IL FORUM DEI SEGRETARI COMUNALI E PROVINCIALI
SPAZIO APERTO ALLA RIFLESSIONE SUI TEMI PROFESSIONALI E NON SOLO
 
 
Ecce: ego mitto vos sicut oves in medio luporum; estote ergo prudentes sicut serpentes et simplices sicut columbae. 
Cavete autem ab hominibus; tradent enim vos in conciliis… MATTHAEUM, 10,16-17.

IN RAGIONE DELLA ESTREMA IMPORTANZA DELLA QUESTIONE, SEGNALIAMO QUI IL LINK AL SITO ANPCI DA CUI SI PUO’ SCARICARE IL TESTO DELLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI GESTIONI ASSOCIATE OBBLIGATORIE: LINK AL SITO ANPCI 

Passo gran parte del mio tempo, non a difendere la Legge, come vorrebbe la vulgata corrente, che mi qualifica enfaticamente “sentinella della legittimità”, ma piuttosto a difendere me (e quelli che a me si affidano) dalle angherie di una legge sempre più incomprensibile ed ottusa… Ossia vivo una realtà che è l’opposto rispetto a quella che ipocritamente si rappresenta.


"Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare"
(M. Foucault)
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Discussione libera proposta da: il 28/06/2018 alle ore 12:49
Le proposte del ministro Costa per ambiente ed enti locali
Di seguito l'intervista rilasciata a La Stampa dal ministro dell'Ambiente Sergio Costa. Ministro dell'Ambiente Sergio Costa, cosa ha dunque proposto l'Italia al tavolo del consiglio dei ministri dell'Ambiente a Lussemburgo? «Una linea seria ma ambiziosa. Serve gradualità per favorire la riconversione produttiva di un settore importante come quello automobilistico, ma bisogna rispettare l'accordo di Parigi sul clima. Un accordo giustamente considerato la più grande conquista degli ultimi anni in campo ambientale, che abbiamo liberamente deciso di sottoscrivere. La nostra proposta è quella che l'Europa mantenga, facendolo diventare vincolante, l'obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 del settore automobilistico del 15% già previsto dalla Commissione europea per il 2025. Ma poi si deve accelerare, salendo al 30% intorno al 2028, e arrivando a un taglio del 40% al 2030. Ancora, abbiamo proposto anche di eliminare il sistema dei crediti ai produttori, che alla lunga incentiva a inquinare. Se l'Europa compierà questo sforzo di ambientalizzazione del settore dell'auto, porta a casa anche una incremento di posti di lavoro in un comparto innovativo». Si parla di un piano per favorire la diffusione della mobilità elettrica. È così? «Il Governo ci sta riflettendo. Pensiamo all'auto elettrica, ma anche all'auto ibrida nella fase di transizione verso il "tutto elettrico", una transizione che deve essere a nostro avviso più rapida e profonda possibile. È importante dare indicazioni precise ai cittadini e al sistema industriale, senza cambiare politiche ogni due mesi. Ma sono certo che l'industria stessa coglierà questo spunto, e camminerà sempre più velocemente in questa direzione». L'Italia, con altri Paesi, è in procedura di infrazione Ue per la questione dell'inquinamento dell'aria nella grandi aree metropolitane. Come volete affrontare il problema? «Con una programmazione seria di iniziative concrete e praticabili per risolverlo. Il primo passo sarà lo sblocco di risorse per mettere in moto un fondo rotativo della Cassa depositi e prestiti per acquistare autobus elettrici, totalmente elettrici, con tutte le necessarie infrastrutture per rifornirli e farli circolare, e concederli ai Comuni più in difficoltà sul fronte dello smog. Che purtroppo sono tanti, specie nelle grandi aree metropolitane e in Valle Padana. Ci sarà un vantaggio per le città, una spinta all'uso del servizio pubblico con mezzi non inquinanti, un miglioramento della qualità dell'aria, e una riduzione del traffico nei centri storici. E naturalmente avvieremo un percorso virtuoso per cancellare la procedura d'infrazione europea». A novembre, però, le nostre città torneranno ad essere delle camere a gas. Lei pensa che questa e altre iniziative daranno risultati tangibili? «Novembre è domattina, praticamente. L'operazione autobus elettrici richiede un passaggio legislativo e poi tutta una serie di adempimenti. Non voglio fare promesse inutili ai cittadini, ma voglio dir loro che stiamo iniziando un percorso che alla fine porterà risultati concreti, ne sono certo». E quanto all'ordinanza per fronteggiare l'emergenza smog emanata dal suo predecessore? «È importante, e la vogliamo rafforzare, per evitare che Stato ed Enti locali procedano in ordine sparso: anche su questo ci sarà un ruolo di coordinamento del ministero dell'Ambiente». Qualche giorno fa l'Unione Europea ha stabilito l'accelerazione del processo di decarbonizzazione al 2030: bisognerà aumentare dal 27 al 32% la quota di energia che dovrà essere prodotta da fonti rinnovabili. Rimetterete mano alla Strategia Energetica Nazionale, che a questo punto non è più adeguata? «E una priorità all'attenzione del Governo. Ne stiamo discutendo col ministero dello Sviluppo economico». A Lussemburgo lei ha avanzato altre due proposte: una sulla plastica, per vietare l'uso e la vendita di bottiglie e contenitori di plastica negli edifici pubblici, e una sull'acqua. «Dobbiamo liberarci del mono-uso e dell'usa e getta, e credo che sulla plastica le istituzioni siano le prime a dover dare il buon esempio. E poi penso che l'Unione Europea debba garantire il diritto all'acqua potabile e l'accesso all'acqua a tutti. Perché l'acqua è un bene comune, non può essere soggetta al mercato unico, e un monitoraggio pubblico sui privati va mantenuto».

