SPAZIO APERTO ALLA RIFLESSIONE SUI TEMI PROFESSIONALI E NON SOLO
Ecce: ego mitto vos sicut oves in medio luporum; estote ergo prudentes sicut serpentes et simplices sicut columbae.
Cavete autem ab hominibus; tradent enim vos in conciliis… MATTHAEUM, 10,16-17.
IN RAGIONE DELLA ESTREMA IMPORTANZA DELLA QUESTIONE, SEGNALIAMO QUI IL LINK AL SITO ANPCI DA CUI SI PUO’ SCARICARE IL TESTO DELLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI GESTIONI ASSOCIATE OBBLIGATORIE: LINK AL SITO ANPCI
Passo gran parte del mio tempo, non a difendere la Legge, come vorrebbe la vulgata corrente, che mi qualifica enfaticamente “sentinella della legittimità”, ma piuttosto a difendere me (e quelli che a me si affidano) dalle angherie di una legge sempre più incomprensibile ed ottusa… Ossia vivo una realtà che è l’opposto rispetto a quella che ipocritamente si rappresenta.
"Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare" (M. Foucault)
Il blog e' organizzato in aree tematiche ognuna delle quali puo' avere una o piu' aree di discussione. Nelle area di discussioni possono essere inseriti uno o piu commenti. Le aree di discussione possono essere riservate o libere. Nelle discussioni riservate, identificate da un iconcina rossa, gli utenti possono inserire i propri commenti solo dopo aver effettuato l'autenticazione attraverso la pagina di login. Nelle discussioni libere, identificate da un iconcina verde, l'utente puo commentare liberamente senza la necessita di autenticarsi.
Discussione libera proposta da: il 13/04/2018 alle ore 09:53
Il guinzaglio corto
venerdì 13/04/2018 Il guinzaglio corto di Marco Travaglio La gag del Cainano che umilia per l’ennesima volta i suoi alleati sotto le auguste volte del Quirinale non è soltanto folklore. A 40 giorni dalla sua ennesima disfatta elettorale, sono accadute varie cosucce che parrebbero smentire l’irrilevanza del Caimano raccontata da chi si ostina a negare i suoi scandalosi conflitti d’interessi. E confermare quelle doti nascoste (per chi non le vuole proprio vedere) che consentono alla Cara Salma (politica) di esercitare un potere di veto e di interdizione assolutamente sproporzionate al suo peso elettorale e parlamentare. Tutte “doti” che non c’entrano nulla con la politica, ma seguitano a bloccarla come se il titolare fosse ancora il leader del centrodestra. Già il fatto che sia il capo di FI la dice lunga: nel 2011 perse la maggioranza e il governo, nel 2013 dimezzò i voti lasciandone per strada 6,5 milioni, nel 2014 fu condannato in via definitiva per frode fiscale ed espulso dal Parlamento, ora ha perso altri 3 milioni di voti. Dite voi in quale Paese un qualunque partito si terrebbe lo stesso leader plurisconfitto. Ma tant’è. Si pensava almeno che la Lega avrebbe preteso il giusto riconoscimento al suo strepitoso successo con una carica istituzionale: invece la presidenza del Senato destinata al centrodestra è andata a FI. Salvini aveva proposto almeno una figura presentabile: la Bernini. Niente da fare, B. ha imposto l’impresentabile Casellati. E i leghisti zitti.
