IL FORUM DEI SEGRETARI COMUNALI E PROVINCIALI
SPAZIO APERTO ALLA RIFLESSIONE SUI TEMI PROFESSIONALI E NON SOLO
 
 
Ecce: ego mitto vos sicut oves in medio luporum; estote ergo prudentes sicut serpentes et simplices sicut columbae. 
Cavete autem ab hominibus; tradent enim vos in conciliis… MATTHAEUM, 10,16-17.

IN RAGIONE DELLA ESTREMA IMPORTANZA DELLA QUESTIONE, SEGNALIAMO QUI IL LINK AL SITO ANPCI DA CUI SI PUO’ SCARICARE IL TESTO DELLA PROPOSTA DI DELIBERAZIONE IN MATERIA DI GESTIONI ASSOCIATE OBBLIGATORIE: LINK AL SITO ANPCI 

Passo gran parte del mio tempo, non a difendere la Legge, come vorrebbe la vulgata corrente, che mi qualifica enfaticamente “sentinella della legittimità”, ma piuttosto a difendere me (e quelli che a me si affidano) dalle angherie di una legge sempre più incomprensibile ed ottusa… Ossia vivo una realtà che è l’opposto rispetto a quella che ipocritamente si rappresenta.


"Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare"
(M. Foucault)
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Discussione libera proposta da: il 15/07/2019 alle ore 11:25
La babele della trasparenza
Sono almeno 10 le strade per l' accesso agli atti. Ma occorre individuare quella giusta Trasparenza amministrativa: più che un diritto, una Babele PAGINE A CURA DI ANTONIO CICCIA MESSINA - Trasparenza della pubblica amministrazione, tanta e ben confusa. Sono (almeno) 10 i «tipi» di trasparenza e tutti con presupposti diversi e con possibili esiti differenti: se devo chiedere la copia di un atto o di un documento, o di un dato o di una informazione, può darsi che ne abbia diritto in base a una legge, e che non ne abbia diritto in base ad un' altra. Diventa importante, allora, capire quale «trasparenza» attivare per ottenere il risultato e formulare la richiesta di conseguenza. Diventa importante capire quali sono i limiti che la legge prevede rispetto a un particolare tipo di trasparenza e passare allora ad un altro tipo. Insomma: una babele. Dieci porte. Si può chiedere trasparenza alla p.a. in base alle norme sulla privacy (regolamento Ue 2016/679), oppure in base alle norme sulla conoscibilità degli atti e documenti conservati dall' ente pubblico (legge 241/1990, articoli 22 e seguenti), oppure ancora in base alle norme sulle procedure relative ai contratti pubblici (dlgs 50/2016). Ma c' è anche una forma di trasparenza in base alle norme del codice di procedura penale sulle investigazioni difensive (articolo 391-quater) e una in base alle norme sulla trasparenza in materia di ambiente (dlgs 195/2005). Il decreto legislativo n. 33/2013 (intitolato, non senza promiscuità linguistica, alla «trasparenza») prevede ben due forme di trasparenza: - la prima è quella prevista nel caso di omessa pubblicazione di atti per cui la pubblicazione è obbligatoria; - la seconda è, invece, l' accesso civico generalizzato, noto come «Foia» (acronimo di «freedom of information act»), sulla carta potentissimo e, senza bisogno di motivazione, aperto a chiunque (ma non è proprio così). La legge n. 241/1990 prevede una forma di trasparenza a favore di chi è interessato, cointeressato, controinteressato, intervenuto nel procedimento amministrativo. E, infine, per questo non esaustivo elenco, i consiglieri degli enti locali hanno uno speciale regime (articolo 43 del Testo unico enti locali) di atti e informazioni degli enti cui appartengono; ed anche speciale è la normativa della trasparenza sanitaria prevista dalla legge n. 24/2017 (articolo 4). Sul punto può generalizzarsi quello che la Corte costituzionale ha detto nella sentenza n. 20/2019 e cioè che con tutto questo eccesso di trasparenza il rischio è quello di generare «opacità per confusione». Le ambiguità del Foia. Il Foia non si sottrae alle ambiguità: puoi avere tutto senza limiti; anzi no, calma, i limiti ci sono eccome. È un rebus. Così la circolare n. 1/2019 del ministro della funzione pubblica, Giulia Bongiorno, da un lato, sbarra la strada ai regolamenti delle singole pubbliche amministrazioni: non si possono sottrarre atti e documenti dall' accesso civico generalizzato. Quindi sembrano aprirsi autostrade per ottenere dati, documenti e informazioni dalla p.a. Ma, contemporaneamente questi stessi varchi si restringono. La stessa circolare 1/2019 dice che, nel decidere su una istanza di accesso civico, il singolo ente deve tenere conto delle limitazioni specifiche previste dai regolamenti in materia di accesso ai documenti (legge 241/1990). Quindi non si può, con regolamento sull' accesso civico, fare un elenco di dati, informazioni e documenti sottratti all' accesso, ma se un c' è un elenco di sottrazioni nel regolamento sull' accesso documentale

