della comunità e non come un peso per i conti

pubblici.

SALVATORE SFRECOLA

5 aprile 2018

Pagina 5 La Verità