IL FORUM DEI SEGRETARI COMUNALI E PROVINCIALI
SPAZIO APERTO ALLA RIFLESSIONE SUI TEMI PROFESSIONALI E NON SOLO
 
 
Ecce: ego mitto vos sicut oves in medio luporum; estote ergo prudentes sicut serpentes et simplices sicut columbae. 
Cavete autem ab hominibus; tradent enim vos in conciliis… MATTHAEUM, 10,16-17.

IN RAGIONE DELLA ESTREMA IMPORTANZA DELLA QUESTIONE, SEGNALIAMO QUI IL LINK AL SITO ANPCI DA CUI SI PUO’ SCARICARE IL TESTO DELLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI GESTIONI ASSOCIATE OBBLIGATORIE: LINK AL SITO ANPCI 

Passo gran parte del mio tempo, non a difendere la Legge, come vorrebbe la vulgata corrente, che mi qualifica enfaticamente “sentinella della legittimità”, ma piuttosto a difendere me (e quelli che a me si affidano) dalle angherie di una legge sempre più incomprensibile ed ottusa… Ossia vivo una realtà che è l’opposto rispetto a quella che ipocritamente si rappresenta.


"Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare"
(M. Foucault)
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Discussione libera proposta da: sconcertato il 16/08/2018 alle ore 16:02
genova e' l'italia
quanto successo a genova,mi induce a pensare che genova e' l'italia.....una citta' e una nazione che cadono,ogni giorno,a brandelli......che dolore e amarezza per tutti quei morti...