Dott.ssa Giulia D`Este (17/07/2019 14:32)
Sicuramente a danno della Patria!!!! Mala tempora currunt...,
La complessità legislativa costa (17/07/2019 11:57)
E` questo il problema.......il costo della complessità legislativa è enorme, in termini di ore di lavoro spese a cercare di capire approfondire disposizioni impenetrabili o di dubbia interpretazione, collegate ad altre che nel tempo si sono affastellate.....in termini di ricorsi giudiziari conseguenti, in termini di incarichi a soloni azzeccacarbugli che in questo marasma ci sguazzano e sembrano, purtroppo, gli unici depositari della VERITA`. Tutto questo a vantaggio di chi, a pro di che? Ce lo chiediamo mai? Ormai obnubilati da un` overdose di commi codicilli sentenze pareri brocardi.....
(17/07/2019 11:17)
esternalizzare piani di prevenzione corruzione compresa la mappatura è danno erariale? tanti esternalizzano perché non hanno tempo dovendo badare ai tanti comuni ,anche in supplenza. troppo facile troppo comodo. si esternalizzano troppe attività ordinarie di ufficio e troppe attività proprie di segretari ? spesso sento sindaci dire che il segretario gli costa meno in quanto ha una super convenzione,poi vai a vedere e gli incarichi e le esternalizzazioni di attività proprie del segretario sono a bizzeffe ...quindi il segretario gli costa di più molto di più...
(17/07/2019 11:08)
Purtroppo non è neanche così.......siamo tutti così insicuri che prima di capire/decidere come interpretare una disposizione di legge ci poniamo mille dubbi, chiediamo a mille persone, ivi compresi gli azzeccacrbugli travestiti da soloni.....Ma quanti adempimenti siamo spinti, proprio dalla legge, ad esternalizzare? I responsabili del trattamento dati......i piani anti corruzione......gli appalti....... i valutatori di tutte le risme.....le performance.......siamo sempre alla ricerca del format perduto per svolgere il nostro lavoro. Mi chiedo se tutto questo sia normale. La P.A. in persona che chiede lumi ed interpretazioni di legge all`esterno. Qualcosa non va. C`è grossa crisi.....come diceva qualcuno.
(17/07/2019 10:51)
A come azzeccagarbugli/ A come apicali
caro Nicolino..... (17/07/2019 08:38)
C`è anche un motivo ben più sfuggente ai più e....venale........lucrare sulle leggi. Esatto, fare in modo che le leggi siano di per se oscure e di dubbia e difficile interpretazione ed ecco, magicamente, appalesarsi la necessità di ricorrere agli esperti, ai tecnici. Entità impersonali e prive di idealità che si prestano, previo pagamento, ovvio, a svelare gli arcani, moderni e novelli sibille cumane e in fondo in fondo.....un po` Azzeccacarbugli dei nostri giorni, e questo è.
nicolino macchiavellico (16/07/2019 14:00)
La storia ci ha insegnato che le norme vengono fatte in maniera confusa, macchinosa, complessa, babelica, proprio per far sì che non vengano rispettate e che si crei appunto quella opacità per confusione....
(16/07/2019 09:06)
IN TEMA DI ACCESSO AGLI ATTI E DI REATO DI OMISSIONE DI ATTI D`UFFICIO - Cass. pen. 45629/2013
(15/07/2019 17:07)
Meglio fare un pronostico sulla possibilità di un ricorso al TAR o meno da parte del richiedente, ovvero da parte dell?eventuale controinteressato, non tutti hanno soldi da spendere... in base a ciò muoversi di conseguenza e se del caso trovare il cavillo per rigettare o dichiarare inammissibile la richiesta... l?importante poi è chiarire con disposizioni interne che la responsabilità per queste procedure è esclusivamente dei responsabili di settore e non del segretario...