Ora Salvini muore dalla voglia di andare al governo con i 5Stelle, liberandosi della zavorra berlusconiana. Il contratto offerto da Di Maio, anche grazie all’insipienza di quel che resta del Pd, è lì sul tavolo: basta firmarlo. Ma B. non vuole: se non c’è lui, non se ne fa niente. E Salvini, salvo sorprese dell’ultima ora, quel passo non lo fa. Perchè non vuole o non può farlo? Qui i fatti cedono il passo alle illazioni. O forse a qualcosa di più concreto, dopo 24 anni di eventi all’apparenza incomprensibili ogni volta che c’è di mezzo B. Nel 1996, perse le elezioni contro l’Ulivo di Prodi, B. era isolato (Bossi aveva corso da solo, aveva sfiorato il record del 10% dei voti, minacciava di abbattere i tralicci di Mediaset e lo chiamava “il mafioso di Arcore”) e sommerso di debiti e di processi: bastava una legge sul conflitto d’interessi, una norma antitrust e l’applicazione della sentenza della Consulta che imponeva a Mediaset di mollare Rete4, e sarebbe politicamente morto. Invece il centrosinistra lo salvò con l’ok alla quotazione in Borsa, la legge Maccanico salva-Rete4, le riforme-vergogna sui processi e lo sdoganamento come padre costituente nella Bicamerale targata D’Alema.
Nel 2006-08 era così disperato che iniziò a comprare senatori anti-Prodi: lo salvò un’altra volta il centrosinistra, cioè Napolitano e il Pd di Veltroni e Napolitano, che diedero una grande mano a Mastella&C. a rovesciare Prodi e riportare B. al governo. Nell’ottobre 2010 B. perse Fini (subito linciato per la casa di Montecarlo) e poi la maggioranza: ma Napolitano rinviò il voto sulle mozioni di sfiducia, dandogli il tempo di comprare una trentina di parlamentari. Nel 2011, complici gli scandali e lo spread, dovette arrendersi. Sarebbe bastato votare subito e si sarebbe estinto. Ma Napolitano e il Pd decisero di varare con lui il governo Monti, dissanguando il centrosinistra, garantendo a B. un 20% alle elezioni del 2013 e arruolandolo subito dopo nella rielezione di Re Giorgio, nel governo Letta, nel Nazareno, nella riforma costituzionale e in due leggi elettorali. Operazione che Renzi sognava di ripetere ora, grazie al Rosatellum fatto su misura contro i 5Stelle e pro FI, senza però fare i conti con gli elettori. Eppure la Cara Salma continua a dettare legge: Salvini, al netto delle rodomontate, torna all’ovile a ogni richiamo all’ordine. Come se avesse il guinzaglio troppo corto per uscire di casa senza il padrone. Evidentemente c’è qualcosa che i due sanno e noi non sappiamo. Solo le famose fidejussioni con cui B. garantì la Lega con le banche e che lo resero azionista del Carroccio fin dai tempi di Bossi, nel lontano 2000? O qualcos’altro? Mistero.
Sta di fatto che la Lega è legata tuttoggi indissolubilmente a lui. Se i 5Stelle sfidano Salvini a slegarsi ben sapendo che non può farlo, sono dei politici astuti. Ma se credono davvero che possa farlo, sono dei fessi e dei poveri illusi. Anche se Salvini, immemore della fine di Fini, si immolasse come i kamikaze mollando il Caimano, difficilmente lo seguirebbe l’intera Lega. Qualcosa ci dice che, a quel punto, la pattuglia parlamentare del Carroccio si assottiglierebbe giorno per giorno, con una lenta ma inesorabile transumanza di parlamentari verso il gruppo forzista: i bossiani e i maroniani ora stanno allineati e coperti, ma fino a quando? Se qualcuno pensa che Maroni abbia lasciato la Regione Lombardia per fare il rubrichista del Foglio, cioè per entrare in clandestinità, si illude. Poi, certo, c’è anche l’ipotesi che B. finga di accettare un governo M5S-Lega, limitandosi a un appoggio esterno senza ministri in cambio di garanzie per le aziende e i processi (ci stanno lavorando i vari Ghedini e Confalonieri, che incontra Lotti e altri senza che nessuno si scandalizzi o domandi a che titolo, mentre Mediaset si libera dei “populisti” Del Debbio, Belpietro e Giordano). Ma, dopo qualche settimana, un appoggio esterno ininfluente diventerebbe determinante con la solita compravendita di parlamentari leghisti. Che razza di “governo di cambiamento” sarebbe quello che non può neppure sfiorare i conflitti d’interessi, i trust editoriali, la Rai, la corruzione, l’evasione, la mafia e alle altre ragioni sociali di FI? Ieri Salvini vaneggiava di “riforma della giustizia” e B. annuiva: è sicuro Di Maio che sia la stessa che ha in mente lui?
