SPAZIO APERTO ALLA RIFLESSIONE SUI TEMI PROFESSIONALI E NON SOLO
Ecce: ego mitto vos sicut oves in medio luporum; estote ergo prudentes sicut serpentes et simplices sicut columbae.
Cavete autem ab hominibus; tradent enim vos in conciliis… MATTHAEUM, 10,16-17.
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Passo gran parte del mio tempo, non a difendere la Legge, come vorrebbe la vulgata corrente, che mi qualifica enfaticamente “sentinella della legittimità”, ma piuttosto a difendere me (e quelli che a me si affidano) dalle angherie di una legge sempre più incomprensibile ed ottusa… Ossia vivo una realtà che è l’opposto rispetto a quella che ipocritamente si rappresenta.
"Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare" (M. Foucault)
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Discussione libera proposta da: il 01/10/2018 alle ore 12:23
Stallo contratto dirigenti funzioni centrali
PERSONALE
Per incarichi e performance è stallo sul contratto
dirigenti
Trattative avviate sull' atto di indirizzo siglato a maggio dall' allora titolare Madia Dal
ministro Bongiorno l' indicazione di rispettare la «riserva» del Testo unico
La battaglia sulla manovra l' ha fatto sparire
dai radar, ma sul rinnovo contrattuale dei
dirigenti pubblici il quadro appare dominato
dallo stallo.
Dopo il riscaldamento pre-pausa estiva, la
macchina del confronto sembra arenata e l'
agenda non prevede incontri più o meno
decisivi a stretto giro. I tempi insomma si
allungano, e gli unici segnali (negativi)
arrivano dalla sanità dove i medici hanno
aperto lo stato di agitazione annunciando «una
o più» giornate di sciopero. Il tutto mentre il
triennio contrattuale sta per scadere e l'
ulteriore rinnovo per tutto il pubblico impiego
faticherà parecchio a farsi strada nelle griglie
della manovra. Intanto, perlatro, la Funzione
pubblica ha iniziato a lavorare a una legge
delega sulla riforma della dirigenza (si veda Il
Sole 24 Ore del 4 settembre) per affrontare il
terreno su cui era inciampata la legge Madia.
Ed è proprio questo complicato intreccio
politico a spiegare i tempi lunghi su cui viaggia
il nuovo contratto dei dirigenti, a partire dalle
Funzioni centrali che come sempre devono
svolgere il ruolo di apripista anche per le altre
aree. Il rinnovo di un contratto che nasce con
un governo e deve concludersi sotto un altro esecutivo, per di più di segno diametralmente opposto al
precedente, non può avere un cammino facile. E nel caso specifico la partita torna a incagliarsi intorno
al nodo delicato degli incarichi.
Sul piano delle procedure, ad accendere la macchina è stato l' atto di indirizzo firmato a inizio maggio
dall' allora ministro Madia, in cui si chiedeva ad Aran e sindacati di mettersi d' accordo su una disciplina
finalizzata all' obiettivo esplicito di «limitare il ricorso all' outsourcing». Per questa ragione, si prevedeva
di offrire i posti che via via si liberassero attraverso interpelli estesi «a tutte le amministrazioni dell'
area», con un sistema in grado di garantire «la più ampia trasparenza nelle procedure».
Nelle ultime settimane la Funzione pubblica ora guidata da Giulia Bongiorno è tornata sul tema, ma con
indicazioni diverse. Oltre a chiedere ad Aran di accelerare con le trattative, Palazzo Vidoni ha ricordato
che le regole del Testo unico sul rapporto di lavoro dei dirigenti sono inderogabili, e quindi vanno
rispettate senza strappi. Ma il Testo unico, all' articolo 40, sottrae alla contrattazione proprio la «materia
del conferimento e della revoca degli incarichi dirigenziali».
Un bel rebus. Anche perché il confronto in punta di diritto muove interessi delicati proprio nel cuore
della macchina pubblica, quella messa sotto processo dai vertici politici a Cinque Stelle in queste calde
settimane pre-manovra. L' idea di rendere "contendibili" i posti di vertice delle amministrazioni viene
portata avanti nel nome della selezione, per evitare quello che sarebbe una sorta di "diritto al posto" non
scritto ma riconosciuto nei fatti agli interni. Ma a chi si deve aprire la "contesa"? Solo a chi è già nei ruoli
della Pa o anche agli apporti esterni? La questione si intreccia in modo evidente con il tema caldo dei
rapporti di forza fra dirigenti e politica, che in queste settimane è esploso in tutta la sua forza. E una
soluzione, al momento, non si intravede.
Ma riscrivere il contratto alla vigilia di una riforma annunciata è complicato anche sul piano economico.
Tra gli obiettivi annunciati c' è, ancora una volta, quello di intervenire su obiettivi, valutazione e premi,
nel tentativo di costruire incentivi credibili, selettivi e ancorati a parametri solidi.
Obiettivo non nuovo, certo, ma in questo quadro è difficile concentrare troppe risorse sulla quota fissa
della retribuzione, con una mossa che suonerebbe come una sorta di ipoteca preventiva sui nuovi
progetti di riforma.
gianni.trovati@ilsole24ore.com
Gianni Trovati
1 ottobre 2018
Pagina 21 Il Sole 24 Ore
(01/10/2018 16:42)
abolire il 110 e lode,la laurea e via dicendo.
Logica conseguenza di un paese dove si è diventiti ministro istruzione con la terza professionale ,o ministro della sanità pur senza esperienza in quel settore e presidente della commissione istruzione con la terza media.
direi già dalle elementari di non dare voti ,studiare ,applicarsi etc non serve .
conta altro.
basta 110, assumiamo tanti Casalino (01/10/2018 15:17)
una domandona: esiste qualche sindacato che si faccia sentire su questi problemi???
In passato su questo forum si davano tutte le colpe all`Unione e al suo Segretario nazionale, anche per Adamo ed Eva.
E ora cosa dicono e fanno gli altri?
Tutte chiacchiere e distintivo.