(15/07/2019 12:29)
certi siti comunali non hanno nulla o hanno ben poco in amm. trasparente,i colleghi sono impegnati in altro ,non possono perdere tempo in queste quisquilie ,meglio farsi un bel tour comunale.
continua.... (15/07/2019 11:29)
(quello della legge 241/1990), questo elenco deve essere tenuto in conto, perché non si possono con l` accesso civico superare i limiti dell` accesso documentale. Indubbiamente si fa fatica a raccapezzarsi, ma così è. Questo è il quadro pieno di ambiguità in cui deve muoversi l` accesso civico generalizzato (articolo 5, comma 2, dlgs 33/2013). Cosicchè l` unica regola è spesso formulata dicendo che bisogna fare valutazioni «caso per caso». Il che è sconfortante per chi si aspetta di avere linee di condotta omogenee. Le ambiguità non riguardano solo che cosa si può scrivere nei regolamenti amministrativi. L` incertezza più grande riguarda il bilanciamento del diritto a ottenere dati, informazioni e documenti con il diritto alla privacy. Quando è che la privacy batte il Foia e, quindi, niente rilascio di dati o documenti? Ma, a monte, l` ambiguità riguarda proprio la possibilità stessa di fare il bilanciamento. Per fare un bilanciamento bisogna confrontare due interessi. Per fare questo bilanciamento bisogna avere presente quale è l` interesse perseguito da chi chiede un accesso civico generalizzato e confrontarlo con il diritto alla riservatezza delle persone citate negli atti/documenti/informazioni. Il problema è che la legge dice che per chiedere l` accesso civico non bisogna dichiarare un interesse preciso che giustifica la richiesta. E, allora, come si può fare il bilanciamento, se non si hanno tutti i termini da confrontare? È un rompicapo. Non a caso, una circolare del 2017, la numero 2, firmata da Marianna Madia, ministro pro tempore della p.a., aveva suggerito, con molta cautela, di chiedere per piacere al richiedente, se lo volesse, di indicare le ragioni della richiesta. Fermo restando che il richiedente non è tenuto a indicare i motivi della domanda, si legge nella circolare n. 2/2017, l` amministrazione potrebbe chiedere al richiedente di precisare le finalità della domanda, chiarendo che questa informazione è facoltativa e potrebbe essere utilizzata a fini statistici, e/o per precisare ulteriormente l` oggetto della richiesta e/o per adottare una decisione che tenga conto della natura dell` interesse conoscitivo del richiedente. Insomma il percorso (contorto) è questo: - la legge dice che il richiedente non è tenuto a indicare il motivo della sua richiesta; - la legge impone di bilanciare il diritto alla trasparenza con l` eventuale privacy dei soggetti citati nei documenti; - la privacy può essere battuta da un interesse prevalente alla trasparenza; allora si può tentare di chiedere il favore al richiedente di indicare il motivo della sua richiesta, così da poter fare un confronto e stabilire quale sia l` interesse prevalente; ma se il richiedente non dice quale è il suo interesse il bilanciamento non è facile da farsi. Chiaro e anche inevitabile il disorientamento delle p.a. e di cittadini. © Riproduzione riservata.