Tutto immaginavamo nella vita, fuorché di dover spiegare proprio a Niccolò Ghedini il nostro titolo di ieri: “Il Delinquente umilia Salvini, insulta i 5Stelle e spera nel Pd”. Nessuno meglio dell’onorevole avvocato di Silvio Berlusconi dovrebbe sapere che il suo cliente è un delinquente. Sia perché, se non lo fosse, non avrebbe così spesso bisogno di lui: come legale e come legislatore. Sia perché almeno Ghedini le sentenze sull’illustre assistito dovrebbe averle lette e capite. È dunque con sommo stupore che leggiamo il suo annuncio di querela perché “i toni e i contenuti della critica politica possono essere più aspri e severi che non nella normale dialettica, ma il titolo e l’articolo della prima pagina del Fatto Quotidiano travalicano qualsiasi limite giuridico e deontologico, sconfinando nella più evidente contumelia e appaiono davvero inaccettabili. Ovviamente saranno esperite immediatamente tutte le azioni giudiziarie del caso”. Mentre lui esperisce, io faccio ammenda: il titolo di ieri era gravemente lacunoso, per motivi di spazio. La giusta definizione di B. è infatti delinquente naturale, o meglio: dotato di una “naturale capacità a delinquere”. Non è una “critica politica”: è un passaggio della sentenza emessa il 26.10.2012 dal Tribunale di Milano nel processo sulle frodi fiscali per 368 milioni di dollari perpetrate per anni da B. facendo acquistare da Mediaset diritti cinematografici dalle major Usa a prezzi gonfiati tramite sue società offshore.
Sentenza che condannò il Caimano a 4 anni di reclusione per le frodi (7,3 milioni di euro) sopravvissute alla prescrizione, da lui stesso dimezzata – a processo in corso – con la legge ex Cirielli. Sentenza confermata identica dalla Corte d’appello nel 2013 e dalla Cassazione nel 2014, con conseguente espulsione dal Senato in base alla legge Severino e affidamento ai servizi sociali per scontare la pena extra-indulto in una casa di riposo per (incolpevoli) anziani. I giudici di primo grado definiscono B. “dominus di un preciso progetto di evasione esplicato in un arco temporale ampio e con modalità sofisticate” e aggiungono che “non si può ignorare la produzione di un’immensa disponibilità economica all’estero ai danni dello Stato e di Mediaset che ha consentito la concorrenza sleale ai danni delle altre società del settore”. La Corte d’appello ribadisce “la prova, orale e documentale, che Berlusconi abbia direttamente gestito la fase iniziale per così dire del gruppo B (sistema di società offshore) e quindi dell’enorme evasione fiscale realizzata”.
E continuò a delinquere anche dopo l’ingresso in politica nel ’94 e dopo il generoso via libera della Consob (centrosinistra) nel ’96 alla quotazione in Borsa di una società infognata nei fondi neri e nei bilanci falsi: “Almeno fino al 1998 vi erano state le riunioni per decidere le strategie del gruppo, riunioni con il proprietario Silvio Berlusconi”, “nonostante i ruoli pubblici assunti” dal leader di Forza Italia. Dunque “era riferibile a Berlusconi l’ideazione, la creazione e lo sviluppo del sistema che consentiva la disponibilità di denaro separato da Fininvest ed occulto, al fine di mantenere ed alimentare illecitamente disponibilità patrimoniali estere presso conti correnti intestati a società che erano a loro volta amministrate da fiduciari di Berlusconi”. Il delinquente naturale aveva creato quella gigantesca truffa allo Stato e alla stessa Mediaset “per il duplice fine di realizzare un’imponente evasione fiscale e di consentire la fuoriuscita di denaro dal patrimonio di Fininvest e Mediaset a beneficio di Berlusconi”. La Cassazione spiega come Berlusconi, “ideatore e beneficiario del meccanismo del giro dei diritti… continuava a produrre effetti (illeciti) di riduzione fiscale per le aziende a lui facenti capo in vario modo”, “la perdurante lievitazione dei costi di Mediaset ai fini di evasione fiscale” e l’arricchimento illecito di B. che “continuava a godere della ricaduta economica del sistema praticato” con enormi “disponibilità patrimoniali estere”.
