SPAZIO APERTO ALLA RIFLESSIONE SUI TEMI PROFESSIONALI E NON SOLO
Ecce: ego mitto vos sicut oves in medio luporum; estote ergo prudentes sicut serpentes et simplices sicut columbae.
Cavete autem ab hominibus; tradent enim vos in conciliis… MATTHAEUM, 10,16-17.
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Passo gran parte del mio tempo, non a difendere la Legge, come vorrebbe la vulgata corrente, che mi qualifica enfaticamente “sentinella della legittimità”, ma piuttosto a difendere me (e quelli che a me si affidano) dalle angherie di una legge sempre più incomprensibile ed ottusa… Ossia vivo una realtà che è l’opposto rispetto a quella che ipocritamente si rappresenta.
"Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare" (M. Foucault)
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Discussione libera proposta da: no comment il 10/04/2018 alle ore 15:55
piano anticorruzione
Quattro primari (due dell'ospedale Galeazzi e due del Pini), il direttore sanitario del Pini e un imprenditore sono stati arrestati dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza nelll'ultima inchiesta milanese su tangenti e sanità. L'accusa per è corruzione. L'imprenditore titolare di una ditta specializzata nel settore delle apparecchiature sanitarie è finito in cella, i medici, invece, sono agli arresti domiciliari, l’inchiesta è dei procuratori aggiunti Maria Letizia Mannella ed Eugenio Fusco e nasce dall’indagine che lo scorso anno ha portato in carcere il primario del Pini, Norberto Confalonieri, recentemente rinviato a giudizio.
Gli arrestati. Tra gli arrestati c'è anche Paola Navone, direttore sanitario dell'Istituto ortopedico Gaetano Pini-Cto, fiore all'occhiello della sanità milanese. Sempre al Pini è finito Giorgio Maria Calori, primario di ortopedia, unità chirurgia ricostruttiva - revisione protesica e Carmine Cucciniello, direttore del dipartimento di ortopedia. Gli arrestati del Galeazzi, invece, sono Lorenzo Drago, direttore laboratorio analisi e Carlo Luca Romanò, responsabile del centro di chirurgia ricostruttiva. L'imprenditore, infine, è Tommaso Brenicci, presidente della Eon medica srl di Monza che si occupa di apparecchiature elettromedicali.
Il meccanismo corruttivo. Secondo la ricostruzione degli investigatori, l’imprenditore e i due primari del Galeazzi erano insieme soci di una società che aveva il brevetto di una sorta di medical detector, un macchinario per l’individuazione delle infezioni ossee. I due dirigenti medici lo hanno introdotto al Galeazzi. E successivamente, tramite il primario di Ortopedia del Pini, Giorgio Maria Calori, che era socio di Brennici in altre società, anche di diritto estero, è stato introdotto anche al Pini. I medici si prodigavano anche in studi scientifici e pubblicazioni in cui si esaltavano le qualità del macchinario. Un conflitto di interessi che ha portato oggi agli arresti.
"Al Pini non ci sono gare, se sei amico...". "Il Pini è l'ospedale più facile del mondo! (...) perché non ci sono gare, se sei amico di un chirurgo usi i prodotti che vuole, cioè è tutto libero, tutto libero!": secondo l'ordinanza d'arresto, si esprimeva così l'imprenditore Brenicci al telefono senza sapere di essere intercettato parlando della "scarsa trasparenza e legalità nelle pubbliche forniture dell'Istituto Ortopedico Cto-Pini" di Milano.
Il medico e la borsa per la moglie: "La Vuitton ce la regalano". "La Vuitton non ti piace? (...) Stefi è possibile che me lo regalino (...) e allora c.... non mi rompere i co.....!". Così il chirurgo Calori si rivolgeva alla moglie che lo rimproverava per una borsa di lusso che le aveva regalato "evidenziando la necessità di essere parchi e limitare le proprie spese voluttuarie". Emerge dall'ordinanza d'arresto e da un'intercettazione nella quale il medico faceva, però, capire alla consorte "come si trattasse di un regalo ricevuto" da lui da altre persone.
Il cesto di Natale da mille euro e gli altri favori. La promessa di uno stage per la figlia in una delle società dell'imprenditore Brenicci, un cesto di Natale da 1000 euro e il pagamento spese per un congresso a Parigi e uno in Alto Adige. Sono le 'utilità', come scrive il gip nell'ordinanza, percepite da Paola Navone, direttore sanitario del Cto-Pini per introdurre all'Istituto ortopedico il dispositivo per la diagnosi di infezioni articolari commercializzato dallo stesso imprenditore.
Navone e il piano anticorruzione in tv. Il direttore sanitario del Pini era tra i firmatari del 'Piano triennale per la prevenzione della corruzione e dell'illegalità 2016-2018'. Il 27 marzo, dopo il rinvio a giudizio di Confalonieri, la dirigente interveniva alla trasmissione televisiva 'Porta a Porta' e assicurava: "Il Piano anticorruzione verrà attuato al Pini al più presto". "Abbiamo fornito alle autorità che ce l'hanno chiesta - aveva aggiunto l'ex responsabile del Noc (Nucleo operativo di controllo della Asl di Milano) - la lista di tutte le attività sugli impianti protesici, che fanno parte di un flusso di dati che è controllato".