(01/08/2018 13:14)
ma non hai nulla da fare ??? posta qualcosa di interessante,sentenze,articoli sui comuni ,renditi utile che sono le 13 .00 e si lavora
I problemi delle nostre città troppo costruite (01/08/2018 11:50)
Le nostre città troppo costruite Le città italiane sono in espansione orizzontale o r m a i d a a n n i . I l f e n o m e n o p r o s e g u e inesorabile. Gli edifici e le infrastrutture prendono il posto della natura e dei terreni agricoli. Con il 7,6 per cento contro la media Ue del 4,1 per cento il nostro Paese ha il maggiore consumo artificiale di suolo. Nel 1991, secondo dati Ispra/Istat, era fermo al 4,6 per cento. Tra il 2013 e il 2015 le nuove coperture artificiali hanno riguardato 250 chilometri quadrati di territorio, in media circa 35 ettari al giorno. «L` Italia - denuncia il p r e s i d e n t e d i C o n f c o o p e r a t i v e H a b i t a t Alessandro Maggioni - è tra i Paesi peggio urbanizzati d` Europa. In quattro città metropolitane (Torino, Milano, R o m a e N a p o l i ) v i v e u n q u i n t o d e l l a popolazione. Nelle 21 principali città vivono 22 milioni di persone con una densità abitativa quattro volte superiore alla media nazionale. E negli ultimi anni, il consumo di suolo e di paesaggio non è stato determinato da una spinta demografica». L` impatto non è solo ambientale, ma anche umano: sociale e psicologico. I cittadini a causa dei costi elevati sono espulsi dalla cerchia metropolitana e fanno i pendolari. «Il dilagare della città nella periferia è una storia molto lunga, legata all` automobile e all` illusione di libertà che ha dato», spiega Giancarlo Consonni, professore emerito di Urbanistica del Politecnico di Milano. «Le persone si sono spostate fuori in un contesto che non è più urbano. Da qui il tempo per spostarsi (la distanza casa-lavoro brucia 128 minuti al giorno, ndr) e la scarsità di relazioni di prossimità che alimentano le paure e le sensazioni di sicurezza perché mancano la vicinanza, la condivisione e il presidio del territorio. Il risultato è un habitat insostenibile sul piano economico, ecologico e anche sul piano della vita di relazione». «Molto spesso si costruisce in maniera sganciata dalle esigenze reali del territorio - dice Maggioni - perché per esempio, nonostante la dismissione di capannoni, se ne costruiscono comunque di nuovi». Infatti risultano 700.000 capannoni dismessi, 500.000 negozi definitivamente chiusi e 7 milioni di abitazioni non utilizzate. «L` invenduto è una delle cause della crisi dell` economia italiana», spiega Consonni. Non è un caso se i crediti deteriorati delle banche riguardano per la maggioranza l` edilizia». Nel 2017 (dati della European Banking Authority) tra settore immobiliare e delle costruzioni erano il 22,5 per cento del totale. Perché è accaduto? Secondo Consonni la causa principale è stata il deficit strutturale di bilancio degli enti locali. «L` edificazione era una fonte di entrate - dice - e gli oneri di urbanizzazione erano usati per coprire altre spese». Ma ora qualcosa si muove, sia a livello del movimento delle cooperative sia a livello politico. «Chiediamo al governo di sbloccare il disegno di legge sul consumo del suolo fermo in Parlamento per il mancato accordo con le Regioni», dice Maggioni. «La sfida è offrire soluzioni abitative a costi abbordabili per evitare che si consumi nuovo territorio, anche se sappiamo che rigenerare e riconvertire territorio già costruito o già sfruttato è più complesso e più costoso che costruire ex novo. Serve non solo un impegno culturale, ma anche una riforma della fiscalità. L` Agenzia del Demanio che gestisce 43.185 beni per un valore di 60,5 miliardi ha un ambizioso piano di rigenerazione con 3,2 miliardi da investire in 10 anni. Una parte di queste risorse saranno destinate alle opere antisismiche, ma possono rappresentare un importante punto di partenza per migliorare l` habitat delle nostre città». «Il fatto che ora le cooperative si stiano attivando per risolvere il problema è un` ottima notizia», dice Giancarlo Consonni. La cosa più importante da fare? Secondo l` urbanista è ripensare gli insediamenti, non solo bloccare. «L` habitat deve essere condiviso, con tipologie edilizie e un sistema di rapporti tra spazio pubblico e privato che siano più legati. Individualismo dell` habitat. Le parti di città che funzionano ancora sono quelle compatte, le parti ottocentesche, con i negozi e la frequentazione». Anche la politica si sta attivando. Nel «contratto di governo» pattuito tra Lega e M5S si parla di fermare il consumo di suolo attraverso una politica di sostegno che promuova la rigenerazione urbana. Il 10 luglio è stato depositato alla Camera dei Deputati il testo della proposta di legge di iniziativa popolare del forum «Salviamo il Paesaggio». E la Regione Lombardia è tra le prime a essersi mossa per favorire la rigenerazione urbana. FAUSTA CHIESA 31 luglio 2018 Pagina 23 Corriere della Sera
