IL FORUM DEI SEGRETARI COMUNALI E PROVINCIALI
SPAZIO APERTO ALLA RIFLESSIONE SUI TEMI PROFESSIONALI E NON SOLO
 
 
Ecce: ego mitto vos sicut oves in medio luporum; estote ergo prudentes sicut serpentes et simplices sicut columbae. 
Cavete autem ab hominibus; tradent enim vos in conciliis… MATTHAEUM, 10,16-17.

IN RAGIONE DELLA ESTREMA IMPORTANZA DELLA QUESTIONE, SEGNALIAMO QUI IL LINK AL SITO ANPCI DA CUI SI PUO’ SCARICARE IL TESTO DELLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI GESTIONI ASSOCIATE OBBLIGATORIE: LINK AL SITO ANPCI 

Passo gran parte del mio tempo, non a difendere la Legge, come vorrebbe la vulgata corrente, che mi qualifica enfaticamente “sentinella della legittimità”, ma piuttosto a difendere me (e quelli che a me si affidano) dalle angherie di una legge sempre più incomprensibile ed ottusa… Ossia vivo una realtà che è l’opposto rispetto a quella che ipocritamente si rappresenta.


"Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare"
(M. Foucault)
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Discussione libera proposta da: il 18/06/2018 alle ore 11:06
Disumano troppo disumano
La crisi dei mercati finanziari raccontata da chi l?ha inventata. Che non è un broker e non è nemmeno un capitalista senza scrupoli. Anzi non è nemmeno un uomo: è solo un algoritmo. È l?idea che ha avuto Alexandre Laumonier, esperto di high frequency trading e intelligenze artificiali. Il suo blog Sniper in Mahwah è tra i siti di riferimento negli studi sui flussi economici attuali. Sarà per questo motivo che Leumonier ha scritto 6|5, la Rivolta delle macchine, appena tradotto in italiano da Linda Valle per la collana Not della casa editrice Nero. Se da una parte film e romanzi ci hanno abituato alla figura romantica del broker, lo spregiudicato agente in giacca e cravatta protagonista di classici come Wall Street, dall?altra la realtà è diversa: le borse sono state automatizzate, e gli scambi avvengono in una dimensione più simile a un film di fantascienza. Insomma le affollate platee dove le transazioni avvenivano tra le urla e in tempo reale sono un retaggio del passato. Perché i veri protagonisti della finanza di oggi portano nomi come Sonar, Razor, Scouter, Tex, Night Vision, Pathfinder, Ninja. Non indossano né completi su misura né si esprimono a gesti e urla. E ? appunto ? non sono neanche umani: sono algoritmi. Creati agli inizi dell?era informatica, gli algoritmi finanziari hanno ormai raggiunto una tale potenza e velocità che gli stessi umani non sono più in grado di comprenderli. In appena pochi nanosecondi un algoritmo può determinare successi e fallimenti di intere aziende, proiettando le nostre economie in una sfera a metà tra l?allucinazione e l?incubo. 6|5 descrive storia e protagonisti di una vicenda che sembra narrata in un romanzo di Philip Dick e che invece è terribilmente concreta, reale, specie visti gli esiti della crisi del 2008. Un po? thriller finanziario, un po? saggio antropologico, un po? romanzo d?avventura, la lettura del libro di Laumonier lascia sgomenti sin dalla prima pagina, quando incontriamo il personaggio protagonista della saga. A parlare, infatti, è direttamente lui: un algoritmo di nome Sniper. Unico in grado di penetrare l?assurda realtà in cui sono precipitati i destini dell?economia mondiale.

