SPAZIO APERTO ALLA RIFLESSIONE SUI TEMI PROFESSIONALI E NON SOLO
Ecce: ego mitto vos sicut oves in medio luporum; estote ergo prudentes sicut serpentes et simplices sicut columbae.
Cavete autem ab hominibus; tradent enim vos in conciliis… MATTHAEUM, 10,16-17.
IN RAGIONE DELLA ESTREMA IMPORTANZA DELLA QUESTIONE, SEGNALIAMO QUI IL LINK AL SITO ANPCI DA CUI SI PUO’ SCARICARE IL TESTO DELLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI GESTIONI ASSOCIATE OBBLIGATORIE: LINK AL SITO ANPCI
Passo gran parte del mio tempo, non a difendere la Legge, come vorrebbe la vulgata corrente, che mi qualifica enfaticamente “sentinella della legittimità”, ma piuttosto a difendere me (e quelli che a me si affidano) dalle angherie di una legge sempre più incomprensibile ed ottusa… Ossia vivo una realtà che è l’opposto rispetto a quella che ipocritamente si rappresenta.
"Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare" (M. Foucault)
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Discussione libera proposta da: il 05/12/2018 alle ore 10:32
Al via la riforma del codice dei contratti
Al via la riforma del codice dei contratti pubblici con il ritorno al regolamento di attuazione e con più discrezionalità per le stazioni appaltanti (supportate da Anac anche in veste di «consulente»); immediate modifiche al codice con un decreto-legge che consente di affidare i lavori al prezzo più basso fino alla soglia dei 5,5 milioni e di utilizzare la procedura negoziata fino a 2,5 milioni; previsto anche l'appalto integrato su un progetto definitivo semplificato per lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria; ripristinato l'incentivo ai tecnici delle amministrazioni anche per la progettazione.
Prende cosi forma lo «smontaggio» del codice dei contratti pubblici annunciato dal vice premier Salvini un mese fa e che ieri è stato portato all'esame del pre Consiglio in vista della riunione di Consiglio dei ministri di oggi o domani.
Nello schema di decreto legge sulle semplificazioni, che entro 60 giorni dalla sua pubblicazione in Gazzetta dovrà essere convertito in legge, un primo intervento consiste nella messa a regime della progettazione «semplificata» per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria cosi da consentire l'affidamento dei lavori sulla base di un progetto definitivo meno articolato e quindi di ricorrere al l'appalto integrato. Si semplifica inoltre la fase di affidamento dei contratti di lavori sotto i 5,5 milioni alzando da un milione a 2,5 milioni il limite per l'utilizzo delle procedure negoziate. Per il subappalto si elimina l'esclusione del concorrente per carenza di requisiti del subappaltatore e si rende facoltativa la richiesta della terna dei subappaltatori. Una importante novità è rappresentata dalla facoltà di utilizzo del criterio prezzo più basso per i lavori di importo inferiore alla soglia comunitaria, quando l'affidamento degli stessi avviene, in generale, sulla base del progetto esecutivo e per i lavori di manutenzione ordinaria; «ciò in quanto, in tali ipotesi appare oneroso e anti economico l'utilizzo del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa».
È invece affidato ad una delle disposizioni (l'articolo 7) del disegno di legge delega sulle semplificazioni l'intervento di riforma e profonda revisione del codice dei contratti pubblici che, in primo luogo, interviene chiudendo la stagione della cosiddetta soft law, ripristinando il regolamento di attuazione del codice. Una operazione che, nelle intenzioni del Governo, si dovrà concludere entro due anni dall'approvazione della legge delega. Definite anche le materie oggetto del dpr; fra di esse la disciplina del responsabile del procedimento; della progettazione e verifica dei progetti, i requisiti dei progettisti, il sistema di qualificazione e i requisiti degli esecutori di lavori e dei contraenti generali, i sistemi di realizzazione dei contratti e selezione delle offerte; la direzione dei lavori e l'esecuzione del contratto, la contabilità, le sospensioni e penali, il collaudo, i contratti sotto soglia Ue, i riguardanti i beni culturali e i contratti all'estero. Il futuro nuovo codice (da completare entro un anno) dovrà «restituire alle disposizioni semplicità e chiarezza di linguaggio, nonché ragionevoli proporzioni dimensionali quanto al numero degli articoli, dei commi e delle parole». Si tratterà di una regolazione per disciplina soprattutto «per principi» quindi molto vicina alle direttive e dal tagli semplificato, possibilmente diversificata per lavori, forniture e servizi che assicuri l'efficienza e la tempestività delle procedure di affidamento di gestione e di esecuzione.