Tralasciamo, per carità di patria, le decine di altre sentenze che definiscono il Delinquente anche corruttore prescritto di senatori della Repubblica e di testimoni, finanziatore occulto e prescritto di leader politici, capo di aziende corruttrici della Guardia di Finanza, “privato corruttore” prescritto di magistrati romani, finanziatore per almeno 18 anni di Cosa Nostra con cui aveva stretto un patto d’acciaio fin dal 1974, falso testimone amnistiato e falsificatore di bilanci prescritto o impunito grazie a “riforme” fatte da lui stesso. Quelle sentenze almeno Ghedini dovrebbe conoscerle bene: un po’ perché molte sono frutto di leggi ad personam votate e/o volute anche da lui; un po’ perché l’onorevole avvocato le ha impugnate in appello e in Cassazione per ottenere assoluzioni nel merito, ed è stato quasi sempre respinto con perdite. Però almeno una parola della dichiarazione ghediniana di ieri coglie nel segno: là dove usa l’aggettivo “inaccettabili”. Per lui sono inaccettabili il titolo del Fatto e il mio articolo. Per noi, e per molti italiani (a giudicare dalle ultime elezioni, direi la stragrande maggioranza), è inaccettabile che un Delinquente Naturale conclamato venga ricevuto al Quirinale, rimanga leader di un partito, sia consultato da quasi tutti i partiti politici per il nuovo governo e si permetta (anche perché gli vengono permesse) sceneggiate come quella dell’altroieri nel luogo più solenne della democrazia italiana: la Presidenza della Repubblica. Nei Paesi che – per usare un’espressione a lui cara – “conoscono l’Abc della democrazia”, i delinquenti naturali non vanno al Quirinale. Vanno in galera.
possiamo parlare anche di ortaggi e frutta ma anche di calcio ,baseball e rugby
per chi ha la memoria corta (13/04/2018 17:30)
IL FORUM DEI SEGRETARI COMUNALI E PROVINCIALI
SPAZIO APERTO ALLA RIFLESSIONE SUI TEMI PROFESSIONALI E NON SOLO
(13/04/2018 12:36)
ma con il sito segretari comunali certi articoli secondo me sono fuori mazzo.
la poltrona... (13/04/2018 11:54)
...e' poltona e vassi rispettata....ma quanti parlamentari di forza italia avrebbero voglia di ritornarsene a casa,in caso di elezioni anticipate????credo pochini.....e allora,scaricassero la salma(politica)e vai col governo giggino-matteo......QUI IL GRANDE RISCHIO E' CHE ARRIVI LA TROIKA...E NON CE NE SAREBBE PIU' PER NESSUNO....
(13/04/2018 10:27)
Grande Travaglio
povero mattarella!!!! (13/04/2018 10:15)
pare che quando si sia visto davanti il badante della nipote di mubarak,non credesse ai suoi occhi!!!infatti,gli avevano garantito che il vecchio sporcaccione pregiudicato non sarebbe salito al colle.....a me fanno pena solo i militari costretti a fare il saluto d'ordinanza ad un condannato non ancora riabilitato...tant'e',questa e' l'italia...