Giganti del web molti ricavi pochi posti di lavoro (18/06/2018 12:05)
Per i giganti del web abbondano i ricavi non i posti di lavoro Analisi di Inapp: abbiamo un problema di redistribuzione dei guadagni online Ricavi in crescita esponenziale ma risvolti occupazionali minimi, almeno quando si parla di `posti fissi`. E il sospetto di un` evasione fiscale legale giustificata dal concetto, ormai superato, della residenza fiscale dei colossi del web. Le piattaforme digitali rappresentano una realtà economica in fortissima espansione. Sono parte integrante della vita quotidiana di miliardi di persone e l` Italia non fa eccezione. L` Inapp (l` Istituto Nazionale per l` Analisi delle Politiche pubbliche) ha dedicato al tema un convegno di due giorni tal titolo «Il lavoro e l` impresa nell` economia delle piattaforme» (che si è svolto giovedì e venerdì a Roma) con un focus particolare, a cura di Stefano Sacchi e Dario Guarascio, sugli andamenti occupazionali recenti delle principali piattaforme. A guardare i numeri si resta per lo meno stupiti dalla loro esiguità. Nel 2016 in Italia Google e Facebook avevano rispettivamente 195 e 22 dipendenti: numeri in parte giustificati dalla natura tecnologica e organizzativa delle piattaforme, che fa sì che il loro fabbisogno occupazionale sia volto principalmente a profili tecnici e manageriali. Tra i big player l` eccezione è Amazon, la piattaforma con il maggior numero di occupati: 1169 dipendenti nel 2016, dato legato all` importante rete di raccolta e smistamento beni di Amazon Logistica e con una presenza massiccia di lavoro in somministrazione, caratterizzato da un turnover molto elevato. Per Amazon gli avviamenti in media nel periodo 201617 hanno superato le 7mila unità ma il turnover ha superato il 1200%. Una recente ispezione del ministero del Lavoro ha costretto ad Amazon ad assumere 1300 lavoratori `somministrati` nel megamagazzino di Castel San Giovanni. La ricerca ha analizzato le piattaforme specializzate nella consegna dei pasti Deliveroo, Foodora e JustEat caratterizzate da una bassa intensità occupazionale (70, 45 e 80 dipendenti nel 2016) ma con tre modelli organizzativi diversi. Mentre Foodora, a fronte di un ridotto nucleo di dipendenti, sottoscrive contratti di collaborazione coordinata e continuativa con i rider, Deliveroo utilizza contratti di collaborazione occasionale e rapporti di lavoro autonomo. Il modello Just Eat prevede invece il coinvolgimento di un terzo soggetto chiamato esclusivamente a stipulare contratti di collaborazione con i rider. Le piattaforme di intermediazione acquisti e immobili come Casa. it, Subito.it e Booking si comportano come Google e Facebook: vale a dire hanno un certo numero di dipendenti (rispettivamente 125, 111 e 239) ma non fanno ricorso a contratti di collaborazione visto che non devono materialmente vendere qualcosa. «Le piattaforme dice il presidente di Inapp, Stefano Sacchi anche quelle globali, occupano poco personale e pagano nel nostro paese poche tasse rispetto ai ricavi. Quindi c` è un problema molto rilevante di distribuzione dei guadagni delle piattaforme digitali, che da un lato non si trasformano in occupazione e dall` altro non alimentano la capacità redistributiva dello stato attraverso le imposte». Assieme al problema di come garantire adeguata protezione sociale ai lavoratori della gig economy secondo l` Inapp la questione fondamentale dei prossimi anni è come redistribuire i guadagni di produttività e il valore aggiunto che vengono dal progresso tecnologico. Basti citare l` esempio clamoroso di Facebook che nel 2016 ha fatto registrare ricavi pari a 426mila euro per dipendente. L` alternativa è una società fortemente polarizzata. Un altro aspetto analizzato nel corso del convegno è stato proprio il cambiamento del mondo del lavoro in Italia in seguito alla rivoluzione digitale. Le professioni connotate da mansioni ad alto tasso di creatività si caratterizzano per un minor rischio di sostituzione mentre le professioni con mansioni routinarie tendono ad essere penalizzate perché sostituibili con le macchine. Si iniziano a notare i tratti della polarizzazione dell` occupazione in connessione al cambiamento tecnologico, come negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Cresce la richiesta di personale superspecializzato da una parte e di `bassa manovalanza` (ad esempio per la logista) e a farne le spese sono i lavoratori di medio livello: operai e impiegati generici sono in forte contrazione. RIPRODUZIONE RISERVATA Addetti in uno dei centri logistici italiani di Amazon. Il colosso del commercio elettronico ha tre grandi poli già operativi in Italia e ne sta aprendo altri due. CINZIA ARENA 17 giugno 2018 Pagina 23 Avvenire
