Abusivismo problema atavico.......
e complesso in alcune regioni che si vuole scaricare tutto sulle fragili spalle di funzionari
L ' a l t r a p a g i n a La storia Abusi edilizi A Caltagirone, in Sicilia, 82 immobili fuori legge da
più di 20 anni. Non sono stati né buttati giù né requisiti dalle amministrazioni e di loro non c' è
traccia nelle liste comunali E i proprietari hanno continuato a viverci
Lo strano caso del paese dove l' esproprio è un
condono
Evviva il commissario.
N o n f o s s e a r r i v a t o l u i u n b e l g i o r n o , a l
Comune di Caltagirone, chissà se qualcuno
avrebbe tirato fuori dal cassetto dov' era stata
accuratamente nascosta la storia incredibile di
82 immobili abusivi mai demoliti e lasciati
dalle amministrazioni che si sono succedute
per vent' anni in uso a chi li aveva costruiti.
Gratis, per giunta. L' origine della vicenda, per
com' è stata ricostruita in una recentissima
sentenza della Corte dei conti, risale a metà
degli anni Novanta. Già allora il comune di
Caltagirone aveva emanato una serie di
ordinanze di demolizione, ma senza alcun
risultato: chi aveva costruito la casa abusiva
rispose con un' alzata di spalle, contando sul
fatto che nessuno avrebbe mai avuto il
coraggio di dare un colpo di piccone. Infatti
andò esattamente così. Ma siccome la cosa
era ormai sotto gli occhi di tutti era impossibile
f a r f i n t a d i n i e n t e . C ' e r a t u t t a v i a u n a
scappatoia, prevista dalla legge.
Anziché demolirli, il Comune avrebbe potuto
acquisire gli immobili abusivi al patrimonio
municipale con la scusa di fronteggiare casi di
emergenza abitativa. La relativa delibera fu
approvata il 2 agosto dell' anno 2000, l' ultimo
dello scorso millennio. Da quel momento sulla vicenda si stese morbidamente una coltre di silenzio.
Fino a quando, nella primavera del 2015, il sindaco Nicola Bonanno eletto con il centrodestra e
sostenuto dagli alfaniani viene disarcionato da una mozione di sfiducia votata anche da Forza Italia. Il
Comune è in stato di dissesto e le tensioni politiche fanno il resto. E il governatore siciliano Rosario
Crocetta spedisce a fare il commissario di Caltagirone, in attesa delle nuove elezioni, un dirigente della
Regione: Mario La Rocca. Che ci mette poco a scoprire gli altarini. Il disordine amministrativo è
lampante. Salta fuori che ci sono a dir poco trecento immobili non accatastati: un trucchetto per non
pagare Imu né Tarsu. Ma soprattutto che ce ne sono 82 che dovevano essere demoliti e anziché buttarli
giù sarebbero stati acquisiti al patrimonio comunale. Il condizionale è d' obbligo, perché non risulta che
la delibera dell' agosto 2000 sia stata seguita da atti concreti. Niente di niente.
Negli elenchi del patrimonio comunale non c' è traccia di quegli 82 immobili, e non figurano nemmeno
nella lista delle proprietà non strumentali all' attività istituzionale che i Comuni sono tenuti a compilare in
base a una legge del 2008. Come si fossero improvvisamente volatilizzati. Invece non sono affatto
scomparsi, e dentro ci stanno pure coloro che li hanno costruiti abusivamente. Senza aver mai pagato
un euro d' affitto, mentre è previsto che chi occupa le abitazioni requisite debba comunque una pigione
alle casse municipali. La pratica finisce inevitabilmente in mano alla Guardia di Finanza, che arriva alla
seguente conclusione: il Comune di Caltagirone ci ha rimesso almeno un milione e mezzo, a voler
considerare quegli immobili alla stregua di case popolari assegnate al canone minimo di pochi euro al
mese previsto dalle leggi. A quel punto il commissario finalmente impone che la faccenda venga
quantomeno regolarizzata e che gli occupanti paghino il dovuto. C' è allora chi accetta di versare
qualche briciolina, ma c' è pure chi si rifiuta con la motivazione di aver presentato una domanda di
condono che non è mai stata esaminata. E siamo ancora lì. Con una differenza: almeno adesso si sa
che quegli immobili abusivi esistono.
Quanto alle responsabilità, inutile farsi illusioni. Nessuno ha pagato.
Anche la Corte dei conti, suo malgrado, ha fatto un buco nell' acqua. L' anno scorso i giudici contabili
avevano chiamato in causa un folto gruppo di dirigenti ed ex dirigenti che si erano alternati alla guida
degli uffici competenti. A loro la procura contabile ha contestato "la mancata regolarizzazione della
situazione di fatto venutasi a creare per oltre 15 anni", per "negligenza grave e inescusabile", essendo
"del tutto inverosimile l' idea che agli stessi potesse sfuggire una consistenza patrimoniale di 82
immobili, comunque già trascritti nei pubblici registri sin dall' ottobre 1996". Salvo però realizzare che
per quasi tutti era ormai scattata la prescrizione. Solo in due restavano imputabili, e sono stati assolti
con tante scuse come dice una sentenza depositata il 30 marzo scorso. Nessun politico è stato invece
tirato in ballo: idem gli abusivi che quei politici e le amministrazioni da loro guidate hanno protetto.
Grazie a una lunga e singolare amnesia.
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SERGIO RIZZO
18 aprile 2018
Pagina 21 La Repubblica
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