Il progetto Domino.Infine, scrive il gip De Pascale, per aumentare il bacino di utenza dei pazienti e potenziare l'uso del dispositivo al Cto-Pini, Navone e Calori si sarebbero rivolti a Gustavo Cioppa, sottosegretario alla presidenza della giunta lombarda durante il mandato di Roberto Maroni, affinché intercedesse presso l'assessore al Welfare Giulio Gallera e il direttore generale del settore per ottenere dal Pirellone l'approvazione del 'Progetto Domino' che nel marzo 2017 accreditava il reparto diretto dallo stesso Calori come punto di riferimento regionale per il trattamento
delle infezioni articolari. Per questo Calori avrebbe ricevuto, dall'imprenditore, oltre a una borsa di Vuitton per la figlia, il pagamento delle spese sostenute per partecipare a convegni, per una intervista televisiva in Rai, un contratto di consulenza come 'opinion leader' per una società tedesca e anche 30 mila euro, come prestito infruttifero, per sostenere parte delle spese per aver acceso un mutuo per un importo di 1 milione e 350 mila euro.
(12/04/2018 13:09)
Ha ipotizzato che il figlio potesse avere il cancro, poi, dopo dieci giorni d'attesa col fiato sospeso, l'ha sbattuta fuori dall'ufficio. Renata Fontanelli, 51 anni, unisce la sua testimonianza alle diverse che stanno emergendo in questi giorni su Giorgio Maria Calori, il primario del Pini agli arresti domiciliari, con l'accusa di corruzione. In un'intervista al Corriere della sera, la donna ha raccontato la sua esperienza col dottore, definendola "agghiacciante".
"Mi ha tenuta dieci giorni con il fiato sospeso per dirmi se mio figlio aveva un tumore. E poi mi ha sbattuta fuori dallo studio. Sono arrivata a lui perché a mio figlio era stato diagnosticato il morbo di Schlatter. Gli ha prescritto un plantare molto costoso, da 370 euro, fatto da un suo amico".
Il morbo di Schlatter è una malattia che comporta alterazioni nello sviluppo delle ossa, ma Calori ipotizza che il problema del ragazzo potesse essere un altro: un tumore. Lo sottopone a risonanza magnetica, radiografia e prelievi del sangue. Nonostante i risultati siano arrivati il giorno dopo, il primario ha atteso a lungo prima di comunicare il risultato alla famiglia, in attesa.
"L'ho chiamato più volte, gli ho scritto, alla fine ho ottenuto un appuntamento". L'accoglienza è pessima: "Un'ora in sala d'aspetto, poi mi ha dato della prepotente, mi ha detto che non c'era nessun tumore e ha dichiarato che non dovevo più entrare in studio". Ma non ha rifiutato la parcella di 470 euro.
da huffington post
n.b. probabilmente come ha detto qualcuno soltanto sparate giornalistiche !!!
augurio speciale (12/04/2018 11:43)
a chi specula sulle sofferenze e sul dolore altrui: di finire al fresco, buttandone via la chiave, e di dover restituire il maltolto anche in termini di serenità.
se vero, è disgustoso!!!
(11/04/2018 16:44)
mi sembra un commento giusto ,la magistratura indaghi e giudichi fermo restando che nel campo sanitario certi fatti sono ancor più riprovevoli perchè sulle disgrazie altrui NON SI SPECULA
(11/04/2018 13:45)
ANSA) - MILANO, 11 APR - "La magistratura faccia il suo corso, ma se saranno dimostrati i reati prospettati è una cosa vergognosa". Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, commenta così gli ultimi arresti nelle inchieste sulla sanità milanese. Ne ha parlato a margine dell'inaugurazione di Palazzo Citterio. "Ogni forma di reato e di crimine è riprovevole - ha aggiunto Sala -, quando lo fanno persone che hanno anche dei privilegi dalla vita è veramente terribile. Persone che hanno così tanti privilegi dalla vita non dovrebbero permettersi. È certamente più grave di altri reati".
(11/04/2018 11:28)
quella non ha bisogno della pubblicazione dei dati per sapere se sei riccone ,imbroglione o peone
(11/04/2018 11:25)
Falso, è solo chi non ha nulla o che ha davvero poco (e che magari è astioso e invidioso) che non ha nulla da temere... la verità è che questa storia assurda della pubblicazione dei dati patrimoniali sembra al servizio della criminalità organizzata
(11/04/2018 11:05)
chi non ha nulla da temere ,non ha nulla da temere
(11/04/2018 10:45)
Nei paesi civili i dati patrimoniali restano riservati.
La loro pubblicazione non serve a niente ed è solo l’ottusa ossessione di rozzi ignoranti che sono arsi dall’invidia e dall’odio sociale.
(11/04/2018 09:51)
sarà stampa scandalistica
ma basterebbe pubblicare i dati patrimoniali prima e dopo incarichi pubblici
per capire tante cose senza bisogni di pseudo piani di corruzione appaltati a questa o quella ditta
(10/04/2018 23:13)
Mere confuse e fumose ipotesi investigative, per ora utili solo per la stampa scandalistica che non fa informazione ma spara fango.