Crisi aziendale e la disperazione (18/06/2018 11:11)
Un uomo di 49 anni si è impiccato nella notte tra sabato e domenica nel Centro stampa di Gorizia dove vengono confezionati alcuni quotidiani del Gruppo editoriale Gedi distribuiti in Friuli Venezia Giulia. Il poligrafico è stato trovato dai colleghi che lo cercavano perché non lo vedevano più al proprio posto di lavoro. Era sposato e padre di un figlio. Secondo quanto riporta l?Ansa, ha lasciato un biglietto per chiedere scusa proprio ai familiari. La maggior parte dei quotidiani del Gruppo Gedi domenica non saranno in edicola. La Federazione nazionale della stampa italiana ? il sindacato unico dei giornalisti ? e l?Assostampa regionale dichiarano: ?Non possiamo non ricordare che il tragico gesto giunge all?indomani dell?annuncio del gruppo Gedi di trasferire la stampa dei due giornali (Il Piccolo e Messaggero Veneto, ndr) e le maestranze nella tipografia di Padova?. Le segreterie del Friuli Venezia Giulia di Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil, hanno proclamato ?lo sciopero del Centro stampa di Gorizia fino alle ore 12 di domani 17 giugno?. ?È stato annullato l?incontro sindacale inerente la ristrutturazione del Gruppo Gedi, previsto per lunedì?, si legge in una nota. Allo sciopero dei quotidiani Il Piccolo e Messaggero Veneto hanno aderito anche molti altri quotidiani del gruppo, tra cui La Nuova Venezia, il Mattino di Padova, la Tribuna di Treviso, Corriere delle Alpi, Nuova Gazzetta di Modena, La Nuova Ferrara, la Gazzetta di Reggio Emilia e Il Tirreno. Non sono in edicola domenica neanche La Stampa e Repubblica, che hanno sottolineato la loro solidarietà in due note diffuse dai cdr che hanno parlato di ?tragedia che colpisce tutti?, sottolineando che ?qualsiasi intervento di ristrutturazione aziendale? influisce ?sulla vita stessa delle persone?. Il sito di Repubblica non sarà aggiornato dalle 6 di oggi domenica alle 6 di lunedì 18 giugno. Fnsi e Assostampa Fvg invitano a ?una riflessione su politiche aziendali che, ormai ovunque, spingono le aziende a trattare il bene informazione con criteri esclusivamente ragionieristici?. I due sindacati nazionale e regionale insistono sul fatto che venga ?fatta passare in secondo piano la qualità del prodotto, il radicamento sul territorio e, purtroppo, anche la dignità del lavoro, sempre più ridotto a merce, e delle persone, ormai pedine da spostare senza criterio sullo scacchiere dei risparmi, degli accorpamenti e dei tagli indiscriminati? mentre, invece, ?il rispetto per le persone, prim?ancora che dei lavoratori, deve tornare a essere nell?Italia del 2018 una precondizione di relazioni industriali e sindacali spesso degradate, nel rispetto dei sacrosanti principi costituzionali?. ?Alla famiglia e ai colleghi del lavoratore scomparso le condoglianze e la vicinanza commossa del sindacato unitario dei giornalisti italiani?, concludono. ?La notizia colpisce profondamente le nostre redazioni, che in questo periodo sono alle prese con una serie di novità, a livello lavorativo, organizzativo e grafico, intraprese da Gnn, il nuovo gruppo editoriale?, si legge invece nella nota dei comitati di redazione di Nuova Gazzetta di Modena, Gazzetta di Mantova, La Nuova Ferrara e Gazzetta di Reggio. ?Lo stesso Centro stampa di Gorizia, a regime da circa sei anni, dopo la dismissione delle rotative di Udine e Trieste e il loro conseguente accorpamento nell?Isontino, finirà di essere operativo il prossimo mese?, spiega il comunicato.