(24/07/2018 08:45)
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/07/23/consumo-di-suolo-storie-di-resistenza-dal-bosco-di-bologna-al-borgo-di-montefiore/4505669/
Ispra Istituto superiore per la ricerca ambientale (24/07/2018 08:35)
Il Rapporto Ispra-Snpa ?Consumo di Suolo in Italia 2018? espone un dato allarmante: in Italia, nel solo 2017, il consumo di suolo è aumentato di 52 chilometri quadrati. Questo vuol dire che vi sono 763 metri quadrati in meno per abitante. Un prezzo altissimo quello che viene pagato, in primis dal punto di vista ambientale ma non solo: il danno supera i 2 miliardi di euro l?anno, e avviene soprattutto a livello delle zone costiere e nel Nord-Est Italia, dove c?è stata una ripresa economica. Messe a dura prova anche le aree protette: quasi 75 mila ettari sono totalmente impermeabili, partendo dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini arrivando al Gran Sasso e ai Monti della Laga, così come i Parchi Nazionali del Circeo, del Vesuvio e dell?Arcipelago di La Maddalena sono le aree tutelate con il maggior suolo consumato. Molte aree a vincoli paesaggistici, inoltre, rappresentano quasi un quarto del consumo del suolo registrato: tra questi, il 64% si deve alla presenza di cantieri e il 13% a nuovi edifici costruiti. Secondo Donatella Bianchi, Presidente del WWF Italia, è necessario riprendere il disegno di legge sul ?Contenimento del suolo e riuso del suolo edificato? della scorsa legislatura, approvato nel 2016 dalla Camera ma fermo al Senato: ?Ripartendo da quest?ultimo testo sarà possibile costruire una nuova normativa di protezione che possa essere realmente innovativa ed efficace?.
(23/07/2018 20:04)
Solo chiacchiere
Consumo del suolo ce lo possiamo permettere? (23/07/2018 12:30)
di Sergio Costa, Ministro dell`Ambiente L?anno scorso abbiamo consumato e sprecato 52 chilometri quadrati di suolo. Ce lo possiamo permettere in un Paese che ha tanta fragilità? No! L?Italia è soprattutto formata da colline e montagne ma l?80% della popolazione vive nel 20% delle aree rimanenti che sono urbane. Ce lo possiamo permettere? Ancora una volta la risposta è no. E poi: ci possiamo permettere di avere nelle aree urbane e nelle città metropolitane spazi non bene utilizzati? No. Possiamo utilizzare gli spazi esistenti e non cementificare più? Sì. ASSOLUTAMENTE SI! Il suolo non è rinnovabile. Per questo dobbiamo al più presto riprendere il testo della legge sul consumo di suolo che si è arenata la scorsa legislatura, migliorarla e portarla a compimento. Non c?è più tempo. Tutto questo andava fatto ieri. In questa legge mi piacerebbe che si parlasse di spreco di suolo oltre che al consumo di suolo. Bisogna far sì che ci sia una maggiore attenzione dello Stato nelle zone di particolare fragilità, e non solo parchi ma anche zone costiere, franose, che però sono anche le più aggredite. Vorrei che prima di costruire si facesse il bilancio ecologico, allargare la visione che non può essere solo economica ma considerare altri fattori: ambientali e sociali. Sull?abusivismo snellirei le procedure facendo intervenire la procura generale e non le prefetture; il demanio potrebbe acquisire automaticamente le lottizzazioni abusive per metterle a disposizione del territorio con un bando pubblico per aiutare pensionati e famiglie in difficoltà. E così anche nelle aree verdi, nei parchi, dove prima c`erano degli abusi edilizi si potrebbero piantare alberi per ricreare dei boschi oppure, attraverso un bando pubblico, prevedere i cosiddetti orti urbani. Sarebbe un bel messaggio: dove prima c`era un caseggiato abusivo ora c`è uno spazio per i cittadini.
(28/06/2018 13:17)
I sindaci di Milano e Roma hanno programmato il divieto di circolazione delle autovetture diesel nei prossimi anni. Il futuro è dietro l`angolo, l`inquinamento dell`aria delle grandi città a livelli di guardia.