SPAZIO APERTO ALLA RIFLESSIONE SUI TEMI PROFESSIONALI E NON SOLO
Ecce: ego mitto vos sicut oves in medio luporum; estote ergo prudentes sicut serpentes et simplices sicut columbae.
Cavete autem ab hominibus; tradent enim vos in conciliis… MATTHAEUM, 10,16-17.
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Passo gran parte del mio tempo, non a difendere la Legge, come vorrebbe la vulgata corrente, che mi qualifica enfaticamente “sentinella della legittimità”, ma piuttosto a difendere me (e quelli che a me si affidano) dalle angherie di una legge sempre più incomprensibile ed ottusa… Ossia vivo una realtà che è l’opposto rispetto a quella che ipocritamente si rappresenta.
"Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare" (M. Foucault)
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Discussione libera proposta da: il 30/04/2019 alle ore 12:26
Poi dice che uno si butta a sinistra....
QUELL' AMO LANCIATO A SINISTRA
Marcello Sorgi
" P o i d i c e c h e u n o s i b u t t a a s i n i s t r a ! " , d i c e v a T o t ò ,
indimenticabile interprete del profondo - e terribilmente
opportunista - animo degli italiani. Non è dato sapere se Luigi
Di Maio, educato alla scuola di Beppe Grillo, si sia ispirato
anche alla grande tradizione comica partenopea del principe
De Curtis, quando ieri a sorpresa ha enunciato le cinque nuove
leggi su cui si misurerà il futuro della traballante, ormai,
alleanza con la Lega.
Delle cinque proposte infatti, tre - fuori i partiti dalla sanità
pubblica, salario minimo garantito e acqua pubblica - sono più
facili da condividere con il Partito democratico, che non con la
Lega. Una - il conflitto di interessi - se davvero portata avanti in
Parlamento, risulterebbe indigeribile per Silvio Berlusconi e
porterebbe a una rottura interna del centrodestra. L' ultima, un
ulteriore taglio degli stipendi dei parlamentari, troverebbe
sicuramente contrari la maggioranza di deputati e senatori, ma
difficilmente, in questi tempi di antipolitica trionfante, potrebbe
essere contrastata apertamente da qualcuno.
Se a ciò si aggiungono gli occhieggiamenti - incerti e
contraddittori quanto si vuole - del candidato pentastellato alla
presidenza della Regione Piemonte Giorgio Bertola a un
e v e n t u a l e a p p o g g i o a l g o v e r n a t o r e u s c e n t e S e r g i o
Chiamparino, nel caso di una riconferma non accompagnata da
una solida maggioranza, il quadro si completa e va a
combaciare perfettamente con l' altra metà della campagna
elettorale di Di Maio, tutta giocata in polemica frontale contro l'
alleato Salvini, da quella sul convegno sulla famiglia di Verona,
alle accuse di prediligere alleanze venate di striature
paranaziste in Europa, alla riscoperta della Resistenza e dei
partigiani in chiave anti-Matteo (rifiutatosi di celebrare il 25
aprile), al caso Siri, con la richiesta, ribadita quotidianamente,
che il sottosegretario, accusato di aver preso una tangente da
un imprenditore vicino al boss della mafia Messina Denaro,
si dimetta. Naturalmente, è tutto da vedere quanto sia credibile
la svolta a sinistra di un leader come Di Maio, che ha difeso l'
alleanza giallo-verde a dispetto dei santi, di divisioni interne del
Movimento e di consistenti cali di voti in tutte le scadenze
elettorali parziali consumate fin qui. È concreto il dubbio che possa trattarsi di una tattica per cercare di
trattenere consensi di elettori di centrosinistra, che il 4 marzo 2018 corsero a votare 5 stelle per dare
una lezione al Pd renziano, e oggi potrebbero ricredersi di fronte alle prime mosse di quello
zingarettiano. Ma che una serie di specchietti per le allodole, seppure maneggiati ad arte, possa attrarre
il disilluso, in tutti i sensi, elettorato di centrosinistra, è una flebile speranza, oltre a non essere
lusinghiero per quella parte di opinione pubblica che ha tutto il diritto di sentirsi trascurata, se non
proprio tradita, e per la quale non ci sono parole che bastino, o forse ne sono state dette troppe a
vanvera. Vale per Di Maio e un po' anche per
Zingaretti. Quanto alla possibilità che da queste manovre grilline dell' ultima ora, e forse da un prossimo
risultato elettorale, deludente per Di Maio e vittorioso ma non pienamente trionfale per Salvini, possa
aprirsi la strada per un ribaltone parlamentare che porti a un governo 5 stelle-Pd, va detto che le
possibilità sono assai scarse, almeno in questa legislatura. Diverso sarebbe se lo stesso risultato si
ripetesse, più o meno eguale, in eventuali elezioni anticipate, prodotte dalla rottura dell' alleanza gialloverde
determinata dal prevedibile terremoto elettorale del 26 maggio. Ma al momento, la cosa più
probabile è che Di Maio stia cercando di salvare il salvabile della situazione compromessa del M5S,
mettendo le mani avanti di fronte al rischio che le pretese di Salvini, a partire dal 27 maggio, si rivelino
troppo alte. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.
MARCELLO SORGI
29 aprile 2019
Pagina 1 La Stampa