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Ecce: ego mitto vos sicut oves in medio luporum; estote ergo prudentes sicut serpentes et simplices sicut columbae. 
Cavete autem ab hominibus; tradent enim vos in conciliis… MATTHAEUM, 10,16-17.

IN RAGIONE DELLA ESTREMA IMPORTANZA DELLA QUESTIONE, SEGNALIAMO QUI IL LINK AL SITO ANPCI DA CUI SI PUO’ SCARICARE IL TESTO DELLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI GESTIONI ASSOCIATE OBBLIGATORIE: LINK AL SITO ANPCI 

Passo gran parte del mio tempo, non a difendere la Legge, come vorrebbe la vulgata corrente, che mi qualifica enfaticamente “sentinella della legittimità”, ma piuttosto a difendere me (e quelli che a me si affidano) dalle angherie di una legge sempre più incomprensibile ed ottusa… Ossia vivo una realtà che è l’opposto rispetto a quella che ipocritamente si rappresenta.


"Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare"
(M. Foucault)
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Discussione libera proposta da: il 21/05/2018 alle ore 09:58
Eccesso di procedure e responsabilitą paralizza la P.A.

LA SFIDA PER IL GOVERNO

Per far funzionare lo Stato meno scosse e più veri

piloti

na delle prove che dovranno superare i prossimi governi,

nazionali ma anche locali, riguarda la gestione della

macchina amministrativa. Una prova considerata banale o

scontata, ma che poi emerge spesso come alibi per il

mancato raggiungimento degli obiettivi fissati nei programmi

politici.

Occorre riflettere sul fatto che ogni governo si troverà a

fronteggiare due dinamiche del sistema amministrativo

italiano che rendono comunque difficile la prova del

governare.

di Francesco Verbaro U n fenomeno fisiologico è dato dall'

incremento della complessità della società, con la necessità

di estendere il diritto e quindi l' amministrazione pubblica ad

aree che in passato erano ignorati. Un fenomeno dato anche

dalla complessità e dalla specificità europea e italiana di

essere un' area di «Civil law», oggi con una governance

multilivello.

Quindi una complessità che richiede professionalità politica,

certamente, e non improvvisazione o adolescenziali strumenti

di rotazione.

A questo fisiologico incremento della complessità va aggiunto

un fenomeno tutto italiano: la complessità patologica

derivante da un eccesso di norme inutili e da un' attenzione

che negli ultimi anni si è affermata sulle procedure più che sui

risultati (si veda, in proposito, l' articolo a pag.5 sui vizi nella

formazione del pubblico impiego).

Se le riforme degli anni 90, influenzate dai dibattiti in Paesi

come Usa e Regno Unito avevano posto l' attenzione sui

risultati, oggi registriamo la drammatica «scomparsa dei

risultati». Nonostante la normativa degli ultimi anni e le prassi

c h e h a n n o p i ù v o l t e r i c h i a m a t o l ' i m p o r t a n z a d e l l a

performance anche per erogare componenti accessorie della

retribuzione, purtroppo i risultati sono scomparsi. Qualcuno

sarebbe tentato di dire che non sono mai apparsi, pur in

presenza del principio costituzionale del «buon andamento».

La difficoltà di fronte a contesti interdipendenti, dinamici e

nuovi di raggiungere i risultati, la presenza di una pluralità di

vincoli interni ed esterni sulla macchina amministrativa e l'

indebolimento del management pubblico hanno reso difficile

l' arte del Governo e quella di produrre risultati rilevanti per la collettività. Mentre nel mondo si andava

alla ricerca di governance semplici ed efficaci, l' Italia andava nella direzione opposta. Questo ha

alimentato la profonda crisi di fiducia nelle nostre istituzioni, non facilmente recuperabile, e ha scatenato

una gara alla ricerca di alibi per il mancato raggiungimento dei risultati.

In questa patologia, in parte prodotto del caos istituzionale, normativo e amministrativo prodotto da una

politica debole e orientata a un' ottica di breve termine, troviamo anche i fenomeni di «amministrazione

difensiva». Come nella sanità c' è il ricorso eccessivo alla diagnostica nel tentativo di minimizzare il

rischio di contenziosi legali, nella Pa ordinaria ci si protegge con pareri, norme o con il coinvolgimento

di altri organi, rispetto al rischio sempre più ampio di incorrere nelle responsabilità amministrative e di

gestione. Responsabilità aumentate caoticamente e quindi non governabili, per la pluralità di norme

sulla spesa, sui presupposti di legittimità o sull' anticorruzione che, pur importanti di per sé, hanno

generato un coacervo di mine difficile da evitare.

Il contesto in cui sono state introdotte tutte queste norme, secondo logiche anticasta e di "caccia alle

streghe", spesso sull' onda di eventi mediaticamente rilevanti, ha portato ad alimentare un criterio

interpretativo per il quale nel dubbio si estende la norma più rigorosa.

È vero inoltre che un' amministrazione debole è più esposta al contenzioso e a un atteggiamento delle

magistrature maggiormente invasivo e punitivo. Comprare tempo, coinvolgere altri soggetti nel

processo decisionale, integrarlo con pareri e istruttorie inutili o un atto di indirizzo di dettaglio dell'

organo politico diventano le modalità per funzionari e dirigenti per proteggersi dai rischi delle tante

responsabilità. L' eccesso di responsabilità inutili favorisce solo la paralisi. L' età media sempre più

elevata dei dipendenti pubblici, ovviamente, non solo frena produttività e innovazione, ma porta con sé

una bassa propensione al rischio e un atteggiamento conservativo.

Se non si ha consapevolezza di tutto questo non si capisce l' attuale difficoltà oggettiva di governo che

non può essere superata facilmente. Certamente questa complessità ha bisogno di riforme che

semplifichino il quadro istituzionale e amministrativo, ma richiede anche una classe politica più

attrezzata, e non meno come si è proclamato negli ultimi anni. Invece di rafforzare la classe dirigente, di

fronte all' aumento della complessità si è pensato di indebolirla, pensando che la competenza fosse

sinonimo di «professionismo della politica», quindi di «casta».

© RIPRODUZIONE RISERVATA.

Francesco Verbaro

21 maggio 2018

Pagina 10 Il Sole 24 Ore

 



prendete lezioni (22/05/2018 10:32)

prendete lezioni da chi ha tanti comuni sia come titolare che come supplente

 

vi darà le giuste dritte per superare ansia e altro

per 10.26 (22/05/2018 10:30)


appunto,un lavoro che non si puo' piu' fare....sono terrorizzato per ogni atto che pongo in essere e questa non e' piu' vita....

(21/05/2018 10:26)

La sensazione è quella di essere sempre sub iudice....non importa quanto sei corretto, quante procedure, leggi, leggine, interpretazioni, pareri, sentenze applichi, conosci e rispetti....lo sai che se vogliono, qualcosa per incastrarti esce sempre fuori.

Tutti i giorni sul banco degli imputati, ma che vita, che lavoro è!