(20/08/2018 12:06)
il giornalista e scrittore Mario Giordano, autore del libro "Avvoltoi" che già qualche mese fa aveva sollevato dubbi sulle concessioni. Lo Stato italiano incassa il 2,4 per cento netto dei pedaggi autostradali, che peraltro sono in costante aumento e da tempo i più cari d`Europa. Come vengono utilizzati quei soldi di automobilisti e autotrasportatori? La maggior parte dei ricavi al casello, come è noto, vanno a finanziare i guadagni delle società concessionarie (per la maggior parte gruppi privati). Non è un caso che i due principali concessionari (i Benetton e i Gavio) figurino regolarmente tra i Paperoni della Borsa e che stiano facendo, proprio in questi mesi, shopping di società all?estero. Semplificando, potremmo dire che i pedaggi (che ormai sono diventata una vera e proprio tassa occulta e salatissima a carico degli automobilisti) finiscono per finanziare l?espansione dei gruppi privati, le loro acquisizioni, oltre che l?arricchimento personale dei principali azionisti attraverso la distribuzione dei dividendi. Chi deve stabilire se un concessionario come Autostrade per l`Italia, che fa acquisizioni all`estero e distribuisce dividendi molto elevati, gestisce in maniera corretta i soldi dei pedaggi e investe abbastanza per la manutenzione? Spetta al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. E? quest?ultimo, infatti, che gestisce le concessioni dello Stato. Ed è inspiegabile l?ostinazione con cui negli ultimi anni, sotto la gestione dei precedenti governi, il ministero delle Infrastrutture abbia autorizzato aumenti delle tariffe a volte davvero esorbitanti, a tutto vantaggio dei privati, e insieme il prolungamento delle concessioni, anche a fronte di investimenti, da parte dei concessionari, inferiori a quelli previsti dal piano economico e finanziario. Perché permettere di aumentare le tariffe e insieme prolungare la durata della concessione, se il concessionario non fa tutto quello che deve? In alcuni casi (si veda per esempio quello che è successo sulla Livorno-Civitavecchia) il ministero ha sfidato l?Europa, incappando in un deferimento alla Corte di giustizia per violazione del diritto Ue, pur di prolungare, ostinatamente, la concessione al gruppo dei Benetton... Come si è arrivati ad affidare la gestione di questo monopolio a privati come le imprese dei Benetton? Che risultati ha prodotto questa scelta compiuta negli anni Novanta? E? stato nel 1999, all?epoca delle privatizzazioni, volute dal governo Prodi. Secondo alcuni esperti, per altro, la privatizzazione delle Autostrade (la ?gallina delle uova d?oro?) fu fatta quando non erano più necessarie dismissioni frettolose per tappare le falle dei conti pubblici e a condizioni a tutti gli effetti assurde per lo Stato. A guidare le operazioni, come presidente dell?Iri, c?era il professor Gian Maria Gros Pietro, il quale poi, subito dopo la privatizzazione, è stato assoldato dai Benetton come presidente della loro società di gestione delle Autostrade. Il risultato complessivo di questa operazione è che lo Stato ha ceduto un proprio asset importante senza riuscire a strappare condizioni particolarmente vantaggiose per sé (si poteva imporre un prezzo più alto? O almeno canone più oneroso?) e nemmeno per gli utenti/automobilisti (si potevano imporre condizioni più stringenti per i concessionari? O almeno aumenti limitati?). Di fatto si è permesso che una ricchezza pubblica transitasse nelle tasche di alcuni privati. Che giudizio dà di un sistema in cui i concessionari si arricchiscono con i soldi dei cittadini, gestendo un servizio regolato da un contratto secretato e finanziando giornali e politica che dovrebbero controllarne e regolarne l`operato? Dico non da ora che è un sistema folle che va completamente scardinato. Spiace che ci siano volute decine e decine di vittime perché il Paese si accorgesse di questa assurda anomalia. Ma se vogliamo dare un senso alla tragedia, occorre che il sistema delle concessioni sia profondamente rivisto e modificato, in primo luogo per quanto riguarda i concessionari privati (Benetton, Gavio, Toto) ma anche per i concessionari pubblici (si veda il caso Autobrennero). Ovviamente, mentre si procede alla revisione totale del sistema, sarebbe importante fin da subito procedere con il blocco degli aumenti tariffari (che meraviglia se il prossimo Capodanno fosse il primo della storia ?No Aumento Pedaggio?) e dei prolungamenti delle concessioni
(18/08/2018 19:13)
l`italia è la nazione dove chi controlla rimane inascoltato e spesso viene messo da parte ,invece chi fa finta di niente o è connivente ,fa strada .
(18/08/2018 10:49)
Il faro della Corte dei Conti sulle autostrade italiane «Sono in violazione della normativa Ue» La massima magistratura contabile ha appena messo nel mirino i contratti con i gestori delle tratte: «Nel corso degli anni molte delle concessioni sono state oggetto di proroga da parte dello Stato, in violazione dei principi di diritto europeo questa volta nemmeno l`europa lo vuole......
(18/08/2018 10:41)
Financial Times : «un?impresa coinvolta in un disastro serio come quello del crollo del ponte di Genova, dovrebbe rispondere in un solo modo: esprimere profondo rammarico, assistere le autorità e le vittime, e lasciare la propria resa dei conti ad un momento successivo. La reazione di Autostrade si concentrava invece «sulle regole contrattuali e le ripercussioni sugli investitori».
(17/08/2018 12:20)
Quei trefoli tranciati e ossidati La storia del ponte Morandi è fatta di molte rassicurazioni, e di altrettanti allarmi inascoltati. «La fase diagnostica ha evidenziato una situazione ben più grave rispetto alle forme di degrado cui sono solitamente oggetto le infrastrutture realizzate con gli stessi materiali. Gli stralli, infatti, elementi generalmente tesi, sono in questo caso soggetti a compressione, così come la guaina di rivestimento in calcestruzzo. Questo particolare accorgimento (...) non ha permesso di effettuare alcuna operazione ispettiva sui trefoli di acciaio, le singole fibre del cavo interno, che in molti casi avevano già raggiunto lo snervamento». E ancora: «Numerosi trefoli erano tranciati o fortemente ossidati, altri erano visibilmente rilasciati lasciando supporre una loro rottura a valle». Così scriveva nel 2001, riferendosi all?intero ponte, Giovanna Franco, docente dell?università di Genova, in uno studio pubblicato sulla rivista di Docomomo Italia, l?associazione