SPAZIO APERTO ALLA RIFLESSIONE SUI TEMI PROFESSIONALI E NON SOLO
Ecce: ego mitto vos sicut oves in medio luporum; estote ergo prudentes sicut serpentes et simplices sicut columbae.
Cavete autem ab hominibus; tradent enim vos in conciliis… MATTHAEUM, 10,16-17.
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Passo gran parte del mio tempo, non a difendere la Legge, come vorrebbe la vulgata corrente, che mi qualifica enfaticamente “sentinella della legittimità”, ma piuttosto a difendere me (e quelli che a me si affidano) dalle angherie di una legge sempre più incomprensibile ed ottusa… Ossia vivo una realtà che è l’opposto rispetto a quella che ipocritamente si rappresenta.
"Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare" (M. Foucault)
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Discussione libera proposta da: il 05/09/2018 alle ore 10:32
La disfida del panino al posto del servizio mensa
Il caso
«Sì al cibo portato da casa» Così le famiglie vincono
la disfida dei panini a scuola
La sentenza del Consiglio di Stato dopo il divieto a Benevento
NAPOLI Una sentenza del Consiglio di Stato
segna un importante punto a favore di tutti
quei genitori che non vogliono far mangiare i
figli alla mensa scolastica e preferiscono
rifornirli da casa di un panino, o comunque di
un pasto pronto, da consumare durante la
pausa tra le lezioni.
Il caso riguarda un provvedimento adottato nel
giugno del 2017 dal sindaco di Benevento
Clemente Mastella, che imponeva agli alunni
delle scuole pubbliche del capoluogo sannita
di consumare soltanto pasti della mensa
scolastica, escludendo qualsiasi soluzione
alternativa. Alla disposizione del Comune si
erano però opposti cinquanta genitori, che
avevano fatto ricorso d' urgenza al Tar
ottenendo prima la sospensione del nuovo
regolamento, e poi, qualche mese dopo, una
sentenza collegiale che lo bocciava.
In tutta Italia sono molte le vertenze aperte
i n t o r n o a l l a q u e s t i o n e d e l l a r e f e z i o n e
scolastica, e ci sono ricorsi che pendono in
Cassazione. Ma a Benevento il Comune ha
preferito rivolgersi al Consiglio di Stato,
affinché ribaltasse la decisione del Tar e
consentisse l' attuazione del regolamento
varato dal consiglio comunale. Ma non è
andata così: era la prima volta che il supremo
organo della giustizia amministrativa veniva
chiamato a pronunciarsi sul diritto o meno degli alunni di consumare a scuola pasti non distribuiti dalle
mense, e i giudici hanno ritenuto di confermare quanto già stabilito dal Tar.
La sentenza smonta completamente l' impianto del regolamento comunale. Rileva, infatti, una
«incompetenza assoluta del Comune, che con il regolamento impugnato impone prescrizioni ai dirigenti
scolastici, limitando la loro autonomia», e aggiunge che «la scelta restrittiva radicale del Comune limita
una naturale facoltà dell' individuo, afferente alla sua libertà personale, vale a dire la scelta alimentare».
E per chiudere cita la circolare del Miur del 3 marzo 2017 - che in attesa di quanto deciderà la
Cassazione, consente agli alunni di portare cibi pronti da casa - per sottolineare come il regolamento
del Comune di Benevento interferisca con il documento ministeriale.
Ora i sostenitori del diritto degli alunni a portare cibi da casa già pensano a quanto questa sentenza
potrà pesare su tutte le vertenze aperte in varie regioni italiane. Secondo l' avvocato Giorgio Vecchione,
che rappresenta i cinquanta genitori beneventani, avrà sicuramente «un respiro di carattere nazionale»,
perché «l' orientamento del Supremo Giudice Amministrativo, unitamente alla consolidata
giurisprudenza civile ed amministrativa già formatasi, dovrà orientare le scelte di dirigenti scolastici e
amministratori locali».
Il primo a doversi adeguare è Mastella, che prende atto di quanto stabilito dal Consiglio di Stato a
proposito dell' incompetenza degli enti locali a regolamentare le questioni relative alla refezione, ma non
vede nella sentenza una autorizzazione al pasto libero a scuola. Quindi fa sapere di aver
immediatamente girato il provvedimento agli istituti scolastici, «invitando i rispettivi dirigenti a tracciare
una disciplina comune del cosiddetto panino libero», e di augurarsi che la «suddetta disciplina
salvaguardi l' igienicità e salubrità della refezione comunale».
FULVIO BUFI
4 settembre 2018
Pagina 20 Corriere della Sera
over 55 (05/09/2018 11:51)
la mia generazione è cresciuta consumando alle elementari panini fatti in casa accompagnati da un frutto e una fiesta. a quei tempi di sovrappeso se ne vedevano ben pochi a differenza di oggi
viva il panino .
(05/09/2018 11:31)
Nel marasma generale di interpretazioni, circoli, chiarimenti, ammonimenti questa pronuncia mi sembra molto adeguata e sensata. Un genitore ha il diritto di scegliere quello che il figlio può o non può mangiare, anche in considerazione delle tante varianti derivanti da allergie, patologie, credi religiosi e via dicendo. Obbligare qualcuno a mangiare qualcosa o frantumare i menù della mensa in infinite e molteplici varianti quotidiane non era proponibile.