L'idea portante della riforma è puntare sulla «discrezionalità e responsabilità delle stazioni appaltanti, anche nell'ottica di assicurare maggiore flessibilità nell'utilizzo delle procedure di scelta del contraente», ma con il supporto dell'Anac (nell'ambito della vigilanza collaborativa, ma anche come consulente delle stazioni appaltanti) e di altre pubbliche amministrazioni. Per i contratti sotto la soglia comunitaria, viene inserita la possibilità per la stazione appaltante di esaminare le offerte tecniche ed economiche prima di effettuare la verifica dei requisiti di cui all'articolo 80. Viene anche semplificata la disciplina del Dgue (documento di gara unico europeo) per assicurare maggiormente la semplificazione nei sistemi e nelle procedure che prevedono una preliminare fase di ammissione/abilitazione, come nel caso del mercato elettronico e del sistema dinamico di acquisizione, per lavori servizi e forniture di importo inferiore alla soglia comunitaria.
(05/12/2018 11:26)
in Italia si va avanti ad eccessi,dopo l`eccesso di rigorismo avremo l`eccesso di lassismo.una via di mezzo no ?
mi piace (05/12/2018 11:05)
un ridimensionamento del ruolo regolatorio dell` Autorità anticorruzione.
Nei criteri di delega, a conferma di questa tendenza, vi è anche la eliminazione di «rinvii a strumenti di
normazione secondaria» diversi dai regolamenti
Il governo semplifica gli appalti (05/12/2018 11:02)
Meno gare, subappalti più facili Il governo semplifica
gli appalti
Il decreto al Cdm. Norma urgente sui lavori «sotto soglia» ma il governo punta a un
codice nuovo con il Ddl delega che pure sarà approvato oggi - Ance: le modifiche non
garantiscono trasparenza
Dopo mesi di pressing delle imprese e di
annunci del governo arriva la riforma del
codice degli appalti. Sarà in due tempi, che
prendono il via insieme con una doppia
decisione del Consiglio dei ministri, oggi o
domani.
La norma urgente contenuta nel decreto legge
«semplificazioni» (che costituisce la versione
rafforzata del provvedimento già approvato dal
governo a metà ottobre) punta ad allargare la
fascia dei lavori che potranno essere affidati
senza una gara formale (alzando il tetto da un
milione a 2,5 milioni di euro) e ad alleggerire
gli adempimenti per i subappalti, in particolare
r i m u o v e n d o l ` o b b l i g o p e r l e i m p r e s e
appaltatrici di presentare già in gara i nomi
delle imprese cui intende affidarsi. Una terza
correzione immediata prevede la possibilità
per le stazioni appaltanti di indire gare per i
lavori basandosi sul massimo ribasso e non
p i ù s u l l a o f f e r t a e c o n o m i c a m e n t e p i ù
vantaggiosa: significa che conterà solo l`
offerta sul prezzo e non altri elementi come
tempi, qualità progettuale, organizzazione
imprenditoriale. Con la prima norma - la
possibilità di affidare un lavoro fino a 2,5 milioni con una procedura negoziata (un tempo si sarebbe
chiamata trattativa privata) - il governo sceglie la rapidità e l` informalità delle procedure a dispetto della
trasparenza del mercato.
Nel secondo provvedimento, un disegno di legge, sarà invece contenuta la delega, da esercitare entro
un anno, per adottare «un nuovo codice degli appalti in sostituzione di quello» approvato con Dlgs
50/2016 «ovvero modificandolo per quanto necessario». Qui la novità più importante è la previsione di
«un unico regolamento per dettare la disciplina esecutiva ed attuativa» che dovrà essere emanato entro
24 mesi. Dalle bozze circolate in questi giorni sembra che l` esclusiva del regolamento riguardi un
elenco di una quindicina di materie che ricomprende - fra le altre - la nomina e il ruolo del responsabile
del procedimento, la progettazione dei lavori e la verifica del progetto, i sistemi di qualificazione, i
sistemi di realizzazione dei contratti e selezione delle offerte, la direzione lavori e dell` esecuzione, l`
affidamento di contratti sotto soglia. Tutte materie che sarebbero sottratte alle linee guide dell` Anac, con
un ridimensionamento del ruolo regolatorio dell` Autorità anticorruzione.
Nei criteri di delega, a conferma di questa tendenza, vi è anche la eliminazione di «rinvii a strumenti di
normazione secondaria» diversi dai regolamenti.
La prime reazioni delle imprese alle indiscrezioni sui testi del decreto legge non sono positive.
L` Ance - che pure era stata una delle associazioni che aveva chiesto con più forza l` intervento sul
codice - affida a una nota l` avvertimento al governo: «No a modifiche del codice degli appalti che non
garantiscono trasparenza e semplificazione».
Ed è proprio sulle procedure negoziate fino a 2,5 milioni che l` Ance attacca: «In questa fascia è
compreso oltre il 90% dei bandi di gara, che verrebbe così sottratto a meccanismi di concorrenza e
trasparenza del mercato».
Giorgio Santilli
5 dicembre 2018