Eccesso di procedure e responsabilitą paralizza la P.A.
LA SFIDA PER IL GOVERNO
Per far funzionare lo Stato meno scosse e più veri
piloti
na delle prove che dovranno superare i prossimi governi,
nazionali ma anche locali, riguarda la gestione della
macchina amministrativa. Una prova considerata banale o
scontata, ma che poi emerge spesso come alibi per il
mancato raggiungimento degli obiettivi fissati nei programmi
politici.
Occorre riflettere sul fatto che ogni governo si troverà a
fronteggiare due dinamiche del sistema amministrativo
italiano che rendono comunque difficile la prova del
governare.
di Francesco Verbaro U n fenomeno fisiologico è dato dall'
incremento della complessità della società, con la necessità
di estendere il diritto e quindi l' amministrazione pubblica ad
aree che in passato erano ignorati. Un fenomeno dato anche
dalla complessità e dalla specificità europea e italiana di
essere un' area di «Civil law», oggi con una governance
multilivello.
Quindi una complessità che richiede professionalità politica,
certamente, e non improvvisazione o adolescenziali strumenti
di rotazione.
A questo fisiologico incremento della complessità va aggiunto
un fenomeno tutto italiano: la complessità patologica
derivante da un eccesso di norme inutili e da un' attenzione
che negli ultimi anni si è affermata sulle procedure più che sui
risultati (si veda, in proposito, l' articolo a pag.5 sui vizi nella
formazione del pubblico impiego).
Se le riforme degli anni 90, influenzate dai dibattiti in Paesi
come Usa e Regno Unito avevano posto l' attenzione sui
risultati, oggi registriamo la drammatica «scomparsa dei
risultati». Nonostante la normativa degli ultimi anni e le prassi
c h e h a n n o p i ù v o l t e r i c h i a m a t o l ' i m p o r t a n z a d e l l a
performance anche per erogare componenti accessorie della
retribuzione, purtroppo i risultati sono scomparsi. Qualcuno
sarebbe tentato di dire che non sono mai apparsi, pur in
presenza del principio costituzionale del «buon andamento».
La difficoltà di fronte a contesti interdipendenti, dinamici e
nuovi di raggiungere i risultati, la presenza di una pluralità di
vincoli interni ed esterni sulla macchina amministrativa e l'
indebolimento del management pubblico hanno reso difficile
l' arte del Governo e quella di produrre risultati rilevanti per la collettività. Mentre nel mondo si andava
alla ricerca di governance semplici ed efficaci, l' Italia andava nella direzione opposta. Questo ha
alimentato la profonda crisi di fiducia nelle nostre istituzioni, non facilmente recuperabile, e ha scatenato
una gara alla ricerca di alibi per il mancato raggiungimento dei risultati.
In questa patologia, in parte prodotto del caos istituzionale, normativo e amministrativo prodotto da una
politica debole e orientata a un' ottica di breve termine, troviamo anche i fenomeni di «amministrazione
difensiva». Come nella sanità c' è il ricorso eccessivo alla diagnostica nel tentativo di minimizzare il
rischio di contenziosi legali, nella Pa ordinaria ci si protegge con pareri, norme o con il coinvolgimento
di altri organi, rispetto al rischio sempre più ampio di incorrere nelle responsabilità amministrative e di
gestione. Responsabilità aumentate caoticamente e quindi non governabili, per la pluralità di norme
sulla spesa, sui presupposti di legittimità o sull' anticorruzione che, pur importanti di per sé, hanno
generato un coacervo di mine difficile da evitare.
Il contesto in cui sono state introdotte tutte queste norme, secondo logiche anticasta e di "caccia alle
streghe", spesso sull' onda di eventi mediaticamente rilevanti, ha portato ad alimentare un criterio
interpretativo per il quale nel dubbio si estende la norma più rigorosa.
È vero inoltre che un' amministrazione debole è più esposta al contenzioso e a un atteggiamento delle
magistrature maggiormente invasivo e punitivo. Comprare tempo, coinvolgere altri soggetti nel
processo decisionale, integrarlo con pareri e istruttorie inutili o un atto di indirizzo di dettaglio dell'
organo politico diventano le modalità per funzionari e dirigenti per proteggersi dai rischi delle tante
responsabilità. L' eccesso di responsabilità inutili favorisce solo la paralisi. L' età media sempre più
elevata dei dipendenti pubblici, ovviamente, non solo frena produttività e innovazione, ma porta con sé
una bassa propensione al rischio e un atteggiamento conservativo.
Se non si ha consapevolezza di tutto questo non si capisce l' attuale difficoltà oggettiva di governo che
non può essere superata facilmente. Certamente questa complessità ha bisogno di riforme che
semplifichino il quadro istituzionale e amministrativo, ma richiede anche una classe politica più
attrezzata, e non meno come si è proclamato negli ultimi anni. Invece di rafforzare la classe dirigente, di
fronte all' aumento della complessità si è pensato di indebolirla, pensando che la competenza fosse
sinonimo di «professionismo della politica», quindi di «casta».
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Francesco Verbaro
21 maggio 2018
Pagina 10 Il Sole 24 Ore
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