per la documentazione degli edifici e dei complessi urbanistici. Il suo segretario, Andrea Canziani, spiega che ognuno di questi studi viene inviato per conoscenza alle aziende competenti La testimonianza del collaboratore di Morandi Lo studio della professoressa Franco si riferisce ai lavori di consolidamento sul viadotto eseguiti nel ?93. Quando gli stralli della pila 11, la più vicina al centro di Genova, furono rinforzati con tiranti esterni. Solo quelli. Coordinamento e sorveglianza erano a carico di Autostrade Spa. La firma sul progetto era della persona che dopo la morte di Morandi, nel ?89, conosceva meglio quel ponte malato. Francesco Pisani, 84 anni, risponde al primo squillo dal suo studio alla Balduina di Roma. Dal gennaio 1961 al dicembre ?74 è stato il primo collaboratore di quello che è considerato uno dei più importanti progettisti italiani del dopoguerra. «Riparammo e rinforzammo solo gli stralli della pila 11. Un intervento mirato. Mi dissero che gli altri piloni erano in condizioni accettabili e sarebbero stati monitorati. Perché negli ultimi 25 anni non sono stati rinforzati come quello di cui mi sono occupato io? Questo dovete chiederlo ad Autostrade». Il parere dei professori di Milano e di Genova In quel preciso momento, i professori del Politecnico di Milano Carmelo Gentile e Antonello Ruoccolo, ingaggiati da Autostrade per una consulenza periodica sullo stato dell?opera, stanno scrivendo una relazione che verrà consegnata il 12 novembre, nella quale segnalano una «evidente» disparità di tenuta tra gli stralli, ovvero i tiranti, che potrebbero essere la causa del crollo di martedì. «In particolare gli stralli, ovvero i tiranti, del sistema numero 9 si presentano con una deformata modale non conforme alle attese e certamente meritevole di approfondimenti teorico-sperimentali». Le cause vanno ricercate in una sollecitazione generata da possibili fenomeni di corrosione, oppure da difetti di iniezione del cemento armato. Ma l?anomalia c?era. E il sistema numero 9 fa parte del blocco crollato nel torrente Polcevera e sulle strade sottostanti. La relazione del Politecnico potrebbe essere invece il motivo per cui, nelle sue rassicurazioni al Consiglio regionale, Marigliani annunciava quegli interventi strutturali che si sono tradotti in un bando di gara ristretto per 20 milioni di euro. I lavori sarebbero dovuti cominciare il prossimo ottobre, e consistevano nella costruzione dei tiranti esterni sui piloni che ne erano sprovvisti.
(17/08/2018 09:45)
Osceni non sono i comunicati di chi si difende da un incredibile aggiotaggio di Stato, ma questi articoli che, prima di qualunque accertamento sulle cause del disastro, inveiscono e gridano allo scandalo, speculando sul dolore e sulla disgrazia.
Peter Gomez (17/08/2018 09:25)
Peter Gomez C?è qualcosa di osceno nella protervia con cui Autostrade per l?Italia, davanti ai cadaveri, cita contratti e penali. L?idea che una società, miracolata da una concessione statale priva di senso economico e sociale, ricordi che in base ai documenti firmati avrebbe diritto a 20 miliardi di euro anche se venisse provata la sua responsabilità per i morti di Genova è un fatto che scuote le coscienze. Un accordo del genere (oltretutto in parte coperto da Segreto di Stato) è un contratto capestro. Chiunque coltivi ancora in sé un minimo senso di giustizia può facilmente capire quale sia la truffa di quella concessione ultra decennale prolungata in tutta fretta. Secondo il contratto anche in caso di accordo rescisso per colpa grave alla società controllata dalla famiglia Benetton spettano per anni versamenti miliardari. Non abbiamo idea del perché politici di diverso colore nel tempo abbiano accettato tutto questo. Sappiamo però che un accordo del genere autorizza le ipotesi peggiori. Che esulano dalla semplice incapacità e inettitudine di tanti governanti protagonisti dell?affare. Più volte in passato noi e altri giornalisti, a partire dai colleghi di Report, abbiamo denunciato e raccontato lo scandalo di queste concessioni. Ma quelle storie e notizie scomparivano presto dai media. Troppo potenti e ricchi i concessionari dello Stato, troppo importanti gli investimenti pubblicitari dei Benetton, perché editori e direttori ricordassero quale era il loro dovere. Ora, dopo ridicoli tentativi di occultare la verità prendendosela con i No gronda (contrari a un?opera che quando sarà ultimata non porterà alla chiusura del ponte), la morte e la distruzione si occupano purtroppo di rimettere a posto le cose. Dal 2015 chi lavorava sotto il ponte era costretto a ripararsi dalla caduta di pezzi di ferro con delle reti. Le segnalazioni ad Autostrade erano rimaste senza seguito. E solo pochi mesi fa, con procedura d?urgenza, era stata indetta una gara per le riparazioni di piloni e tiranti. Questo basta per far comprendere che a Genova chi poteva e doveva intervenire non ha voluto farlo per tempo. Ma non è tutto. Perché, mentre si scava ancora tra le macerie, Autostrade e i suoi azionisti comunicano che in 5 mesi sono in grado di rifare il ponte. Dimostrando che dietro alle loro passate scelte c?era solo la volontà di moltiplicare utili già scandalosamente alti. Noi non sappiamo come finirà questa storia. Sappiamo però che se vogliono avere ancora diritto di cittadinanza in questo Paese ex ministri, ex premier, ex sottosegretari protagonisti dell?affare e la famiglia Benetton devono presentarsi agli italiani per chiedere con umiltà perdono. Spetta invece al Parlamento il compito di trovare la strada legislativa e di diritto per annullare quella clausola sui soldi da versare ad Autostrade, in tutta evidenza vessatoria per i contribuenti. Sperando che questa volta i servi dei concessionari di Stato presenti in gran numero alla Camera e al Senato trovino la dignità di tacere. E che invece la stampa italiana ancora oggi impegnata in surreali acrobazie per non mettere nei titoli il cognome Benetton, trovi finalmente il coraggio di parlare.
(17/08/2018 07:23)
Hai ragione l`Italia è a pezzi, dall`Alpi alla Sicilia. E questo degrado purtroppo non è solamente nel campo delle infrastrutture dove i morti non si contano più, ma è un degrado di tutti i comparti. Cosa fare? Dobbiamo cercare uomini che si impegnino seriamente della cosa pubblica e che diano il loro apporto al miglioramento generale di ogni comparto che riguardi la società civile. Speriamo! E preghiamo affinchè non si ripetano queste tragedie