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Ecce: ego mitto vos sicut oves in medio luporum; estote ergo prudentes sicut serpentes et simplices sicut columbae.
Cavete autem ab hominibus; tradent enim vos in conciliis… MATTHAEUM, 10,16-17.
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Passo gran parte del mio tempo, non a difendere la Legge, come vorrebbe la vulgata corrente, che mi qualifica enfaticamente “sentinella della legittimità”, ma piuttosto a difendere me (e quelli che a me si affidano) dalle angherie di una legge sempre più incomprensibile ed ottusa… Ossia vivo una realtà che è l’opposto rispetto a quella che ipocritamente si rappresenta.
"Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare" (M. Foucault)
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Discussione libera proposta da: fr il 08/11/2023 alle ore 12:04
rogito e status (da autonomie Oliveri )
Quella riforma irrisolta dello status dei segretari comunali
Luigi Oliveri
La sentenza della Corte costituzionale 2022/2023 sulla percezione dei diritti
di rogito dei segretari comunali di qualifica dirigenziale negli enti con dirigenti
rappresenta solo un dettaglio nemmeno fondamentale nella complessa
vicenda di una riforma molto discutibile, che si trascina da quasi 30 anni. La
sentenza si ammanta di autorevolezza e particolare credibilità, quando, tra le
altre motivazioni a supporto della legittimità costituzionale dell'articolo 10,
comma 2-bis, del d.l. 90/2014, afferma che la misura è posta alla
salvaguardia della contabilità pubblica. Si tratta, ormai, di una sorta di
formula sacrale, un ipse dixit che si porta su tutto e rende ogni ragionamento
inconfutabile e da accettare senza alcuna critica. Ma, se si guarda la realtà
dei fatti, ci si rende conto che le cose sono leggermente diverse. I segretari
comunali in servizio sono, al 2021, 2.295. Nel 2014, quando fu emanato il d.l.
90/2014 non arrivavano a 3.000. Sostenere davvero che abolire il compenso
per i diritti rogito a nemmeno 3.000 dipendenti pubblici incida ai fini della
salvaguardia della contabilità pubblica appare quanto meno forzato. Si può
essere d'accordo tanto o poco sulle altre argomentazioni, ma questa relativa
alla salvaguardia della finanza pubblica sul piano oggettivo non è sostenibile. Gli addetti ai lavori conoscono le reali
motivazioni di quella norma. Sì, certo, la configurazione del trattamento economico dei segretari comunali con
qualifica dirigenziale come onnicomprensiva; certo, anche la determinazione della funzione rogante alla stregua di
normale funzione dovuta e ricompresa nel compenso. Ma, le vere motivazioni furono altre e sono indicate con
estrema chiarezza nella lettera che il neo presidente del consiglio nel 2014 inviò ai dipendenti pubblici, contenente
un programma di riforma della PA per fortuna in gran parte non attuato, anche perchè in ulteriore parte smantellato
dalla Corte costituzionale. Ebbene, in quella lettera era stato enunciato l'intento di abolire direttamente i segretari
comunali, poi meglio esplicitato nella legge 124/2015 e nel tentativo (per buona sorte fallito) di attuazione della
riforma della dirigenza. A ben vedere, la stretta sui diritti di rogito altro non fu se non una sorta di
anticipazione/avvertimento per quello che si pensava sarebbe successo dopo: l'eliminazione di una figura
professionale ritenuta scomoda. Scomoda per una politica che concepiva (ma ancora molte parti della politica
concepiscono) la dirigenza come connessa a rapporti di amicizie strettissime in cerchi magici, che, ad esempio.
facciano traslocare un vigile, berretto e fischietto, verso l'incarico di direttore generale di un comune, poi di direttore
del dipartimento affari giuridici e legislativi, poi Consiglio di stato. La sentenza della Consulta 200/2023 è, di fatto,
inoffensiva. La Consulta ha avuto la possibilità di incidere davvero sull'ordinamento locale e sullo status dei
segretari comunali nel 2019, ma la deleteria sentenza 23/2019 è una clamorosa occasione persa per prendere atto
che a non funzionare è lo spoil system, non tanto
leautonomie.it
Pubblico impiego
martedì 07 novembre 2023
Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress: 2013-2023 Pagina 2
[ § 2 2 9 5 0 4 9 6 § ]
il metodo per remunerare i segretari comunali. Quel che non funziona è stato l'intento di giungere all'abrogazione
della figura non per legge, ma almeno per consunzione tenendo bloccati concorsi e nuovi reclutamenti per anni e
giungendo ad un sottodimensionamento deleterio. Quel che non funziona è il mercato delle vacche, aperto da anni,
sugli incarichi aggiuntivi da direttore generale (con maggiorazioni anche significative degli stipendi per svolgere le
stesse funzioni) e da responsabile di servizio o dirigente, nonchè sugli incarichi a scavalco, croce per il carico di
lavoro enorme che richiede e le disfunzioni che comporta (anche per l'assurdità di incarichi da 4,5. 10, 20 comuni in
un colpo solo), ma anche delizia per le maggiorazioni stipendiali connesse (per altro, nemmeno adeguate a carichi
così rilevanti, ferme restando tutte le inefficienze disfunzionali di sedi di segreteria di fatto viste col binocolo,
raramente frequentate, pochissimo presidiate). In poche parole. quel che non funziona è la riforma del 1997. Ma,
ancora ce la si tiene stretta: il potere degli organi di governo di nominare qualcuno e mostrare la carota degli
incarichi aggiuntivi, insieme col bastone della possibilità di una facile rimozione, sono una tentazione troppo grande,
che va oltre ogni disfunzione, ogni irrazionalità, ogni deviazione e lascia pensare, alla fine, che abolire la percezione
di diritti di rogito per pochissime unità di personale sia un baluardo a difesa della finanza pubblic